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17/07/2014

Anno europeo del cervello: leggi i dossier di SM Italia

Gli approfondimenti nei primi primi tre numeri del 2014: 5 esperti fanno il punto sulle patologie; l’analisi dei legami tra SM e malattie psichiatriche; la “riserva cognitiva”: una possibile via terapeutica. Buona lettura!


Nei primi tre numeri di quest’anno SM Italia – la rivista d’informazione di AISM – ha dedicato il consueto dossier a temi legati allo studio del cervello. Il 2014, infatti, è l’Anno Europeo del Cervello, che ha come scopo primario sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della ricerca sulle patologie neurologiche. Per questo ci è parsa una scelta appropriata illustrare in modo dettagliato diversi aspetti della ricerca su questo straordinario e complesso organo del nostro corpo.

 

L’anno del cervello
Il 2014 in Europa sarà l’anno del cervello. Il Parlamento Europeo ha deciso di dedicare una serie di iniziative alla sensibilizzazione sull’importanza della ricerca per migliorare le condizioni delle persone con patologie neurologiche e psichiatriche. Si calcola che in Italia siano 17 milioni di persone, 164 milioni in Europa.
Abbiamo chiesto a cinque esperti, scienziati di fama nazionale e internazionale, di rispondere ad alcune domande: a che punto sono le neuroscienze oggi? Cosa dobbiamo conoscere ancora? Perché il nostro cervello si ammala e come lo curiamo? Come si colloca la sclerosi multipla nel panorama scientifico?


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I ponti tra SM e malattie psichiatriche
“Le mente è come un paracadute, funziona solo se si apre”. Si apre con una citazione di Albert Einstein il dossier di SM Italia 2/2014, dedicato a capire i legami tra malattie come schizofrenia e depressione e altre patologie del sistema nervoso, come la sclerosi multipla. Alcuni sintomi ricorrenti si presentano in diverse patologie: apatia, disinteresse, anedonia, psicosi. Ciò che manca è un quadro globale che individui l’incidenza di tipi e sintomi della depressione nelle forme di SM per valutare eventuali trattamenti.


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Una possibile via terapeutica
Le neuroscienze hanno iniziato a formulare teorie sulla ‘riserva cerebrale’ , e sulla ‘riserva cognitiva’, per spiegare come mai alcune persone resistono meglio di altre alla degenerazione del cervello dovuta a patologie neurodegenerative senili come il morbo di Alzheimer. Inizialmente era pensata come forma statica, gli ultimi studi hanno invece ipotizzato che si tratta di una ‘riserva’ dinamica, influenzata dagli stili di vita e dall’ambiente. Da qui l’idea che possa essere, tra le altre, una possibile via terapeutica.


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SM Italia 3/2014