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21/10/2014

Sclerosi multipla: una nuova classificazione

Nel 1996 un comitato internazionale produsse un documento che definì i diversi decorsi della SM. Oggi quella pubblicazione è stata rivista e affinata. Come? Lo spiega il Prof Giancarlo Comi in un'intervista su SM Italia 5/2014

SM classificazione

 

A inizio 2014 il ‘Comitato internazionale sulla sperimentazione clinica della SM’, condotto dal professor Fred D. Lublin (Mount Sinai School of Medicine – NEW YORK, USA) ha pubblicato sulla rivista Neurology un documento intitolato: Defining the clinical course of multiple sclerosis: the 2013 revision [1]. Il documento, frutto di un consenso internazionale, ha rivisto e ‘raffinato i fenotipi’ (cioè le caratteristiche di malattia determinate dall’interazione di fattori genetici e ambientali) con cui dal 1996 [2] si definiscono i diversi decorsi clinici della malattia: la forma a ricadute e remissioni (SM-RR) e le diverse forme progressive.

 

Gli autori spiegano come questo sforzo, che segue la via indicata nel 1996, dovrebbe «rendere la comunicazione con i
pazienti e tra i medici più chiara e dovrebbe migliorare la progettazione, il reclutamento e la conduzione degli studi clinici». Tra gli esperti italiani che hanno partecipato a questa revisione c’era anche il Professor Giancarlo Comi, che ha
presentato in una lectio magistralis al recente Congresso Scientifico annuale di AISM e FISM i motivi, gli approdi, le novità e le possibili evoluzioni della pubblicazione. Ne riprendiamo di seguito alcuni spunti.


Quali classificazioni di sclerosi multipla erano state introdotte nel 1996 e perché sono state importanti?
«Il precedente consenso aveva distinto tra forme di SM a ricadute e remissioni (SM RR) e forme progressive: SM primariamente progressiva (SM PP), SM se condariamente progressiva (SM SP) e SM progressiva con ricadute (SM PR).
Quelle definizioni sono state rapidamente integrate nella pratica clinica e utilizzate nei criteri di ammissibilità di quasi
tutti i successivi studi clinici sulla SM. Vale la pena ricordare che, dopo l’approvazione negli USA di interferone beta 1 a
(1996) e glatiramer acetato (1997), gli studi clinici stanno portando una vera e propria rivoluzione nelle terapie disponibili. Difficile pensare che tante terapie innovative siano nate per quel felice caso che gli scienziati chiamano ‘serendipity’. Più probabile ipotizzare che proprio la disponibilità del quadro di riferimento messo a punto nel 1996 abbia consentito di indirizzare meglio gli studi e di arrivare ai risultati che sono sotto gli occhi di tutti».

 

C’era proprio bisogno di rivedere quelle categorie di classificazione, se sono state così efficaci?
«Già nel consenso raggiunto nel 1996 gli autori suggerivano che gli sviluppi della ricerca nel campo dell'imaging (risonanza
magnetica) e dei marcatori biologici di malattia avrebbero potuto avere un impatto futuro sulla modifica o sull’integrazione dei descrittori di decorso allora identificati. La ridefinizione attuale integra le numerose conoscenze raggiunte sia con studi epidemiologici che strumentali, soprattutto quelli di risonanza magnetica».

 

Sono stati codificati nuovi ‘tipi’ di sclerosi multipla?
«È stata introdotta tra i fenotipi riconosciuti di malattia la forma CIS (Sindrome clinicamente isolata), che nel 1996 non era stata inclusa tra i descrittori clinici di SM. Gli studi di storia naturale effettuati hanno dimostrato come la forma CIS con certi tipi di lesioni comporti un rischio elevato di evolvere in sclerosi multipla. E gli studi clinici con terapie modificanti l’andamento di malattia mostrano che le persone con CIS trattate farmacologicamente hanno minori probabilità di sviluppare un secondo attacco con lesioni attive alla risonanza».

 

L'intervista di Giuseppe Gazzola completa è stata pubblicata su SM Italia 5/2014, leggila online o scaricala in formato pdf

 


Note
[1] Lublin FD, Reingold SC, Cohen JA, Cutter GR, Sørensen PS, Thompson AJ, Wolinsky JS, Balcer LJ, Banwell B, Barkhof F, Bebo B Jr, Calabresi PA, Clanet M, Comi G, Fox RJ, Freedman MS, Goodman AD, Inglese M, Kappos L, Kieseier BC, Lincoln JA, Lubetzki C, Miller AE, Montalb an X, O'Connor PW, Petkau J, Pozzilli C, Rudick RA, Sormani MP, Stüve O, Waubant E, Polman CH Defining the clinical course of multip le sclerosis: The 2013 revisions. Neurology. 2014 May 28. pii: 10.1212/WNL.0000000000000560.

[2] Lublin FD1, Reingold SC. Defining the clinical course of multiple sclerosis: results of an international survey. National Multi ple Sclerosis Society (USA) Advisory Committee on Clinical Trials of New Agents in Multiple Sclerosis. Neurology. 1996 Apr;46(4):907-11.

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SM Italia 5/2014