Salta al contenuto principale

10/12/2015

«Accessibilità vuol dire una società più inclusiva per tutti»

Il progetto europeo IDEALTOUR - di cui AISM è partner - ha lo scopo di migliorare l'offerta delle strutture turistiche, soprattutto verso persone che necessitano servizi particolari. Abbiamo intervistato il Prof. Demetrios Buhalis della Bournemouth University, esperto di caratura internazionale


Nella foto: il Prof. Demetrios Buhalis, esperto di information e communication technology nel settore turistico, direttore dell'e-Tourism Lab della Bournemouth University

 

Spesso si pensa al concetto di accessibilità come superamento delle barriere architettoniche ma, per quanto fondamentale, questa è solo una parte di un approccio ben più ampio. Diversi soggetti in ambito europeo stanno lavorando affinché la cultura dell'accessibilità sia sempre più diffusa tra enti, operatori del settore turistico.
Il Prof. Demetrios Buhalis - esperto di information e communication technology nel turismo, Direttore dell’eTourism Lab della Bournemouth University - è stato a Perugia in occasione della presentazione del Progetto IDEALTOUR, di cui anche AISM è partner, che ha lo scopo di migliorare l'offerta delle strutture turistiche europee. In che modo? Lo abbiamo chiesto a lui.

 

Qual è l’obiettivo di IDEAL TOUR?
«Iniziative come IDEALTOUR e altri progetti europei hanno come obiettivo quello di aumentare la consapevolezza da parte dell’industria del turismo sulle esigenze di persone che necessitano di servizi particolari. Le strutture devono essere pronte a recepire persone con disabilità di qualsiasi tipo: non solo difficoltà motorie ma, per esempio, cecità, sordità,  deficit cognitivi. Queste iniziative sono importanti per far sì che le realtà operanti nel turismo migliorino le offerte. Nella fattispecie io mi occupo di information management: le informazioni sono fondamentali affinché le persone possano fare scelte adeguate, risolvere i problemi di varia natura legati all’accessibilità e possano godere del soggiorno nel miglior modo possibile. In realtà le persone con disabilità non hanno tanto interesse di sapere come si svolgono progetti come IDEAL TOUR, quanto è fondamentale per loro fruire dei benefici che possono portare».

 

In concreto quali sono le informazioni che possono dare un contributo in termini di accessibilità
«Sul web è opportuno diffondere la maggior quantità di informazioni sulle strutture. In un hotel, per esempio, spiegare bene come funziona il tragitto dall’arrivo in macchina alle camere, nelle zone interne come il ristorante. Ma oltre all’accessibilità generica è importante fornire misure precise: dire che la porta della camera ha un’apertura di 1,2 metri è un dettaglio che in alcuni casi può essere determinante. È un campo molto vasto e complesso, perché ogni persona può avere esigenze diverse, ed ha bisogno informazioni oggettive per regolarsi». 

 

In quest’ottica l’etichetta accessibilità sembra persino stretta, tante sono le variabili in gioco. Esistono indicatori specifici?
«L’etichetta ”accessibile” non deve essere solo intesa come assenza di barriere. È un certificato di consapevolezza sui tanti temi legati, appunto, all’accessibilità. In questo senso possiamo dire che ogni struttura può essere accessibile a persone diverse. Un hotel può non essere accessibile a persone con disabilità motoria ma esserlo per persone con disabilità visive, auditive o cognitive. Per questo avere il maggior numero di informazioni e misurabili, è determinante affinché le persone possano decidere».

 

Spesso oggi ci si affida anche al passaparola, magari online
«La rete social è altrettanto fondamentale per far circolare le informazioni. Se una persona che  deve seguire una dieta particolare va a Roma e trova alcuni ristoranti dove si trova bene, le informazioni che ha ottenuto possono essere molto utili ad altri. In questo le comunità specializzate online sono molto importanti». 

 

Qual è il valore aggiunto di Associazioni come AISM impegnate in questo campo?
«Le associazioni, in Italia e nel mondo, si stanno dando molto da fare, e ci permettono di lavorare insieme  per creare sinergie per massimizzare i benefici collettivi per i consumatori. Il valore aggiunto è soprattutto l’esperienza e la conoscenza di ambiti particolari e diversi». 

 

Noi diciamo sempre che lavorare per una maggiore accessibilità non va solo a beneficio di una categoria di persone ma migliora la società in generale.
«Sono assolutamente d’accordo. L’accessibilità non è solo per chi ha disabilità motorie, ma anche per chi si è rotto una gamba, alle madri incinta o con bambini piccoli, persino a chi ha bagagli troppo pesanti. Un hotel ben costruito è un benefit per tutti ed ha ripercussioni sugli aspetti più diversi: persino sull’efficienza del personale delle pulizie, perché può condurre il proprio lavoro in maniera più rapida ed efficace. Realizzare una struttura per tutti significa andare verso una società più inclusiva in senso generale».