Salta al contenuto principale

03/10/2018

#MELAgioco. In viaggio a New York

In occasione de La Mela di AISM quest'anno è possibile partecipare all'estrazione di un viaggio nella Grande Mela, per visitare il Centro di ricerca per la sclerosi multipla del Mount Sinai Hospital. Abbiamo intervistato la ricercatrice Matilde Inglese che ci lavora da diversi anni

 

 

La Mela di AISM raccoglie fondi per la ricerca scientifica e per progetti dedicati ai giovani con sclerosi multipla. Grazie a iniziative come questa AISM ha sostenuto i progetti di oltre 400 ricercatori negli ultimi 30 anni. Matilde Inglese è una di loro. Oggi professore di neurologia e responsabile del gruppo Sclerosi Multipla dell’Università di Genova, appartiene a quel gruppo ‘speciale’ di persone che chiamiamo ‘cervelli rientrati dall’estero’. Specializzata in Neurologia proprio a Genova, dopo aver lavorato per anni a New York dove è ancora affiliata al Mount Sinai, è rientrata proprio a lavorare proprio dove era partito il suo percorso. Ci siamo fermati a parlare un po’ con lei del ‘valore’ dell’incontro/confronto Italia /USA e di questo centro di ricerca di eccellenza che si trova a New York.

 

Professoressa, un poeta italiano diceva che “la meta è partire”. Lei è partita tante volte dall’Italia per gli Stati Uniti. Immagini di essere una persona italiana che arriva al “Corinne Goldsmith Dickinson Center for Multiple Sclerosis” del Mount Sinai Hospital di New York, dove lei ha lavorato per anni. Cosa colpisce l’occhio, al primo impatto?
«Certamente si è colpiti subito dalla struttura architettonica del nuovo Centro di ricerca dedicato alle neuroscienze e dall’ambiente circostante: è una struttura molto moderna, vicino al Central Park, con spazi molto ampi, vetrate grandi e luminose. Una struttura bella da vedere. Poi, per me, è particolarmente ‘impressive’, per dirla all’americana, l’incontro con un ambiente fortemente multietnico: a questo Centro afferiscono ricercatori e pazienti di tutto il mondo, ci gira tanta gente di tutte le provenienze».

 

 Io #Melagioco.

Quest'anno in occasione de La Mela di AISM è possibile partecipare all'estrazione di un viaggio per 2 persone a New York per visitare un Centro di ricerca per la sclerosi multipla al Mount Sinai hospital di New York. Iscrivendosi su melagioco.aism.it si partecipa all'estrazione. Leggi il regolamento

 

Il Mount Sinai ha un segreto, un ingrediente speciale, come una ‘mela’ in una torta?
«Al Mount Sinai sia i laboratori clinici che quelli di ricerca di base sono tutti riuniti sotto lo stesso tetto: l’ambiente è fortemente integrato, multidisciplinare. Ogni tipo di ricercatore viene a contatto con tutti gli altri; ci sono ricercatori che lavorano sulle cellule e ricercatori che fanno ricerca clinica sulle persone e sono tutti insieme negli stessi spazi, in modo da favorire l’interazione di tutti con tutti e la trasferibilità e la condivisione delle conoscenze».

 

Insomma, nessuno costruisce da solo il ‘mondo’ dove le persone con SM sono libere di vivere come tutti. Lei che tipo di ricerca ha seguito in questi anni al Mount Sinai?
«Mi sono occupata soprattutto della parte relativa alle neuroimmagini, concentrandomi sulla ricerca di nuove misure di risonanza magnetica per monitorare il danno cerebrale e spinale nelle persone con forma progressiva della malattia. Nella forma a ricadute e remissioni sono stati sviluppati quasi venti farmaci anche perché si riesce a valutare bene l’efficacia di nuovi trattamenti osservando con la risonanza magnetica il numero di lesioni nuove che si formano durante il trattamento in studio. Se un farmaco riduce al massimo il numero di nuove lesioni vuol dire che funziona. Invece nella forma progressiva non si sviluppano frequentement nuove lesioni e sino ad oggi non sono stati individuati ‘outcome’, ossia misure di efficacia precise. Quindi in collaborazione con il Centro SM diretto dal professor Lublin abbiamo dimostrato che nuovi ‘outcome’ di risonanza magnetica come per esempio misure di volume corticale cerebellare e la “axonal water fraction”(una misura specifica di danno assonale) potranno essere utili in futuro per valutare l’efficacia di trattamenti sperimentali nella popolazione con SM progressiva».

 

 

 

Matilde Inglese - Ricercatore FISM


Nella foto: la prof. Matilde Inglese al Congresso FISM

 

Cristoforo Colombo partì da Genova alla scoperta dell’America e ancora oggi andare in America è una scoperta che arricchisce la nostra vita. Lei, che qualche mese fa è tornata a lavorare a Genova, che connessioni vede tra Italia e Stati Uniti nel campo della ricerca? Quali ‘ricchezze’ porta con sé dal lavoro negli Stati Uniti e quali, invece, prenderà dalla competenza della ricerca italiana?
«Sicuramente una collaborazione internazionale USA – Italia nel campo della ricerca si è già dimostrata molto positiva in diversi ambiti scientifici. Grazie a FISM ora anche noi a Genova abbiamo a disposizione un nuovo macchinario di risonanza magnetica a 3 Tesla, simile a quello usato nel laboratorio del Mount Sinai: in questo modo siamo in grado di effettuare studi collaborativi con il Mount Sinai a cui continuo a essere affiliata e altri centri USA, con popolazioni di pazienti più ampie e con misure sia di neuroimaging sia cliniche che verranno validate sia in Italia che negli USA. Avremo anche la possibilità di ‘importare’ in Italia le nuove tecniche di uso della risonanza magnetica che sono state messe a punto negli USA e di arricchirle con le informazioni e le competenze della ‘nostra’ ricerca italiana in particolare in campo immunologico, neuropathologico e clinico, che qui a Genova abbiamo sviluppato maggiormente».

 

Quanto conta il ruolo di un’Associazione come AISM nell’aprire nuove strade di collaborazione per andare oltre la sclerosi multipla?
«AISM da tanti anni svolge con la sua Fondazione un ruolo cruciale nel promuovere ricerca di eccellenza e approcci collaborativi. Per stare nel campo delle forme progressive di sclerosi multipla, che rappresentano oggi la principale sfida per il mondo della ricerca, è nata da pochi anni la Progressive Multiple Sclerosis Alliance, che ha messo insieme ricercatori di tutto il mondo, industrie e autorità regolatorie per trovare le risposte che ancora mancano per le tante persone con questo tipo di malattia. E proprio AISM, insieme alle associazioni SM di Stati Uniti, Canada e Regno Unito e alla Federazione Internazionale SM, ha avuto una parte fondamentale nella nascita di questa nuova esperienza collaborativa. AISM ha portato l’Italia a lavorare insieme e allo stesso livello con i migliori ricercatori di tutto il mondo, ha favorito questo interscambio, dando alle persone con SM in Italia le stesse possibilità di fruire della ricerca di quelle che vivono in America, nel Canada, in tutto il mondo».

 

Insomma, se collaboriamo con profitto, alla fine vinciamo tutti?
«Vinciamo tutti, ma soprattutto vincono le persone con sclerosi multipla e il loro diritto a vivere fino in fondo una vita di qualità».

 

Tornando alle persone, nei prossimi giorni vivremo tutti l’iniziativa della “Mela di AISM”, che partirà dalle piazze italiane e porterà a New York un nostro concittadino che sceglierà di sostenere la ricerca sulla SM. Che analogie e quali differenze ci sono tra Italia e Stati Uniti nelle iniziative di raccolta fondi e in quale modo siamo tutti coinvolti nel supporto alla ricerca?
«Siamo molto simili: anche negli USA la ricerca viene sostenuta con manifestazioni e iniziative che propongono ai cittadini fiori o frutta in cambio di un’offerta a supporto della ricerca. Anche negli USA vengono organizzate gare ciclistiche, maratone e iniziative simili per raccogliere somme da devolvere a sostegno della ricerca. Anche negli USA vengono organizzate giornate di informazioni per i pazienti in cui si richiede ai partecipanti di sostenere la ricerca in prima persona. Probabilmente negli USA ci sono maggiori agevolazioni fiscali per i donatori e, soprattutto, c’è una forte presenza di ‘grandi filantropi’, che mettono a disposizione cifre notevoli per la ricerca. Ma ciò non toglie che tutti, nessuno escluso, possiamo e dobbiamo fare la nostra parte per cambiare il mondo».

 

Partecipa a #Melagioco