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30/10/2018

Riabilitazione nella sclerosi multipla, come misurare i miglioramenti?

Uno studio multicentrico, cui ha preso parte anche FISM e pubblicato su Neurology, passa in rassegna diversi tipi di test utilizzati per monitorare gli esiti dei trattamenti riabilitativi, per identificare quelli più affidabili e sensibili da utilizzare tanto nella pratica clinica che nella ricerca

 

La riabilitazione è terapia per le persone con sclerosi multipla (SM). Ma per confrontare i diversi tipi di riabilitazione, capire quali sono più efficaci, quali i meglio tollerati dai pazienti, è necessario prima di tutto misurare gli esiti dei trattamenti proposti. Serve trovare metodi che possano essere di riferimento per affidabilità e sensibilità sia per la pratica clinica che per la ricerca. È in questa direzione che si è mosso lo studio multicentrico, appena pubblicato sulle pagine di Neurology, condotto da un gruppo internazionale di ricercatori appartenenti alla rete europea RIMS (Rehabilitation in Multiple Sclerosis) e del quale fa parte anche AISM, attraverso la sua Fondazione (FISM).

 

Per essere reclutati nello studio, oltre alla diagnosi di sclerosi multipla e una disabilità bassa/moderata (tra 2 e 6.5 della scala EDSS), i 191 partecipanti dovevano eseguire almeno dieci sedute di riabilitazione nei successivi 3 mesi. Così, attraverso test specifici, è stato possibile valutare l’effetto del trattamento e la sensibilità dei test stessi.

 

I ricercatori hanno utilizzato test strumentali idonei a misurare gli outcome di un trattamento riabilitativo. I test prevedevano, tra le altre, prove come superare piccoli ostacoli, mantenere posizioni di equilibrio, raccogliere oggetti da terra, cambiare velocità di cammino. Inoltre, per valutare l’eventuale impatto sul miglioramento della disabilità e dell'equilibrio, che limitano sensibilmente le attività quotidiane e aumentano il rischio di cadute, è stata ascoltata anche la prospettiva delle persone con SM attraverso l'inclusione di alcuni Patient Reported Outcome (PRO). Analogamente sono stati somministrati questionari al terapista sui cambiamenti mostrati dalla persona.

 

I ricercatori hanno osservato che all'aumentare della disabilità cresce la variabilità nelle misure. Tra i test utilizzati alcuni si sono mostrati più sensibili di altri nel rilevare miglioramenti nel movimento funzionale, specialmente in relazione a punteggi clinici più gravi (nel dettaglio, i test  giudicati più sensibili sono stati MSWS-12, MSIS-29phys, RMI, tre tipi di PRO, e 5STS). Altri test, sebbene validi e appropriati per la SM, non hanno mostrato sensibilità sufficiente per rilevare cambiamenti clinici dopo un trattamento riabilitativo (nel dettaglio TUG, TUGcogn e ABC). Gli studiosi spiegano inoltre come non sempre il punto di vista della persona con SM corrisponda a quello del terapista (in media, le prospettive sugli esiti dei trattamenti erano concordanti nel 58%).

 

Andrea Tacchino, ricercatore FISM dell'Area di Ricerca Scientifica di Genova e uno dei ricercatori che hanno partecipato al progetto, afferma: «Lo studio mira a colmare un vuoto della ricerca sulla valutazione della riabilitazione nella sclerosi multipla, identificando gli strumenti, tra quelli a disposizione dei clinici, più adatti a rivelare cambiamenti piccoli ma significativi. Di conseguenza tale risultato potrebbe portare anche a personalizzare meglio i trattamenti rendendoli più efficaci».

 


Nella foto: Andrea Tacchino, ricercatore FISM

 

Responsiveness and meaningful improvement of mobility measures following MS rehabilitation.
Baert I, Smedal T, Kalron A, Rasova K, Heric-Mansrud A, Ehling R, Elorriaga Minguez I, Nedeljkovic U, Tacchino A, Hellinckx P, Adriaenssens G, Stachowiak G, Gusowski K, Cattaneo D, Borgers S, Hebert J, Dalgas U, Feys P.
Neurology. 2018 Oct 17. pii: 10.1212/WNL.0000000000006532. doi:10.1212/WNL.0000000000006532.