Salta al contenuto principale

17/09/2018

L'esposizione al sole può modificare la sclerosi multipla

Tre studi condotti in Stati Uniti, Canada e Australia analizzano il ruolo della luce ultravioletta del sole sul rischio di sviluppare la SM e sul suo decorso.

 

L'esposizione al sole durante la vita influisce sul rischio di sviluppare la sclerosi multipla, nonché sul suo decorso. In precedenza è già stato mostrato che una bassa esposizione alla luce ultravioletta (UV) del sole e bassi livelli di vitamina D sono legati a un aumento del rischio di sviluppare la sclerosi multipla. Tuttavia, relativamente pochi studi hanno esaminato se l'esposizione al sole e i livelli di vitamina D possano influenzare la gravità o il decorso della SM. È quello che hanno cercato di capire tre studi condotti negli Stati Uniti, in Canada e in Australia.

 

Lo studio multicentrico australiano Ausimmune ha studiato i fattori ambientali associati alla prima insorgenza di sintomi simili alla sclerosi multipla, tenendo sotto controllo i partecipanti per molti anni. Il monitoraggio a lungo termine rende questa ricerca più rilevante rispetto ad altre che si sono limitate ad analisi di più breve periodo. I ricercatori sono partiti dai dati di Ausimmune, osservando per cinque anni 145 persone che avevano vissuto un primo evento di demielinizzazione. Ai partecipanti è stato chiesto di completare questionari sulle loro abitudini per determinare l'esposizione solare durante tutta la vita. Ogni mese sono state effettuate misurazioni della luce UV ambientale nelle case dei partecipanti e nei luoghi di lavoro al fine di stimare l'esposizione complessiva. I livelli di vitamina D nel sangue sono stati misurati all'inizio dello studio, a metà e dopo cinque anni. I risultati hanno dimostrato che una maggiore esposizione solare nel corso della vita riduce la probabilità di progredire verso una diagnosi di sclerosi multipla clinicamente definita a seguito di un primo evento demielinizzante2.

 

Esaminando l'esposizione ai raggi UV dell'intero gruppo dopo il primo evento demielinizzante, i ricercatori hanno scoperto che questo fattore non era collegato a un ridotto rischio di conversione a sclerosi multipla o di una ricaduta. La maggior parte dei partecipanti, tuttavia, ha avuto un'esposizione al sole media relativamente stabile nel corso dello studio. Un gruppo più piccolo che aveva aumentato significativamente l'esposizione al sole nei cinque anni successivi al primo evento demielinizzante, ha mostrato un rischio ridotto di conversione in SM, e una  ridotta probabilità di ricaduta. Una connessione che si è dimostrata vera anche nel verso opposto: coloro che riducevano significativamente l’esposizione al sole aumentavano le loro probabilità di conversione alla SM e di avere una ricaduta. Questa scoperta implica che, in alcune persone con SM, l'esposizione al sole può avere un effetto benefico sul decorso della malattia.


Non è stato trovato alcun collegamento tra il livello di vitamina D nel sangue e la conversione a SM o la possibilità di ricadute nel periodo di studio. Questo anche nelle persone i cui livelli di vitamina D sono cambiati significativamente durante lo studio. Mentre altre ricerche hanno indicato come la vitamina D svolga un ruolo nel decorso della SM, in questo caso emerge l'effetto dominante dell'esposizione al sole, più della vitamina D. Se alcune tecnologie possono aumentare in modo sicuro l'esposizione ai raggi UV, come la radioterapia UV a banda stretta, che può essere più utile per la SM rispetto alla sola assunzione di vitamina D.

 

Uno studio statunitense [3] condotto in California, invece, ha valutato se l'esposizione al sole durante la vita e i livelli della vitamina D alteravano il rischio di sclerosi multipla in diversi gruppi etnici, analizzando le differenze nei fattori genetici. MS Sunshine, pubblicato sulla rivista Nutrients, ha analizzato individui con sclerosi multipla di pelle bianca, nera e ispanici, confrontandoli con persone senza SM. I ricercatori hanno scoperto che, nei primi due gruppi, un'esposizione solare maggiore durante la vita riduceva il rischio di sviluppare la SM. Una tendenza simile è stata osservata nel gruppo ispanico. Questo effetto è risultato indipendente dal livello di vitamina D nel sangue. Livelli più elevati di vitamina D sono risultati associati a un minor rischio di sclerosi multipla solo nelle persone di origine caucasica, non negli altri casi. La mancanza di correlazione tra i livelli di vitamina D nel sangue e lo sviluppo di sclerosi multipla osservato in questi studi supporta l'ipotesi che il sole sia in grado di modulare il decorso della malattia attraverso un percorso indipendente dalla vitamina D.

 

Infine, un terzo studio [4] condotto da ricercatori canadesi e statunitensi, pubblicato sulla rivista Neurology, ha dimostrato anche che l'esposizione al sole in età precoce può alterare il rischio di sviluppare la sclerosi multipla. Lo studio ha confrontato l'esposizione solare complessiva durante la vita e quella stagionale tra persone con SM e senza SM. I ricercatori hanno anche tentato di distinguere chiaramente gli effetti dell'esposizione al sole prendendo in considerazione altri fattori tra cui il background genetico, il fumo e la vitamina D. La maggior parte delle persone che ha partecipato allo studio era di origine caucasica. È emerso che vivere in un'area con una maggiore esposizione al sole prima dell'inizio della malattia - in particolare, dai 5 ai 15 anni prima dell'esordio – riduce  il rischio di sviluppare la SM. In particolare, dallo studio emerge l’importanza dell’esposizione al sole durante l’infanzia; vivere in un'area con una maggiore esposizione al sole e ricevere un'elevata esposizione al sole durante l'estate tra i 5 e i 15 anni di età riduce il rischio di sviluppare sclerosi multipla. A differenza dei due studi precedenti, questo terzo studio non ha misurato direttamente i livelli di vitamina D nei partecipanti. Tuttavia, i risultati aggiungono ulteriore peso al ruolo dell'esposizione al sole nel rischio di sviluppare la SM.

 

Note

[1] Sun exposure over the life course and associations with multiple sclerosis.
Tremlett H, Zhu F, Ascherio A, Munger KL. Neurology. 2018 Apr 3;90(14):e1191-e1199.

[2] Per una diagnosi di SM è necessario che siano avvenuti due eventi demielinizzanti separati. Quindi, in questo studio, una maggiore esposizione al sole ha protetto le persone da un secondo evento demielinizzante nei successivi cinque anni. Una maggiore esposizione ai raggi UV prima di sperimentare un primo evento demielinizzante, in particolare durante l'infanzia e l'adolescenza, ha anche ridotto il rischio di ricaduta nei cinque anni di studio.

[3] MS Sunshine Study: Sun Exposure But Not Vitamin D Is Associated with Multiple Sclerosis Risk in Blacks and Hispanics.
Langer-Gould A, Lucas R, Xiang AH, Chen LH, Wu J, Gonzalez E, Haraszti S, Smith JB, Quach H, Barcellos LF.

[4] Sun exposure over the life course and associations with multiple sclerosis. Tremlett H, Zhu F, Ascherio A, Munger KL.
Neurology. 2018 Apr 3;90(14):e1191-e1199. doi: 10.1212/WNL.0000000000005257.
Epub 2018 Mar 7.