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13/09/2017

Sclerosi Multipla: geni alterati e il ruolo dell'interferone

La scoperta grazie a uno studio sostenuto da AISM e la sua Fondazione. Nuova luce sui meccanismi alla base della malattia e sull’efficacia della terapia con interferone beta ricombinante. Si apre la strada allo sviluppo di nuovi approcci terapeutici

 

L'interferone è una citochina solitamente prodotta dal nostro organismo per organizzare la risposta immunitaria a infezioni virali. Negli ultimi vent’anni l’uso dell’interferone beta ricombinante come trattamento della sclerosi multipla (SM) ha cambiato la qualità di vita di chi ne è affetto. Nonostante ciò il suo funzionamento nel trattamento della SM è però poco chiaro, così come rimane poco chiaro il meccanismo alla base della malattia.

 

Una ricerca multicentrica sostenuta da AISM e della sua Fondazione (FISM) pubblicata su Scientific Reports, che coinvolge i gruppi coordinati da Cinthia Farina presso l’IRCCS Ospedale San Raffaele e da Eliana Marina Coccia presso l’Istituto Superiore di Sanità, descrive un nuovo meccanismo alla base della malattia, spiega il funzionamento di uno dei farmaci di prima linea usati nella sclerosi multipla, l'interferone beta rincombinante appunto, ma getta anche le basi per lo sviluppo di nuovi approcci terapeutici e di nuovi marcatori predittivi della sua progressione.

 

I ricercatori hanno scoperto anomalie nei geni collegati alla sclerosi multipla, e non solo. «Molti dei geni regolati dalle molecole che chiamiamo interferoni, sia nella malattia umana che in quella sperimentale, vengono in effetti trascritti in modo eccessivo, o al contrario in modo insufficiente», spiega Cinthia Farina. «Non solo, ma – coerentemente con la nostra ipotesi – l’espressione di circa la metà di questi viene modificata con la somministrazione dell’interferone beta ricombinante».

 

L’ipotesi dietro questo lavoro è nata da una scoperta pubblicata di recente dal gruppo della dott.ssa Cinthia Farina, secondo cui singoli geni di suscettibilità alla sclerosi multipla coinvolti nella risposta agli interferoni, sono alterati nel sangue periferico. Cioè suggerisce la presenza, nella SM, di un’anomala risposta del sistema immunitario agli interferoni prodotti dall’organismo, e quindi un’anomala reazione antivirale. In effetti, la risposta ai virus risulta alterata in alcune popolazioni cellulari del sangue periferico delle persone con SM, come dimostrato dagli studi del gruppo di Eliana Coccia, da diversi anni focalizzati a definire perché una citochina quale l’interferone beta, prodotta ed usata dal nostro organismo per combattere i virus risulta, anche, utile nella terapia della SM.

 

I ricercatori del San Raffaele hanno analizzato in parallelo i campioni di sangue periferico di più di 500 persone con sclerosi multipla a diversi stati di progressione – prima che iniziassero i trattamenti o sotto trattamento con interferone beta – e i campioni di tessuto provenienti da modelli animali affetti da encefalite autoimmune sperimentale, il modello sperimentale della sclerosi multipla. Così facendo, hanno potuto misurare, sia nelle cellule umane che in quelle animali, i livelli di espressione dei geni regolati dagli interferoni, raccolti in maniera sistematica nel database Interferome sviluppato da Paul Herzog della Monash University in Australia, collaboratore dello studio.

 

Inoltre, al di là di un gruppo abbastanza ridotto di geni (21) la cui espressione è alterata in modo indistinto in tutti i partecipanti (ovvero indipendentemente dal tipo di sclerosi multipla) lo studio mostra come numerose altre anomalie siano specifiche per stadi diversi di malattia. Un risultato che apre nuove prospettive di ricerca su più fronti. «Quanto ottenuto ci suggerisce la possibilità di utilizzare i profili di espressione nel sangue sia per la messa a punto di marcatori di progressione della malattia, sia per lo sviluppo di nuovi farmaci in grado di agire in modo complementare all’interferone beta, ovvero di regolare l’espressione dei geni su cui quest’ultimo non interviene», conclude Cinthia Farina.

 

Transcriptional dysregulation of Interferome in experimental and human Multiple Sclerosis – Scientific Reports

Sundararajan Srinivasan b, Martina Severa c, Fabiana Rizzo c, Ramesh Menon a, Elena Brini a, Rosella Mechelli d, Vittorio Martinelli a, Paul Hertzog e, Marco Salvetti d, f, Roberto Furlan a, Gianvito Martino a b, Giancarlo Comi a b, Eliana M Coccia c, Cinthia Farina a*

 

a. Istituto di Neurologia Sperimentale, Divisione di Neuroscienze, IRCCS Ospedale San Raffaele, Milano, Italia

b. Università Vita-Salute San Raffaele, Milano, Italia

c. Dipartimento Malattie Infettive, Istituto Superiore di Sanità, Roma, Italia

d. Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, Dipartimento di Scienze Neurologiche, Centro Sclerosi Multipla, Ospedale Sant’Andrea, Roma, Italia

e. Centre for Innate Immunity and Infectious Diseases, Hudson Institute of Medical Research, Monash University, Clayton, Australia

f. IRCCS Istituto Neurologico Mediterraneo (INM) Neuromed, Pozzilli, IS, Italy