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27/08/2009

Epstein-Barr e sclerosi multipla: un settore di ricerca sempre aperto

E' stato pubblicato da parte di un gruppo di ricercatori di Boston un lavoro in cui viene evidenziata l’assenza del virus EBV su prelievi di reperti autoptici e biopsie cerebrali di 24 persone con la SM. I ricercatori italiani finanziati dalla  FISM, da tempo impegnati in un progetto speciale triennale che per la prima volta cerca di definire come il virus contribuisce a causare la sclerosi multipla, ne commentano i risultati.

I risultati dello studio americano, pubblicato sulla rivista scientifica Brain a fine Luglio 2009, dimostrano l’assenza del virus nei campioni analizzati e suggeriscono che l’infezione del virus con EBV molto probabilmente non contribuisce alla formazione delle lesioni all’interno della sostanza bianca del cervello di persone affette da SM. Gli autori non escludono la possibilità che l’infezione del virus EBV abbia un ruolo indiretto nella sclerosi multipla, ma i risultati indicano che nella maggior parte dei casi il virus non è coinvolto direttamente nella patologia a livello cerebrale.
(“Epstein-Barr virus infection is not a characteristic feature of multiple sclerosis brain”, Willis SN, Stadelmann C, Rodig SJ, Caron T, Gattenloehner S, Mallozzi SS, Roughan JE, Almendinger SE, Blewett MM, Brück W, Hafler DA, O'Connor KC, Brain. 2009 Jul 28).

Sebbene diversi studi abbiano associato la presenza del virus di Epstein-Barr alla patogenesi della sclerosi multipla, il ruolo di questo virus non è ancora stato definito. Alcuni lavori precedenti, tra cui alcuni italiani, avevano invece confermato la presenza del virus nel sistema nervoso centrale in persone con SM, e sono molte le evidenze scientifiche che suggeriscono un possibile ruolo di questo virus nella patogenesi della SM.

I responsabili del progetto triennale “Coinvolgimento del virus di Epstein-Barr nella eziopatogenesi della SM: da ''se'' a ''come''-” finanziato dalla FISM, il Prof. Marco Salvetti dell’ Università “La Sapienza”, Centro neurologico e Terapie Sperimentali (CENTERS) di Roma e la Prof.sa Francesca Aloisi dell’Istituto Superiore di Sanità di Roma hanno commentato la pubblicazione di questo lavoro americano affermando che: “Il risultato negativo di Willis e dei suoi collaboratori non scalfisce i presupposti del nostro progetto. Come discusso dagli stessi Autori, anche nel caso in cui l’associazione fra il virus di Epstein Barr  e sclerosi multipla non dovesse passare per la presenza del virus nel sistema nervoso, esistono molteplici altri meccanismi attraverso i quali il virus EBV può contribuire allo svilupparsi della malattia. Il progetto finanziato da FISM si propone proprio di verificare l’esistenza di questi meccanismi; rilevare la presenza di un virus in una particolare sottopopolazione di cellule ed in aree circoscritte è complesso.
Sappiamo da numerosi esempi in altre malattie che questo genere di risultati necessita di conferme rigorose, sia che i risultati siano positivi o negativi. Alcuni aspetti tecnici, così come sono descritti nel lavoro di Willis, non sembrano ottimali. Stesso discorso per la selezione dei tessuti da analizzare. E’ quindi verosimile che alcune procedure debbano essere migliorate e ripetute”.

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