Salta al contenuto principale

27/01/2010

Pubblicati i risultati dello studio di fase III della cladribina nella sclerosi multipla recidivante remittente

La cladribina interferisce con la proliferazione dei linfociti, cellule del sistema immunitario, e determina una riduzione di una sottopopolazione particolare di linfociti circolanti. Al momento in Italia è approvata con il nome commerciale Leustatin (Janssen-Cilag) come trattamento in campo oncologico per la leucemia a cellule capellute e la leucemia linfocitica cronica ed è somministrata per via endovenosa.

I risultati preliminari dello studio di fase III (CLARITY) sulla cladribina orale erano stati annunciati in un comunicato dell’azienda nel Gennaio 2009 e successivamente presentati al meeting annuale dell’Accademia Americana di Neurologia avvenuto nel 2009.

Adesso sulla rivista The New England Journal of Medicine online il 20 gennaio sono stati resi noti i risultati definitivi di questo studio di fase III della durata di due anni che ha coinvolto 1326 persone con sclerosi multipla recidivante-remittente.

Le persone partecipanti allo studio sono state suddivise in tre gruppi di trattamento, due trattati con la cladribina e l’altro con il placebo; in particolare durante il primo anno, le compresse di cladribina sono state somministrate in due (3,5 mg/kg dosaggio totale) o quattro (5,25 mg/kg dosaggio totale) cicli di trattamento. Mentre nel secondo anno, sono stati somministrati due cicli di trattamento a tutti i gruppi; e ciascun ciclo prevedeva una somministrazione quotidiana per quattro o cinque giorni consecutivi.

Il tasso di ricaduta è stato ridotto in modo significativo rispetto al placebo in entrambi i gruppi di trattamento, in particolare del 57,6% nel gruppo a basso dosaggio e dal 54,5% nel gruppo ad alto dosaggio. Inoltre la percentuale di persone che sono rimasti liberi da ricadute oltre le 96°settimane è stata del 79,7% nel gruppo a basso dosaggio, del 78,9% nel gruppo ad alto dosaggio e del 60,9% in quelli trattati con placebo. Il rischio di un cambiamento sostenuto a 3 mesi nella scala EDSS, che misura le disabilità collegate alla SM, è stato ridotto del 33% nelle persone trattate con la dose bassa e del 32% in quelle con il dosaggio più alto del farmaco rispetto al placebo. Infine la cladribina ha anche ridotto l'attività della malattia intesa come formazione di nuove lesioni attive evidenziate dalla risonanza magnetica.

Tra gli effetti collaterali, più frequentemente segnalati in entrambi i gruppi trattati con cladribina, la linfocitopenia (diminuzione dei globuli bianchi), che si è verificata nel 21,6% a basso dosaggio e nel 31,5% con il dosaggio più alto. Una maggiore frequenza di infezioni da Herpes zoster, che si è verificata in 20 persone (2,3%) trattati con cladribina e in nessuna delle persone con placebo. Basandosi su quelli che sono i meccanismi di azione del farmaco è probabile che una volta che tale terapia venga approvata sia richiesto un periodico monitoraggio dei globuli bianchi.

Nel luglio 2009 l’azienda aveva annunciato di aver presentato la domanda all’EMEA, ente che controlla la sicurezza dei medicinali nei Paesi europei, per ottenere la licenza per cladribina e nel novembre 2009, la Merck Serono aveva annunciato di aver ricevuto da parte della Food and Drug Administration (FDA) una lettera di “rifiuto” alla prosecuzione delle procedure di autorizzazione della molecola perchè la documentazione presentata risulterebbe incompleta. L’azienda ha previsto un incontro con la FDA per determinare i documenti necessari affinché l'applicazione venga accettata per la revisione.

Oltre al presente studio pubblicato, sono in fase di realizzazione altri studi sulla cladribina, in particolare: l’estensione dello studio CLARITY, studio di fase III della durata di due anni, lo studio ORACLE MS di fase III per valutare l’efficacia e la sicurezza di cladribina compresse in persone a rischio di sviluppare sclerosi multipla e lo studio ONWARD di fase II con placebo, per valutare la sicurezza e tollerabilità dell’impiego aggiuntivo del trattamento con Cladribina compresse nei pazienti con forme recidivanti di sclerosi multipla, che hanno manifestato una progressione della malattia nel corso della terapia con interferone-beta.

Bibliografia
Gavin Giovannoni, M.B., B.Ch., Ph.D., Giancarlo Comi, M.D., Stuart Cook, M.D., Kottil Rammohan, M.D., Peter Rieckmann, M.D.,Per Soelberg Sørensen, M.D., D.M.Sc., Patrick Vermersch, M.D., Ph.D., Peter Chang, Ph.D., Anthony Hamlett, Ph.D., Bruno Musch, M.D., Ph.D. ,and Steven J. Greenberg, M.D., for the CLARITY Study Group A Placebo-Controlled Trial of Oral Cladribine for Relapsing Multiple Sclerosis N Engl J Med. 2010 February, 362 (5)