Salta al contenuto principale

20/05/2015

L'On. Biondelli: ''nel Jobs Act un passo avanti per colmare il gap tra necessità e risposte''

L'On Biondelli

Nella foto: L'On Franca Biondelli firma la Carta dei diritti in occasione del Congresso FISM 2014, accanto a lei Roberta Amadeo, Presidente Nazionale AISM, e Mario Alberto Battaglia, Presidente FISM

 

Mercoledì 21 maggio 2015 a Roma - presso il Senato della Repubblica - è stata presentata insieme alle istituzioni l'Agenda della SM, percorso che l'Associazione Italiana Sclerosi Multipla intende realizzare per rivoluzionare il mondo della SM. Sono dieci i punti che dovranno essere concretizzati nei prossimi anni affinché le richieste espresse nella Carta dei diritti delle persone con SM - lanciata nel 2014 e firmata da decine di migliaia di persone - diventino realtà. Di seguito il messaggio dell'On. Franca Biondelli, Sottosegretario del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, tra i primi firmatari della Carta dei diritti lo scorso anno.

 

È ormai passato un anno da quando, il 28 maggio 2014, ho avuto l’onore di essere tra i primi firmatari della Carta dei Diritti delle persone con sclerosi multipla. Si era trattato, allora, non solo dell’apposizione di una semplice firma ma anche dell’assunzione di responsabilità nei confronti di tutti quei soggetti che, a causa della loro fragilità, vedono aumentate le loro difficoltà nell’accedere e nel mantenere il proprio posto di lavoro.

 

Lo scorso 14 maggio, l’XI Commissione Lavoro della Camera dei Deputati ha dato parere favorevole al IV decreto attuativo del cosiddetto Jobs Act, riguardante il testo organico delle tipologie contrattuali e della revisione della disciplina delle mansioni.

 

Tale provvedimento è importante perché prevede, all’articolo 6, il diritto alla trasformazione del rapporto di lavoro da tempo pieno in part time, non solo per i lavoratori affetti da patologie oncologiche ma anche per coloro che sono affetti da gravi patologie cronico-degenerative ingravescenti. Non solo: viene prevista la priorità nella trasformazione anche nel caso che tali patologie interessino il coniuge, i figli o i genitori del lavoratore.

 

Certamente, tale misura non risolve tutti i problemi, ma sicuramente ci fa compiere un passo avanti nella giusta direzione, che intendo perseguire con determinazione affinché – come espresso l’anno scorso – passo dopo passo si giunga a colmare il gap tra necessità e risposte.