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09/11/2014

Sclerosi multipla: può la vitamina D essere utile nel trattamento della fatica?

L’assunzione di alfacalcidiolo - una versione sintetica – ha ridotto la gravità del sintomo e le ricadute nelle persone con SM. Lo dimostra uno studio israeliano, i cui risultati vanno confermati da ulteriori ricerche

Vitamina D

 

La fatica è uno dei sintomi più comuni della sclerosi multipla e può avere un grande impatto sulla qualità di vita delle persone. Al momento non ci sono farmaci specificamente approvati per il trattamento di questo sintomo. Uno studio israeliano pubblicato online sulla rivista Multiple Sclerosis (2014 Oct 24) ha esaminato se l’assunzione di alfacalcidiolo - una versione sintetica della vitamina D impiegata di solito per trattare le carenza di questa vitamina - potesse avere un qualche effetto sulla fatica nelle persone con SM.

 

I risultati hanno evidenziato una significativa riduzione della gravità della fatica per chi ha assunto l’alfacalcidiolo. Durante lo studio nel gruppo di trattamento era significativamente diminuite le ricadute rispetto al gruppo di controllo, anche se dopo la fine dello studio  il numero di  ricadute era tornato a salire.

 

I partecipanti sono stati selezionati casualmente dal Registro israeliano per la SM denominato Sheba, 600 persone con SM ed è stata valutata la fatica con la Fatigue Severity Scale (FSS), di queste solo 158 avevano i criteri di inclusione allo studio. Queste persone sono state suddivise in due gruppi, uno in trattamento con alfacalcidiolo (1mcg al giorno), costituito da 78 persone e uno di controllo, costituito da 80 persone che assumevano placebo. In entrambi i gruppi i dati demografici, EDSS ed anche i trattamenti modificanti la malattia era molto simili. I partecipanti sono stati valutati ogni mese durante il periodo di trattamento di 6 mesi e anche a due mesi dal termine dello studio. Le valutazioni  comprendevano la valutazione con EDSS, numero di ricadute, Fatigue Impact Scale (FIS), Modified Fatigue Impact Scale (IFM) e il questionario RAYS, che valuta la qualità della vita.

 

I ricercatori, nonostante i risultati incoraggianti, sottolineano la necessità di ulteriori studi, più numerosi e condotti per un periodo di tempo più lungo per confermare quanto osservato dal presente studio. Inoltre sarà utile e necessaria una valutazione anche della sicurezza dell’utilizzo dell’alfacalcidiolo nelle persone con SM.