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16/07/2014

Un intervento non-farmacologico efficace contro la fatica nella sclerosi multipla

È stato sviluppato un nuovo trattamento di neurostimolazione per contrastare la fatica nelle persone con sclerosi multipla. Lo studio cofinanziato da AISM e la sua Fondazione FISM, recentemente pubblicato sulla rivista scientifica Journal of Neurology è stato coordinato dalla dottoressa Franca Tecchio di LET’S -Istituto di scienze e tecnologie della cognizione del Consiglio nazionale delle ricerche (Let’s-Istc-Cnr) di Roma presso l’Unità Sclerosi Multipla dell’Ospedale Fatebenefratelli Isola Tiberina.

Uno degli effetti più invalidanti della sclerosi multipla (SM), è la stanchezza cronica, per la quale non esistono al momento terapie efficaci. La fatica può essere definita come una percezione personale di mancanza di energia fisica e mentale tale da interferire con le normali attività e le azioni che desideriamo compiere. La percezione di spossatezza comprende fattori fisici, cognitivi e sociali. I farmaci attualmente prescritti per la fatica nella SM non sono riconosciuti come efficaci e ad oggi gli strumenti a disposizione per contrastare la fatica comprendono una dieta sana, esercizio fisico e lo sviluppo di strategie chiamate di efficienza energetica.

Poiché la letteratura scientifica mostra in modo chiaro che col crescere della fatica si aggravano le alterazioni dell’attività di certe regioni del cervello e dei loro rapporti funzionali, un team di ricercatori di Roma si è concentrato sullo sviluppo di un intervento che compensasse queste alterazioni. Esistono infatti tecniche di neuromodulazione, capaci di modificare selettivamente i bilanciamenti funzionali tra aree del cervello. Al crescere della fatica, le regioni di controllo del movimento (M1) divengono troppo eccitabili e le regioni che ricevono informazioni tattili e percettive dal corpo (aree somatosensoriali, S1) divengono meno eccitabili e comunicano male con quelle di controllo del movimento.

I ricercatori di questo studio hanno sviluppato un nuovo metodo per supportare selettivamente S1, senza aumentare ulteriormente l’eccitabilità di M1, attraverso un elettrodo personalizzato sagomato proprio con la regione corticale S1, da un emisfero all’altro, posizionato in base alla risonanza cerebrale del paziente. Hanno applicato una stimolazione transcranica con corrente continua sulle regioni S1 di controllo di tutto il corpo, arti sinistri e destri superiori ed inferiori inclusi, anziché sulle regioni sensorimotorie di solo controllo della mano. Lo studio clinico, cross-over, randomizzato, in doppio cieco, controllato verso sham (stimolazione placebo) ha misurato se il trattamento modificasse i livelli di fatica in un gruppo di 10 persone con SM affaticate. Il sintomo è stato quantificato con la scala validata internazionalmente, la MFIS. A ciascun persona con SM sono stati somministrati due blocchi di stimolazione, uno reale, l'altro sham, in ordine casuale. Ogni blocco consisteva in 5 giorni di stimolazione transcranica in corrente continua (tDCS) per 15 min, anodica sulle aree primarie somatosensoriali di entrambi gli emisferi.

I risultati hanno mostrato che, mentre non vi era alcun effetto dopo sham (placebo), il trattamento di neuromodulazione personalizzato ha ridotto la fatica in tutte le persone con SM, in media del 26% (p = .002).Questo intervento personalizzato di neuromodulazione sulle aree somatosensoriali bilaterali ha alleviato la fatica in persone con sclerosi multipla con lieve disabilità, fase in cui i sintomi di fatica ostacolano più gravemente la loro qualità di vita. Questi risultati supportano il concetto che interventi mirati che modificano i bilanciamenti delle attività di specifiche regioni cerebrali costituiscano un trattamento non‑farmacologico adatto contro la fatica nella sclerosi multipla .

Multiple sclerosis fatigue relief by bilateral somatosensory cortex neuromodulation.
Tecchio F, Cancelli A, Cottone C, Zito G, Pasqualetti P, Ghazaryan A, Rossini PM, Filippi MM.
J Neurol. 2014 May 23. [Epub ahead of print]