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Convenzione ONU

diritti

 

Il 23 febbraio 2009 anche l’Italia ha ratificato la Convenzione ONU sui diritti dei disabili, trattato internazionale che sancisce i diritti delle persone con disabilità e vincola gli Stati firmatari a rispettarli.

 

La Convenzione è stata definitivamente approvata alle Nazioni Unite il 26 agosto 2006, dopo un iter iniziato nel 2002, e dopo cinque anni di lavoro di un Comitato internazionale istituito ad hoc presso le Nazioni Unite, a cui hanno partecipato attivamente le associazioni e federazioni delle persone disabili (anche dall'Italia).

 

Fra i suoi contenuti la Convenzione sancisce principi fondamentali come l'autonomia individuale, la libertà di scelta, l'indipendenza; la non discriminazione; la piena ed effettiva partecipazione e inclusione nella società; ha inoltre obiettivi specifici quali il mainstreaming, cioè inclusione in tutte le politiche ordinarie (trasporti, istruzione, lavoro ecc.) dei temi della disabilità. Questi principi ed obiettivi si concretizzano poi in obblighi per i Paesi firmatari come ad esempio quello di coinvolgere attivamente le organizzazioni di persone con disabilità nell'applicazione della legislazione e delle politiche riguardanti la Convenzione. 

 

Il 3 maggio 2008 la Convenzione è entrata concretamente in vigore per gli Stati che l’hanno sottoscritta e ratificata (con la ratifica del ventesimo Stato firmatario). Da allora 185 Stati l’hanno sottoscritta, 100 l’hanno ratificata, 164 hanno sottoscritto il protocollo facoltativo, 94 hanno ratificato anche quest’ultimo. Si tratta di un concordato straordinariamente importante, principalmente per due ragioni: da un lato, prevede a livello mondiale una nuova base culturale della disabilità, una fondamentale evoluzione del concetto di handicap, per cui si tratta di una condizione umana, prodotta dall’interazione con la società e i diritti riconosciuti da chi la sottoscrive sono ritenuti “diritti umani”, come tali inviolabili e direttamente applicabili; dall’altro stabilisce quindi precisi impegni per i Paesi che la ratificano.

 

La stessa Convenzione prevede infatti l’istituzione di un Comitato internazionale sui diritti delle persone con disabilità, che ha il compito di seguire la sua applicazione negli Stati firmatari, attraverso un sistema di monitoraggio internazionale.

 

Vale la pena ricordare che la Convenzione è costituita però da due parti: la parte per così dire dei principi e il così detto protocollo opzionale, che consente anche al Comitato sui Diritti Umani delle Persone con Disabilità di ricevere ricorsi individuali, da parte di singoli o di gruppi, e di avviare eventuali procedure d'inchiesta. Particolarmente importante è quindi anche l’accettazione e sottoscrizione da parte degli Stati, che la ratificano, del protocollo: con esso gli Stati riconoscono specificatamente un potere d’inchiesta e controllo al Comitato internazionale e la possibilità che anche associazioni e gruppi o singoli possano inviare comunicazioni di violazione della Convenzione all’ONU allo stesso.

 

Tutti gli Stati che l’hanno ratificata, tra questi l'Italia, devono attuarla e integrarla nelle altre normative, preparando periodicamente un rapporto sullo stato di applicazione della Convenzione, da sottoporre al Comitato internazionale. Per la prima volta quindi è obbligatorio monitorare le politiche sulla disabilità.

 

La legge di ratifica italiana del 2009, allo scopo di garantire l’applicazione della Convenzione e il miglioramento delle politiche per la disabilità nel nostro Paese, prevede in particolare anche la creazione di un sistema di controllo nazionale: nel 2011 è stato istituito per la prima volta l’Osservatorio nazionale sulla disabilità (https://www.osservatoriodisabilita.gov.it/it/).

 

L’Osservatorio viene nominato dal Ministero del Lavoro e delle politiche sociali e dura in carica 3 anni; si articola in una segreteria tecnica e in un Comitato tecnico scientifico (CTS), che si avvale a sua volta di gruppi di lavoro tecnici specifici per tema, con la diretta partecipazione a tutte le sue attività e articolazioni delle associazioni rappresentative delle persone con disabilità. Ha come compiti principali di promuovere l’attuazione della Convenzione e monitorarla; promuovere la raccolta di dati statistici sulla condizione delle persone disabili, fondamentali per programmare interventi necessari; predisporre la Relazione sullo stato di attuazione delle politiche sulla disabilità; predisporre i Programmi di azione biennale

 

In particolare nel 2013 l’Osservatorio, ha approvato infatti il primo piano di azione biennale per la disabilità, previsto dalla legge di ratifica e assunto poi dal Governo: un documento di grande valore che definisce le linee intervento concrete e indispensabili, che lo Stato deve realizzare, per applicare concretamente in Italia i Diritti sanciti dalla Convenzione.

 

Successivamente l’Osservatorio ha condotto diversi lavori nei gruppi ed ha concluso con la riunione plenaria il 13 luglio 2016: ogni gruppo tecnico ha prodotto in quell'occasione uno specifico documento di indicazioni per ciascun tema di competenza (lavoro, accertamenti medico legali, vita indipendente etc); il CTS ha vagliato e accorpato i singoli elaborati dei gruppi, raccolto anche le loro proposte da presentare al Governo, nonché discusso il nuovo Secondo piano di azione biennale.

 

L’Osservatorio tra il 2017 e 2018 ha subito una battuta di arresto; è stato convocato e rilanciato il 24 gennaio 2019. Sono ripresi quindi assiduamente i lavori di tutti i gruppi e dell’Osservatorio, che sta preparando il nuovo programma biennale e proposte sui vari fronti della Legge delega per la disabilità (https://www.aism.it/pubblicata_legge_delega_della_disabilita), del PNRR  (https://www.aism.it/piano_nazionale_di_ripresa_e_resilienza_il_contributo_di_fish_fand_il_governo) e le varie riforme in esso previste.
AISM partecipa attivamente all’Osservatorio a partire dalla sua istituzione, sia nei gruppi di lavoro tecnici, sia al Comitato Tecnico Scientifico a fianco di FISH. 

 

Ultimo aggiornamento gennaio 2023