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13/11/2023

Covid, l’infezione non peggiora la sclerosi multipla

Uno studio, cofinanziato da FISM, mostra che l’infezione da Covid non influenza la progressione della malattia, rassicurando le persone con SM anche in questa nuova fase di convivenza con il virus

 

Tutte le misure restrittive messe in atto per proteggerci dal Covid in pandemia sono state a lungo una sorta di “cuscinetto” contro il rischio di infezione. Oggi l’emergenza è ormai finita, abbiamo a disposizione da tempo i vaccini ma sono scomparse le mascherine e tutte le altre misure di restrizione.

 

Il virus, anche se ormai diverso da quello che colpiva una popolazione senza alcun tipo di immunità nel 2020, non è però scomparso e c’è chi si chiede che rischio corrano le persone con malattie croniche. Non solo per complicazioni legate all’infezione, ma anche per l’effetto che questa potrebbe avere sulle malattie stesse. Le persone con sclerosi multipla per esempio, in caso di Covid, peggiorano dopo l’infezione? La malattia progredisce? No, come mostra oggi uno studio appena pubblicato sul Journal of Neurology, Neurosurgery, and Psychiatry e cofinanziato da FISM.

 

“Durante la pandemia c’è stato molto timore sui possibili effetti che un’infezione da Covid avrebbe potuto avere nelle persone con sclerosi multipla - spiega Massimo Filippi, Professore Ordinario di Neurologia, direttore dell’Unità di Neurologia, del servizio di Neurofisiologia e dell’Unità di Neuroriabilitazione dell’IRCCS Ospedale San Raffaele, responsabile dello studio: “I timori erano diversi: da un lato si temeva che l’infezione potesse essere più grave nei pazienti con sclerosi multipla, perché fragili e trattati con farmaci immunosoppressivi, dall’altra la paura era che il Covid accelerasse la malattia”.

 

Diversi sono gli studi che hanno cercato di rispondere alle domande aperte con l’arrivo della pandemia. Oggi per esempio sappiamo che, specialmente in caso di trattamento con alcuni farmaci (come le terapie anti-CD20), il rischio di infezione e di complicazioni può aumentare, ma le persone con sclerosi multipla possono contare su una risposta immunitaria dei linfociti T paragonabile a quella di persone senza la malattia. Sappiamo anche che alcuni fattori più di altri predispongono o proteggono dal rischio di infezione, come osservato rispettivamente per un aumentato numero di contatti sociali e per valori più elevati di vitamina D. Non era invece ancora chiaro in che modo il Covid influenzasse l’andamento della malattia e per comprenderlo il team di Filippi ha messo a confronto 174 persone con SM con infezione da Covid con persone con SM senza infezione e li ha seguiti per un periodo di 18-24 mesi.

 

Durante il follow-up i ricercatori hanno cercato di capire se l’infezione determinasse dei cambiamenti a livello clinico (anche grazie all’utilizzo della risonanza magnetica), o se potessero peggiorare disabilità, disturbi cognitivi o sintomi quali depressione, ansia e fatica. Gli scienziati non hanno però trovato differenze nei due gruppi, ovvero tra persone con sclerosi multipla con o senza infezione: “Questi sono dati molto rassicuranti per le persone con sclerosi multipla, per la situazione attuale e per una eventuale ripresa della malattia, anche se Covid è ormai una malattia diversa da quella che era agli inizi della pandemia”, commenta Filippi. “Oggi sappiamo bene come gestire il rischio infettivo con i farmaci immunosoppressivi, e che le persone con sclerosi multipla possono impiegare più di tempo a riprendersi dopo l’infezione, ma senza destare per questo alcuna preoccupazione - conclude il ricercatore - ora sappiamo inoltre che l’infezione non modifica il decorso della malattia”. Almeno in persone con sclerosi multipla giovani e con Covid lieve, come osservato nel campione di studio.

 

Non per questo però cambiano le raccomandazioni per le persone con sclerosi multipla in fatto di vaccini e misure di riduzione del rischio, puntualizza Filippi. Ulteriori studi, con follow-up più estesi e che coinvolgano persone con sclerosi multipla con manifestazioni più gravi di infezione da Covid potranno aiutare a completare il quadro della situazione, concludono gli autori.

 

Referenza

Titolo: COVID- 19 has no impact on disease activity, progression and cognitive performance in people with multiple sclerosis: a 2-year study

Rivista: Journal of Neurology, Neurosurgery, and Psychiatry

Autori: Federico Montini, Agostino Nozzolillo, Nicolò Tedone, Damiano Mistri, Paola MV Rancoita, Chiara Zanetta, Alessandra Mandelli, Roberto Furlan, Lucia Moiola, Vittorio Martinelli, Maria A Rocca, Massimo Filippi

Doi: 10.1136/jnnp-2023-332073

 


 

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