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Eculizumab

 

L'autorizzazione all'uso di eculizumab da parte di FDA, EMA e Ministero della Salute, del Lavoro e del Welfare giapponese è basata sui risultati dello studio registrativo PREVENT, (Pittock et al. NEJM 2019) e riguarda il trattamento di pazienti con NMOSD, adulti, positivi per anticorpi anti-AQP4 (AQP4-Ab+) e con un decorso recidivante della malattia. Tale indicazione esclude dal trattamento gli adolescenti e i pazienti che hanno subito un solo attacco clinico di malattia.

 

Lo studio PREVENT è uno studio internazionale, multicentrico, di fase III, randomizzato, in doppio cieco, controllato vs placebo in cui è stata valutata l'efficacia e la sicurezza di eculizumab in 143 pazienti adulti con NMOSD recidivante AQP4-Ab+. Alcuni dei pazienti inclusi erano già in terapia immunosoppressiva con azatioprina, micofenolato o steroidi ed è stata consentita la prosecuzione di tale terapia durante lo studio.

 

L’endpoint primario dello studio è il tempo alla prima recidiva.

 

Il programma di sviluppo clinico di eculizumab ha previsto, inoltre, uno studio di estensione (ECU-NMO-302), tuttora incorso, disegnato per acquisire evidenze sulla sicurezza e sul mantenimento della risposta clinica. Tutti i pazienti inclusi, provenienti dallo studio registrativo hanno proseguito il trattamento con Eculizumab. 

 

I risultati dello studio PREVENT e della prima analisi ad-interim dello studio ECU-NMO-302 dimostrano che, nei pazienti con NMOSD AQP4-Ab+ da moderata a grave eculizumab:

•  riduce del 94% il rischio di recidiva (HR 0,058) in confronto a placebo.

•  aumenta il numero di pazienti liberi da ricadute ad uno ed a tre anni dall’inizio del trattamento (97.9% dei pazienti trattati con eculizumab vs. 63% dei pazienti trattati con placebo e 96.4% dei trattati con eculizumab vs 45.4% dei trattati con placebo rispettivamente).

•  riduce il tasso annualizzato di recidiva (ARR) del 95.5% (p<0.0001) rispetto al placebo.

•  riduce significativamente l’impatto della disabilità post-recidiva. Una percentuale inferiore di pazienti trattati con eculizumab rispetto ai pazienti trattati con placebo ha un peggioramento della disabilità post-recidiva, misurata con gli score Expanded Disability Status Scale (EDSS) e Hauser Ambulation Index (HAI)

•  migliora in maniera statisticamente significativa la qualità di vita dei pazienti post-recidiva.

•  riduce in maniera statisticamente significativa il tasso annualizzato di ospedalizzazione (eculizumab vs. placebo: 0.26 vs. 0.78; p<0.0001) e il tasso annualizzato di ospedalizzazione associata alla recidiva (0.04 vs. 0.31; p<0.0001).

 

Il trattamento con eculizumab è risultato ben tollerato e il profilo di safety sufficientemente buono. Gli eventi avversi più frequenti dei pazienti trattati con eculizumab sono state: le infezioni del tratto respiratorio superiore, la cefalea, le rinofaringiti e le infezioni del tratto urinario.

 

Il trattamento con eculizumab, bloccando il sistema del complemento blocca, infatti, non soltanto la lisi cellulare indotta dagli anticorpi patogenetici anti-AQP4, ma anche la lisi cellulare indotta da anticorpi che dovrebbero proteggere da infezioni da batteri capsulati; questo meccanismo d’azione aumenta il rischio di infezioni batteriche e rende necessaria la vaccinazione per meningite menigococcica prima dell’inizio del trattamento.

 

Lo schema terapeutico di somministrazione di eculizumab prevede una fase iniziale con la somministrazione di 900 mg di eculizumab per via endovenosa (ev) ogni settimana per 4 settimane, seguita da una fase di mantenimento che prevede la somministrazione di 1200 mg di Eculizumab ev la quinta settimana, seguita da 1200 mg di Eculizumab ev ogni 2 settimane.

 

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Ultimo aggiornamento: 20/03/2023