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Inebilizumab

 

Inebilizumab è un anticorpo monoclonale umanizzato anti CD-19designato farmaco orfano da EMA per il trattamento di pazienti adulti AQP4-Ab+ trattati con immunosoppressori. Nel giugno 2020 ha ricevuto anche l’approvazione in USA dalla FDA nei soggetti adulti affetti da NMOSD.

 

L’approvazione di Inebilizumab è basata sui dati di uno studio RCT di fase 2/3 (N-Momentum) in cui sono stati inclusi 230 pazienti con NMOSD liberi da terapia immunosoppressiva.

 

L’endpoint primario è definito come l’intervallo di tempo alla prima ricaduta.

 

Lo studio dimostra:

• Una riduzione del numero di pazienti che hanno avuto ricadute nel braccio trattato con inebilizumab rispetto al braccio trattato con placebo (21/174 -11% vs 22/56 -39%) determinando una riduzione del rischio di relapse del 74% nel periodo di studio (HR 0.27, 95% CI 0.15-0.50; p<0.001, number needed to treat 3.7). Tale riduzione del rischio saliva al 77% se si considerava il solo gruppo di pazienti AQP4-Ab+.

 

Il disegno di tale studio, con una riduzione del periodo doppio cieco finalizzata a ridurre il tempo di permanenza del paziente in placebo a soli 6 mesi, non consente di fornire il dato relativo ai pazienti liberi da ricadute a uno o due anni.

 

Per quanto riguarda il profilo di sicurezza di inebilizumab, sebbene non si siano verificate infezioni opportunistiche nei 6 mesi di trial vs placebo, potenzialmente gli eventi avversi attesi sono i medesimi di altri farmaci depletori delle cellule B già in uso off-label. Particolare attenzione andrà posta, petanto, agli effetti connessi alla soppressione a lungo termine dell’immunità adattiva ed alla riduzione delle IgG sieriche.

 

Lo schema terapeutico di somministrazione di inebilizumab consisite in due somministrazioni endovenose singole da 300 mg a distanza di 2 settimane l’una dall’altra. Le dosi successive (a partire da 6 mesi dalla prima infusione) comprendono singole infusioni endovenose da 300 mg somministrate ogni 6 mesi.

 

In conclusione, l’approvazione di tre nuovi farmaci (eculizumab, satralizumab ed inebilizumab) per il trattamento delle NMOSD, consentirà nel breve termine di ampliare le opzioni terapeutiche per il trattamento di tale grave patologia offrendo la possibilità di personalizzare il trattamento in classi specifiche di pazienti e ridurre la disabilità a lungo termine.

 

Affinché tali trattamenti siano disponibili in Italia è necessario il parere all’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), che definirà il prezzo e i dettagli sulla rimborsabilità.

 

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Ultimo aggiornamento: 20/03/2023