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Modelli sperimentali

Un’adeguata pianificazione della ricerca dovrebbe sviluppare modelli sperimentali che possano fornire risposte ai numerosi quesiti ancora aperti.
Contemporaneamente, potrebbe ridurre l’utilizzo della sperimentazione animale, limitandola ai casi in cui le finalità scientifiche siano ben chiare e sottoponendola a un rigido controllo etico.
Le strategie più importanti su cui focalizzare l’attenzione dovranno dunque essere sviluppare modelli che riproducano fedelmente la patogenesi della malattia e permettano di comprendere a fondo i meccanismi del danno assonale e della sua riparazione, nonchè sperimentare nuove proposte terapeutiche.

I risultati di molti studi compiuti sull’animale non sono trasferibili all’uomo in parte a causa delle diversità filogenetiche tra le specie, ma anche perché i modelli disponibili non sono in grado di rappresentare fedelmente la complessità della malattia umana.
Anche nuove tecniche diagnostiche potrebbero essere validate attraverso modelli animali.
Un esempio potrebbe essere l’utilizzo di nuove tecniche di marcatura che permettano la visualizzazione nell’animale di sottopopolazioni cellulari specifiche (per esempio linfociti o cellule neurali) o di eventi biologici quali l’infiammazione o la demielinizzazione.
La sperimentazione animale rappresenta comunque il necessario modello pre-clinico per vagliare nuove terapie e per sviluppare nuove strategie terapeutiche, quali per esempio tecniche di terapia genica.