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Maria Pia Sormani e AISM: pioniere della salute

C’è anche la professoressa Maria Pia Sormani tra le “donne pioniere” che la Regione Liguria porta alla ribalta, oggi, con una mostra fotografica a Genova, Savona, Spezia e Imperia. Con le foto dell'archivio Leoni e testimonianze dal vivo, l'iniziativa dà rilievo a tutte le donne, di ieri e di oggi, capaci di distinguersi nei rispettivi campi e cambiare la storia di tutti noi.

08/03/2023

Nel 1967, mentre AISM stava per nascere Rosanna Benzi, la prima donna vissuta in un polmone d’acciaio, colpiva il mondo con la sua forza vitale e altre giovani manifestavano profeticamente per la pace e «un mondo unito senza violenza».

 

pioniere_Genova_8 marzo

 

E la professoressa Maria Pia Sormani, del Dipartimento di Scienze della Salute dell’Università di Genova, ricercatrice di valore internazionale sulla sclerosi multipla, responsabile di diversi progetti di ricerca di AISM con la sua Fondazione,  è una delle testimoni di cosa voglia dire essere oggi donne pioniere di nuove conquiste.

 

La Regione l’ha scelta per avere coordinato il più grande studio mondiale sull’interazione tra il vaccino anti Covid e la sclerosi multipla: «è un riconoscimento che va anche ad AISM – dice - che ha voluto e coordinato la raccolta dati sullo stato di salute delle persone con SM durante la pandemia, subito, nel primo mese di pandemia, in un momento in cui le emergenze mediche erano pazzesche, i medici erano completamente destabilizzati, consapevoli di rischiare la vita ogni giorno in Ospedale e a tutto si pensava tranne che a raccogliere dati. E questi medici, uomini e donne, rispondendo all’appello di AISM e della Società Italiana di Neurologia hanno inserito i dati, uno per uno, in una piattaforma specifica, dando in tempi rapidi risposte rassicuranti per persone con SM, disorientate e a volte terrorizzate, come tutti, da quello che stava succedendo».

 

Mostra Pioniere_Genova_ 8 marzo 2023

 

Le donne pioniere sono così, costruiscono risposte che valgono per tutti e sempre, anche in condizioni impraticabili. E lo fanno insieme, non da sole.

 

«Io – dice Sormani –  come donna nel mondo della ricerca non ho mai percepito né discriminazione né senso di superiorità. Certo, non è stato facile. Quando ero ancora una giovane ricercatrice precaria, all’Istituto dei Tumori, ho scelto di diventare madre. Avrei dovuto rinunciare al mio contratto precario, fermare tutto. I miei responsabili mi hanno consentito di continuare a lavorare mentre facevo la mamma. Mi svegliavo alle 4 del mattino per allattare il piccolo e poi rimanevo sveglia e lavoravo, mentre lui si riaddormentava. Questa forse è la grande forza delle donne: sappiamo organizzarci, maneggiare molte situazioni insieme. Io, come tante altre donne, ho imparato a usare ogni tempo disponibile per riuscire a vivere tutta la mia vita».

 

Se vogliamo fare della nostra vita un’avventura da ricordare, essere pionieri e aprire strade per noi per gli altri, conclude Maria Pia Sormani «non conta essere donne, né essere uomini, né vivere e lavorare in Italia o all’estero: quello che conta è essere competenti e preparati al proprio compito.

 

Poi, per chi coltiva l’eccellenza, la ricerca è molto gratificante: se scopri qualcosa che non si sapeva prima, se ottieni qualcosa di utile per le persone, quello ti vale tutto».

 

Noi del mondo della sclerosi multipla sappiamo benissimo quanto vale una scoperta scientifica: tante nostre vite sono cambiate grazie alle scoperte scientifiche degli ultimi 30 anni.

 

Per questo siamo profondamente grati alle donne e anche agli uomini che spendono la loro vita perché anche la nostra abbia ogni giorno un piccolo, grande, autentico motivo di festa.