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05/06/2016

ISEE: il Governo prepara la modifica del sistema di calcolo dell’indicatore del reddito

Dopo la definitiva sentenza del Consiglio di Stato di febbraio scorso, che imponeva di non conteggiare le provvidenze per invalidità civili nell’ISEE, il 25 maggio il Governo ha approvato un Decreto per realizzare quanto disposto in giudizio

 

ll 29 febbraio 2016 il Consiglio di Stato ha confermato definitivamente che non bisogna conteggiare le provvidenze per invalidità civili nel calcolo dell’ISEE (si veda anche nostro articolo precedente). Tuttavia per realizzare questa disposizione si è reso necessario modificare anche il regolamento del calcolo dell’ISEE, nonché il software usato materialmente per tale conteggio. Su richiesta di Ragioneria dello Stato, Banca d’Italia e ANCI, preoccupati dell’effetto economico che tali disposizioni possono generare (escludere molti più cittadini dai benefici o al contrario aumentare in maniera insostenibile i beneficiari delle prestazioni sociali in base all’ISEE ), il Governo ha deciso di avviare in maniera urgente le modifiche, tramite una “decretazione d’urgenza”. In occasione della discussione di un Decreto legge inerente il sistema scolastico, è stata presentata alla VII Commissione del Senato anche una modifica alle norme sull’ISEE. Il Decreto è stato definitivamente approvato in parlamento il 25 maggio scorso.

 

La modifica apportata riprende in sostanza quanto disposto dalle sentenze e stabilisce che:

a) Dovrà essere rivisto anche il regolamento dell’ISEE del 2013. Le regole introdotte in via di urgenza varranno, pertanto, sino all’emanazione del nuovo regolamento (non è indicato un termine di tempo).

 

b) Non dovranno essere inserite fra i redditi e non dovranno dunque risultare nel conteggio dell’IRS (indicatore del reddito presenter nell’ISEE, che indica i redditi “non patrimoniali”) , le provvidenze assistenziali legate alla disabilità. Restano invece nel conteggio le provvidenze ricevute per contrasto alla povertà, per l’inclusione, l’alloggio, ecc.

 

c) Vengono eliminate le franchigie legate al livello di gravità della disabilità, che consentivano di detrarre dai redditi: 4.000, 5.500, 7.000 euro per i maggiorenni; oppure 5.500, 7.500, 9.500 euro per i minorenni (in base alla gravità della persona disabile). Al posto delle franchigie è introdotta una maggiorazione: per ogni persona disabile del nucleo familiare di riferimento dell’ISEE si potrà aggiungere 0,50 alla scala di equivalenza che si usa nel calcolo.

 

Restano invariate le altre regole: ad esempio si potranno continuare a detrarre le spese sanitarie. 

 

L’INPS non dovrà più conteggiare le provvidenze per invalidità nell’ISEE, ma l’effetto positivo del nuovo sistema di calcolo varierà molto da caso a caso: ad esempio la diminuzione effettiva del valore dell’ISEE, in base alle nuove regole, dipenderà dal fatto che il proprio ISEE derivi o meno principalmente dall’ISR, cioè dai redditi, oppure dai patrimoni del nucleo familiare. Se l’ISEE deriva principalmente dai redditi e le pensioni di invalidità “pesano molto” nei redditi della persona (cioè immaginando che le provvidenze non ci siano, l’ISEE si abbassa), non è detto che ciò sia comunque utile ad abbassare il valore ISEE, in quanto verranno meno anche le franchigie legate al livello di gravità della disabilità e anche le detrazioni per l’assistenza personale e le rette delle strutture.

 

Paradossalmente, se una persona non autosufficiente potrà non inserire l’indennità di accompagnamento nel conteggio dei suoi redditi, dovrà però anche rinunciare alle franchigie per la gravità (che erano più elevate per i non autosufficienti) e alle detrazioni per le spese che affronta per la propria assistenza, che presumibilmente per una persona più grave sono anche più elevate. Se quindi può aver una sua ragione non conteggiare le invalidità fra “i redditi” dell’ISEE, in quanto sono aiuti di natura assistenziale, erogati cioè proprio per aiutare la persona a pagarsi un’assistenza, e non sono quindi di per sé dei “guadagni”, d’altro canto vengono meno i diversi benefici previsti dal sistema di franchigie e detrazioni.

 

Andrebbe pertanto attentamente studiato come modificare l’ISEE in maniera da non produrre effetti distorcenti, in quanto, se ci si limita a togliere dal calcolo le provvidenze per invalidità, si modificano il calcolo, ma anche tutti gli adeguamenti tecnici (proposti anche da FISH e AISM nel 2012) che a suo tempo avevano consentito di rendere la proposta di riforma iniziale del Governo più equa.

 

Il Governo ha infine assunto infine l’impegno formale a "indicare tempi certi e tempestivi per la revisione del regolamento succitato, nonché a tener in considerazione per dette modifiche anche delle  spese di assistenza, della presenza di pluriminorazioni, differenziando l’indicatore a seconda della gravità della disabilità e valorizzando in modo più attento i patrimoni necessariamente accantonati per il ‘dopo di noi’.


Resta quindi ancora una questione aperta che andrà seguita attentamente nei prossimi mesi, al fine di portare avanti un miglioramento dell’ISEE, al fine di renderlo uno strumento di vera equità.