
Ognuno con la sua storia, semplice e complicata, Ibtissam e Paolo hanno dedicato un anno della propria vita per costruire itinerari accessibili per le persone con sclerosi multipla e con disabilità .
09/09/2025

Ibtissam e Paolo, per un anno, hanno messo in gioco la propria passione e “ambizione”, come dice Ibtissam, per costruire itinerari accessibili, che consentano alle persone con SM e con disabilità di viaggiare in libertà ma anche – come dice Paolo - di «passare una serata in un ristorante, visitare un museo, mangiare un gelato “iconico”, fare una passeggiata sul lungo mare, in serenità, sapendo che non dovranno fare fatica o farla fare a chi li accompagna», perché quei posti sono adeguati alle loro esigenze e rispondono ai loro desideri.
Storie diverse, persone diverse, un percorso condiviso
Ibtissam viene dal Libano e il suo sguardo anche sul servizio civile, in tempo di guerra, non può prescinderne: «Ci sentiamo spesso coi miei genitori. È bello e strano. Io sono in Italia a studiare all’Università di Genova e sono contenta di vivere in un luogo sicuro - mentre lo dice, spontaneamente sospira-. Ma è anche faticoso, perché siamo separati. Ho un fratello che studia a Padova all’Università, un altro fratello è medico in Russia, dove c’è un’altra guerra; un’altra mia sorella ha studiato a Padova e ho un ultimo fratello piccolo che ora è in Libano con papà, mamma la nonna e il nonno. Lì c’è una diversa vita sociale anche con i vicini di casa. Mangiamo insieme, cantiamo insieme, facciamo viaggi insieme. Per i miei genitori sarebbe difficile venire via dal Libano. Il Servizio civile mi ha fatto toccare con mano il valore di un mondo dove si vive in pace, tutti. Ed è stato anche una grande palestra per imparare a tenere bene in equilibrio la vita personale, a volte coi suoi problemi drammatici, e quella professionale. Venire in AISM ogni giorno, lavorare per gli altri, mi aiuta a non lasciarmi travolgere dai problemi della guerra in Libano, che colpiscono anche la mia famiglia».
Ibtissam ha poco più di vent’anni, sogna di finire gli studi universitari di Ingegneria chimica e del processo e poi di fare la specialistica e il dottorato. Ascoltarla mentre parla fa pensare a una persona già adulta, che sa quanto sia prezioso riuscire a integrare ma anche a tenere distinti gli impegni professionali – come dice lei, significativamente, parlando del suo impegno di servizio civile – e i problemi che ci tocca affrontare quando non “lavoriamo”.
Anche Paolo, impegnandosi in AISM, mette a confronto il lavoro che faceva prima e quello che vive e impara nel servizio civile: «io ho sempre fatto il barista – racconta -. Mettermi in relazione con le persone non è mai stato un problema. Eppure, qui ho imparato nuovi modi di rapportarmi agli altri e questo resterà un miglioramento per la vita. E poi, io che sono stato sempre molto pratico, qui ho imparato a usare meglio il computer e i vari programmi» (sorride, dicendolo).
Due persone diverse, con due storie differenti, per un anno hanno lavorato ogni giorno, gomito a gomito, diventando, insieme, storie e persone che in AISM costruiscono un pezzettino di mondo libero dalla sclerosi multipla.
Easy Go out: non è impossibile “uscire” dalla solita vita
Paolo e Ibtissam, scegliendo di uscire un po’ dalla propria storia per farsi compagni di viaggio di altre storie, di persone che non conoscevano, hanno lavorato, insieme a Edoardo, che ha svolto con loro il Servizio civile in AISM, alla costruzione di itinerari accessibili per tutti, all’interno del Progetto Easy Go Out, ideato da un gruppo di giovani volontari della Sezione AISM di Roma e promosso dall’Associazione in partnership con AGN ENERGIA per lo sviluppo di percorsi di turismo sostenibile e accessibile per persone con disabilità. Dal 2021 è attivo il sito di Easy Go Out, che viene continuamente arricchito di nuove informazioni.
«Insieme a una parte organizzativa, che curiamo lavorando in ufficio nella sede nazionale di AISM – racconta Paolo - è stato bello uscire spesso dall’ufficio e andare a mappare le spiagge accessibili della Liguria, fino ad Alassio e Imperia. Nel periodo invernale abbiamo mappato l’accessibilità degli alberghi della Liguria, dei teatri e cinema di Genova e anche di diversi Musei: andiamo a vedere di persona e compiliamo dei questionari con informazioni dettagliate sui vari aspetti dell’accessibilità. Indichiamo se ci sono parcheggi, se ci si può arrivare con la carrozzina, qual è l’eventuale elemento critico per chi ha problemi motori o sensoriali. Le informazioni che raccogliamo vengono da noi inserite sul sito di Easy Go Out e, per le spiagge, sulla Guida Mare Accessibile della Liguria, cui abbiamo collaborato come associazione. Sono due piattaforme che permettono a una persona con disabilità motoria di scegliere in autonomia dove andare nel tempo libero».
Un servizio che dà frutti per la vita degli altri e per la propria
Ibtissam e Paolo hanno capito e possono raccontare che fare il servizio civile in AISM è certamente un servizio agli altri ma anche un regalo che un giovane fa a sé stesso, un’esperienza che costruisce relazioni e lascia frutti preziosi per la vita intera: «Il servizio civile – dice Ibtissam - mi ha insegnato tanto. Ho sperimentato come si lavora con altre persone di diversa cultura e livello sociale. Se lavori con persone intelligenti e ambiziose – e nel mondo AISM le ho trovate – cresci anche tu, in modo quasi naturale, perché questi valori sono ‘contagiosi’. Anche lavorare in team con i miei due compagni di servizio civile, Paolo ed Edoardo, è stata un’esperienza importante. Paolo è molto simpatico, carino, anche intelligente. E poi ho imparato a descrivere l’accessibilità di un luogo, quali sono le informazioni importanti da raccogliere e condividere, come va fotografato quel luogo, con quale angolatura e luce, come le persone devono essere aiutate a raggiungerlo. Sono abilità che, in qualche modo, diventano tue per sempre. Adesso, quando vado anche per conto mio in qualche posto, quando vado all’Università, quando vedo che per entrare in certi posti ci sono solo delle scale, subito penso che lì ci sia un problema di accessibilità. Se entro in una porta, il primo pensiero è se quella porta è stretta e se consentirebbe il passaggio di una carrozzina».
Prima le persone
Siamo un’associazione di persone. Persone che si mettono insieme per uno scopo. Persone con e senza sclerosi multipla che condividono lo stesso percorso, la stessa missione, la stessa meta. Ibtissam racconta come la vita stessa delle persone con sclerosi multipla sia diventata parte della sua vita, dopo un anno passato in AISM: «una mia compagna di Università ha la SM – racconta – e ora io vedo la difficoltà che vive a livello sociale, noto lo sguardo di chi la incontra e non sa cosa sia la sclerosi multipla. La mia amica, quelli che vivono con la sclerosi multipla, sono persone come tutti, hanno tanti sogni in questa vita, ambizione, voglia di vivere. Possono avere difficoltà motorie, però, in un ambiente veramente accessibile saremmo tutti alla pari, con la stessa voglia e le stesse possibilità. Ognuno di noi potrebbe avere la sclerosi multipla. Allora dobbiamo sempre capire e fare capire agli altri cosa è la sclerosi multipla e come ci riguarda».
Se un’esperienza vale, allora facciamola continuare
C’è un ultimo frutto di questa storia: sia Paolo che Ibtissam hanno voglia di farla continuare, di restare in contatto con AISM.
«L’ho detto a Rachele, Anna, Marina, Niccolò, Simone, a tutti quelli che mi hanno accompagnato e guidato in questi mesi di servizio civile – conclude Ibtissam-: mi piace lavorare con loro, vorrei che questo tempo non finisse».
Paolo aggiunge: «Vivo in centro storico a Genova. Potrei dare una mano, in futuro, per gli eventi di sensibilizzazione sulla sclerosi multipla. Se non sarò carico di lavoro, sarò sempre disponibile per AISM».