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INPS interviene sugli assegni d’invalidità civile: FISH in campo per bloccare subito questa “ingiustizia normativa”

 

Ultimo aggiornamento 29 ottobre 2021

Anche grazie alla pressione delle Associazioni, con FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap), FAND (Federazione delle Associazioni Nazionali per la Disabilità), e AISM tra queste, il Ministro del Lavoro Orlando è intervenuto sul tema dell'invalidità civile. Dopo il messaggio 3495 di INPS che annunciava di corrispondere l'assegno di invalidità civile parziale solo alle persone che non lavorano, la mobilitazione del movimento delle associazioni per la disabilità ha suscitato la risposta delle istituzioni. Il Ministro ha detto di voler inserire, in sede di conversione in legge del Dl fiscale, un emendamento che ripristinerebbe l'assegno per chi ha un'invalidità dal 74% al 99% indipendentemente dall'attività lavorativa, se questa produce un reddito inferiore ai limiti di reddito stabiliti dalla norma attuale.
Un annuncio che mitiga le preoccupazioni delle persone con disabilità, anche se ovviamente sarà necessario monitorare che all'annuncio segua la concreta realizzazione dell'emendamento nel passaggio alle Camere. 

 

21/10/2021

Nei giorni scorsi l’INPS ha emanato il messaggio 3495 con il quale afferma che il cosiddetto assegno di invalidità civile parziale (con invalidità dal 74% al 99%, detto anche assegno mensile di assistenza, articolo 13 della legge n. 118/1971), verrà corrisposto: “fermi restando tutti i requisiti previsti dalla legge, solo nel caso in cui risulti l’inattività lavorativa del soggetto beneficiario”.

 

Il messaggio chiarisce inoltre che si fa riferimento: “ad una inattività lavorativa che prescinde dalla misura del reddito ricavato” e che “il mancato svolgimento dell’attività lavorativa” è  “al pari del requisito sanitario, un elemento costitutivo del diritto alla prestazione assistenziale”.

 

La disposizione poggia, secondo INPS, su un'interpretazione consolidata della giurisprudenza e su diverse pronunce della Corte di Cassazione degli ultimi anni.

 

Questo significa che se la persona svolge un’attività lavorativa e ne ha un qualsiasi reddito, l’INPS potrà sospendere la liquidazione dell’assegno.

 

La misura è stata presa al di fuori di un complessivo ripensamento del sistema di tutele e provvidenze, che richiederebbe un preventivo ed ampio confronto a livello istituzionale e con il pieno coinvolgimento delle associazioni di rappresentanza delle persone con disabilita, e  può provocare pesanti limitazioni  per molte  persone con disabilità.

 

Di fronte al messaggio INPS, che determina un’interpretazione “del tutto restrittiva delle norme” , come si legge nel comunicato della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap), che ha “chiesto e ottenuto un immediato incontro con la ministra per le Disabilità Erika Stefani, ciò che avverrà già nelle prossime ore, insieme ai rappresentanti dell’altra Federazione FAND (Federazione tra le Associazioni Nazionali delle Persone con Disabilità)”.

 

In queste ore quindi FISH, di cui, ricordiamo, AISM fa parte, ha avviato il confronto con il Ministro della Disabilità, per superare e fermare questa “ingiustizia normativa”, cogliendo l’occasione per rafforzare e ricordare che lo stesso presidente dell’INPS, Pasquale Tridico, durante un incontro con la Federazione: "si era impegnato in prima persona a voler migliorare i servizi per la richiesta dei benefìci da parte della persona con disabilità, oltre che a voler potenziare il processo di gestione delle prestazioni erogate” .

 

Sempre più urgente è “la riorganizzazione generale del processo di accertamento dell’invalidità”, come richiesto, proposto, avanzato da tanti anni anche da AISM anche tramite progetti di implementazione e revisione dell’accertamento medico legale portati avanti da sempre dall’Associazione. È questo un punto fondamentale dell’Agenda della SM, un’altra delle #1000azionioltrelaSM che stiamo già realizzando mentre, tutti assieme, costruiamo l’Agenda della SM 2025.