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19/01/2012

News dalla ricerca - gennaio 2012

 

Ultimo aggiornamento 31 gennaio 2012

Presenza di  IgG antivirali e  carico lesionale nella SMRR iniziale
Questa  interessante studio aveva lo scopo di valutare possibili correlazioni tra gli indici di anticorpi per virus neurotropi, come virus del morbillo, della rosolia e della varicella zoster con il carico delle lesioni in T2 in persone  con una sindrome clinicamente isolata e persone all'inizio di una SMRR. I risultati hanno mostrato che la produzione delle  IgG intratecali per il virus del morbillo era correlata con l'attività di malattia, evidenziata sia nella risonanza magnetica spinale che cerebrale nelle persone che erano  nella forma iniziale di SMRR. Una correlazione simile era stata osservata anche  con il virus della varicella zoster, ma questa non aveva raggiunto la significatività statistica. Gli autori commentano tali risultati affermando che le reazioni a questi virus fanno parte della reazione immunitaria polispecifica della sclerosi multipla e che potrebbe avere possibili coinvolgimenti nell' impatto prognostico sugli esiti clinici e di risonanza magnetica.
PLoS One.2012; 7 (1): e28094.

 

Alterazione viscoelasticità nella SM
Questo interessante studio tedesco ha utilizzato una innovativa tecnica di imaging  chiamata Risonanza Magnetica Elastografica (MRE) che è in grado di misurare quantitativamente le proprietà biomeccaniche dei tessuti in vivo. In questo studio gli autori hanno verificato le proprietà biomeccaniche dei tessuti in persone con SM ad andamento progressivo  e hanno dimostrato che due parametri viscoelastici erano diminuiti  rispetto ai controlli sani così come risultavano diminuiti  rispetto a precedenti valori citati in letteratura in persone con SMRR.
PLoS One.2012; 7 (1): e29888.

 

Immunogenicità dell'interferone beta
Gli autori hanno voluto valutare l'impatto di anticorpi neutralizzanti (NABS) su cellule responsive all’interferone-beta (IFN-beta) e sulle vie di trasmissione del segnale nelle cellule mononucleari del sangue periferico. Nell’analisi sono stati utilizzati campioni di sangue periferico provenienti da pazienti trattati, non trattati e da controlli sani. Gli autori riportano che, rispetto ai controlli, le vie di trasmissione del segnalazione JAK / STAT risultavano modulate nei  pazienti trattati NAb-negativi e inibite in tutti i pazienti trattati NAb positivi. Anche se questi risultati non sono facilmente collegabili alla risposta immunogenica dei pazienti essi dimostrano gli effetti NAb sulla trasmissione del segnale all'interno delle cellule responsive per IFN-beta e fanno pensare a implicazioni più ampie in termini di risposta immunogenica nei pazienti.
Mult Scler. 2012 Jan 27.

 

 

24 gennaio 2012

Fingolimod e pressione arteriosa
Gli autori riportano i dati derivanti dagli studi condotti sul farmaco recentemente autorizzato FTY720 (Fingolimod) sul tono vascolare e la pressione arteriosa in animali ipertesi. I ricercatori riferiscono che la somministrazione orale di FTY720 ha indotto un aumento della pressione arteriosa media negli animali ipertesi, mentre in quelli normotesi si è verificata una diminuzione della pressione sanguigna. Inoltre FTY720 ha provocato contrazioni nelle arterie carotidee sempre negli animali ipertesi ma non in quelli normotesi. Gli autori suggeriscono che il farmaco aumenterebbe il tono vascolare e la pressione arteriosa in ratti ipertesi, molto probabilmente a causa del suo effetto inibitorio sul recettore della sfingosina chinasi.
Spijkers LJ, Alewijnse AE, Peters SL. Br J Pharmacol. 17 gennaio 2012

Valutazione polisonnografica nella SM
Questo interessante articolo di un gruppo di ricercatori canadesi ha analizzato la relazione tra parametri polisonnografici (PSG) e la qualità di vita correlata alla salute. Gli autori riportano i risultati delle analisi effettuate su  62 persone con SM, dimostrando che le misure della PSG correlate ai disturbi del sonno erano associate negativamente con il Mental Component Summary (MCS) e che  i parametri della PSG che riflettevano una migliore qualità del sonno erano associati positivamente con i punteggi MCS.
Trojan DA, Kaminska M, Bar-Or A, Benedetti A, Y Lapierre, Da Costa D, Robinson A, Cardoso M, Schwartzman K, Kimoff RJ. J Neurol Sci. 16 gennaio 2012.

 

Trattamento chirurgico del tremore
Questo studio, condotto dalla Mayo Clinic, ha riportato gli esiti, dopo un lungo periodo di follow up, di trattamenti di stimolazione cerebrale profonda o di talamotomia in un piccolo gruppo di persone con SM e grave tremore. Anche se l'intervento aveva inizialmente dato buoni risultati in tutti le persone trattate, gli autori riferiscono la ricomparsa del tremore mediamente entro 3 mesi in tutti i casi studiati. La stimolazione cerebrale profonda sembrava essere migliore rispetto alla talamotomia poiché due persone erano rimaste prive di  tremore per 5 anni. Gli autori hanno concluso che il beneficio derivante da un intervento chirurgico per tremore grave in questa coorte di soggetti era di breve durata (valore mediano uguale a 3 mesi), con una prognosi negativa nel lungo termine.
Hassan A, Ahlskog JE, Rodriguez M, Matsumoto JY. Eur J Neurol. 2012 Jan 17.

 

 

17 gennaio 2012

 

Studio di risonanza magnetica
Questo gruppo di ricercatori statunitensi ha impiegato protocolli di risonanza magnetica quantitativa multimodale per valutare la correlazione tra lesioni e processi neurodegenerativi nelle persone con SM. Lo studio caso-controllo ha dimostrato non solo la presenza di un danno cerebrale diffuso in persone con SM recidivanti remittenti, come descritto in precedenza da altri studi, ma l'analisi dei risultati della RM quantitativa a livello del corpo calloso e della corteccia cerebrale, messi in relazione ai livelli di disabilità, indicano l’esistenza di una componente neurodegenerativa che è indipendente dalla presenza di lesioni rilevabili.
Hasan KM, Walimuni IS, Abid H, Wolinsky JS, Narayana PA.source: J Magn Reson Imaging. 12 gennaio 2012. doi: 10.1002/jmri.23539.

 

 

Azione dei recettori oligodendrogliali NMDA sull’encefalite allergica autoimmune
Questo interessante studio americano ha studiato gli effetti dello spegnimento del gene codificante la subunità oligodendrogliale i NR1 che è essenziale per lo sviluppo dei recettori attivi NMDA nei topi con encefalite allergica autoimmune (EAE). I ricercatori hanno scoperto che non vi era alcuna differenza significativa tra i topi KO e i topi non KO dal punto di vista del numero di assoni persi nel midollo spinale o della gravità della demielinizzazione nel midollo spinale. Neppure la delezione costituiva di NR3A, una sub unità modulatoria dei recettori oligondendrogliali per NMDA è in grado di alterare il decorso clinico dell’EAE. Questi risultati suggeriscono che i recettori oligodendrogliali per NMDA non hanno un ruolo significativo nella patofisiologia dell’EAE indotta dal peptide MOG.
Guo F, Maeda Y, Ko EM, Delgado M, M Horiuchi, Soulika A, L Miers, Burns T, T Itoh, Shen H, E Lee, Sohn J, Piacere D.source: J Neurosci. 11 gennaio 2012, 32 (2) :639-45.

 

 

Studio pilota di fase II su trapianto autologo di cellule staminali mesenchimali
Questo piccolo ma significativo studio inglese ha reso noto i primi risultati a seguito della somministrazione endovenosa di cellule staminali mesenchimali in dieci persone con SM secondariamente progressiva. È stato utilizzato un dosaggio basato sul peso corporeo e nessun evento avverso grave è stato riferito in seguito alla somministrazione, anche se tre persone hanno avuto eventi avversi lievi e autolimitanti. I ricercatori hanno utilizzato valutazioni di tipo paraclinico della via visiva come misura dell’outcome clinico e come marker surrogato della SM. I risultati sembrano suggerire alcuni miglioramenti strutturali, funzionali e fisiologici dopo il trattamento in alcuni endpoint visivi che potrebbero suggerire un possibile ruolo neuro protettivo del trattamento con cellule staminali mesenchimali.
Connick P, Kolappan M, Crawley C, Webber DJ, Patani R, Michell AW, Du MQ, Luan SL, Altmann DR, Thompson AJ, Compston A, Scott MA, Miller DH, Chandran S. Lancet Neurol. 2012 Jan 9.

 

 

Sull'argomento delle cellule staminali mesenchimali per la SM vedi anche l'intervista ad Antonio Uccelli e i dettagli del più grande studio multicentrico condotto in questo ambito con il supporto della Fondazione Italiana Sclerosi Multipla (FISM), della Associazione Inglese per la Sclerosi Multipla e della Fondazione inglese cellule staminali.