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09/10/2016

Aiuti per la non autosufficienza: cosa è importante sapere

In attesa che siano disponibili le risorse stanziate dal Governo per il 2017, ecco cosa si può fare per accedere ai fondi e chi si può contattare per reperire tutte le informazioni utili sui bandi attuali

 

Il 3 agosto scorso la Conferenza Stato Regioni ha sottoscritto il Decreto per ripartire il Fondo Non autosufficienze 2016. In attesa che il Decreto sia pubblicato in Gazzetta Ufficiale e inizi l’iter di accoglimento da parte di ciascuna Regione e la distribuzione fra gli enti locali e le Aziende sanitarie (presumibilmente a inizio 2017), vediamo cosa accade oggi e cosa si può già fare per accedere a questi Fondi.

 

In linea generale, ad oggi, le Regioni hanno già in gestione il Fondo stanziato e ripartito nel 2015 e hanno avviato diversi servizi e bandi per la non autosufficienza. Ricordiamo che si tratta di un Fondo nazionale destinato a contributi, voucher, prestazioni o servizi per le persone non autosufficienti gravi o gravissime, che viene ripartito alle Regioni ormai annualmente. Una volta che è stato diviso fra gli enti territoriali, ciascuno di essi stabilisce i criteri con cui erogare concretamente i fondi alle persone e come ripartirli fra i Comuni e le aziende sanitarie del proprio territorio.

 

Generalmente il Fondo nazionale deve comunque essere destinato al 40% del totale per le persone in condizioni gravissime (con dipendenza vitale da macchinari, ecc.).

 

Il resto (60%) dovrebbe invece essere diviso fra i Comuni e utilizzato per le persone in condizioni gravi e di non autosufficienza, al fine di rafforzare l’assistenza domiciliare (fornita dal Comune stesso, che per esempio potrà aumentare le ore); consentire alle persone di pagarsi un’assistenza a casa (in questa circostanza viene dato sotto forma di contributo); pagare ricoveri temporanei detti “di sollievo”, ecc.

 

Diverse Regioni stanziano poi anche Fondi regionali aggiuntivi rispetto ai fondi nazionali a favore di servizi per le persone non autosufficienti ed emanano, in alcuni casi, anche dei bandi specifici per determinate patologie. È utile chiarire questo aspetto poiché sono arrivate molte segnalazioni al numero verde AISM sul perché non si accede ai contributi per la Non autosufficienza. Su questo tema vi è infatti molta confusione: bisogna distinguere Fondi e servizi specifici che le Regioni destinano a particolari condizioni di salute (SLA, neoplasie maligne, ecc.) e il Fondo per le non autosufficienze, destinato a tutte le persone in stato di gravità e non autosufficienza.

 

Beneficiari
Per la quota di Fondo per la non autosufficienza destinato ai gravissimi
(quota non inferiore al 40%), il Decreto di riparto del 2015 e anche quello attuale del 2016 riportano una definizione che identifica in maniera specifica i beneficiari. L’elenco che definisce i requisiti per l’accesso ai contributi per i gravissimi è stato integrato e ampliato con l’obiettivo di raggiungere finalmente una definizione unica nazionale, uguale per tutti. Al momento dunque si può accedere e fare domanda per i bandi destinati alle persone “gravissime” se si rientra in una di queste definizioni:per i Fondi del 2015 si deve fare riferimento al Decreto di riparto 2015, art. 3; per i Fondi 2016 (quando sarà pubblicato in Gazzetta il nuovo Decreto di riparto ed e entrerà in vigore) si dovrà far riferimento al Decreto di riparto 2016, art. 3  (qui l'ultima versione non ancora pubblicata in Gazzetta della Conferenza Unificata 3 Agosto 2016)

 

Se non si ha una delle condizioni indicate, la domanda per la quota dedicata ai gravissimi non sarà accolta.

 

Per quanto riguarda invece la quota per i gravi (60%)è lasciato ad ogni Regione e poi ai singoli Comuni -o gruppi di Comuni- la definizione di cosa si intenda e chi possa accedervi. Ad esempio, alcuni Comuni richiedono l’invalidità al 100% (anche senza accompagnamento), altri sia l’invalidità sia la legge 104/92 con gravità. Inoltre, richiedono spesso il raggiungimento di un certo punteggio collegato ad una scala di valutazione utilizzata appositamente per questo scopo: alcuni utilizzano la IADL, altri la AST, la SVAMA, ecc. Si tratta di scale utilizzate per stabilire il livello di dipendenza da terzi e di fragilità della persona. Infine, in ogni caso, viene chiesto anche l’ISEE: ogni Comune stabilisce, su indicazioni generali della Regione o anche in assenza di queste, i limiti di ISEE al di sotto dei quali erogare la prestazione.

 

Quali benefici e prestazioni
In linea generale con questo Fondo vengono forniti contributi sotto forma di erogazioni monetarie mensili, voucher o simili per favorire la permanenza a domicilio della persona, che può così pagarsi l’assistenza e i servizi di cui necessita (assistenza indiretta). I fondi possono però essere anche utilizzati per incrementare i servizi domiciliari della ASL, dei Comuni e territoriali (assistenza diretta). 

 

Come fare domanda
In genere quindi possono coesistere due strade per ottenere i benefici:

1) un bando regionale per le persone gravissime, gestito dalle ASP/ASL. Le informazioni e la domanda vanno cercate presso la propria ASP/ASL o presso gli sportelli di distretto sanitario specifici (es. sportelli per la non autosufficienza).

 

2) Contributi e servizi per le persone non autosufficienti gravi gestite dai Comuni. La domanda e anche le informazioni sui requisiti e le prestazioni offerte e come accedervi vanno richieste al proprio Comune.

 

Possono altresì coesistere altri bandi per le famiglie e le persone disabili o per la vita indipendente.

 

Importante! Diverse Regioni prevedono un unico bando per i non autosufficienti, identificati con le condizioni più gravi e le domande sono gestite in maniera unitaria dagli sportelli di distretto socio sanitario. In pratica, hanno deliberato e emanato i bandi e ripartito i Fondi solo per le persone gravissime e non ci sono indicazioni e bandi per le persone gravi.

 

Nota bene
Per reperire informazioni utili si possono anche visitare il sito ufficiale della propria Regione e del Comune di residenza (cercando servizi per disabili e non autosufficienti); contattare l’URP della Regione, della propria ASL o del Comune; contattare i vari sportelli del proprio distretto sanitario e socio-sanitario (es. sportello per la non autosufficienza della ASL di residenza).