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10/10/2016

Highlights sulla ricerca di base: flora intestinale e dieta nella sclerosi multipla

Gli highlights presentati in chiusura del meeting dal prof. Edgar Meinl dell’Istituto di Neuroimmulogia Clinica dell’Università di Monaco in Germania

 

Il professor Edgar Meinl dell’Istituto di Neuroimmulogia Clinica dell’Università di Monaco in Germania, ha presentato gli highlights scientifici nella giornata conclusiva di ECTRIMS. Gli studi scelti, rappresentano solo una piccola parte degli lavori presentati al Congresso, ma mettono in luce il grande lavoro portato avanti dai ricercatori di tutto il mondo per cercare di capire la complessità della malattia, conoscere i fattori di rischio, chiarire i meccanismi patogenetici e scoprire nuove molecole che potrebbero diventare terapie innovative per la SM. Dopo gli studi sulla migrazione cellulare e i danni del sistema nervoso centrale, affrontiamo oggi quelli sulla flora intestinale e la dieta nella SM.

 

Negli ultimi anni è emerso che il rapporto tra intestino e cibo, molto importante per il benessere di ciascuna persona, può essere determinante in molte malattie come la sclerosi multipla (SM). Una funzione essenziale della flora intestinale è quella di regolare le risposte immunitarie. È stato dimostrato che nel modello sperimentale di SM, l’encefalite sperimentale autoimmune, ESA, in alcuni casi lo sviluppo della malattia dipende dal tipo di flora intestinale che hanno e, il tipo di dieta può determinare un peggioramento della malattia. Durante questo Congresso sono stati presentati vari studi focalizzati su cibo, flora intestinale e rapporto con la malattia in persone con SM.

 

Uno studio presentato dal dottor Sergio Baranzini dell’Università di San Francisco in America ha valutato se la composizione della flora intestinale influisce sulla patogenesi della SM. L’analisi dei batteri intestinali ha evidenziato differenze nelle persone con SM rispetto ai controlli. Analisi in vitro hanno evidenziato che il microbiota SM induce il sistema immunitario verso un fenotipo pro-infiammatorio. I risultati  ottenuti suggeriscono che i cambiamenti del microbiota associati alla SM alterano la differenziazione dei linfociti T in modo complesso e probabilmente attraverso meccanismi multipli. Questo studio è il primo a dimostrare gli effetti funzionali della disbiosi intestinale sul sistema immunitario nella SM.
Presentazione orale 179 -Gut dysbiosis is a feature of MS and it is characterized by bacteria able to regulate lymphocyte differentiation in vitro. S.E. Baranzini, San Francisco, United States

 

Due studi condotti da ricercatori della Dartmouth Medical School, Hanover, NH, USA, hanno valutato gli effetti della flora batterica intestinale sui linfociti B e in particolare il ruolo del fattore PSA prodotto da Bacteroides fragilis, che è stato dimostrato influenzare la riposta immunitaria della flora batterica e favorire una protezione nel modello sperimentale di SM. Queste ricerche hanno dimostrato che PSA stimola la produzione di cellule B regolatorie che proteggono il sistema nervoso centrale dall’infiammazione. Inoltre, il trattamento orale con PSA nel modello sperimentale di SM, ESA, induce la formazione di cellule B regolatorie che producono la citochina IL10, e determina una riduzione della malattia. I risultati di questi studi hanno dimostrato che uno specifico batterio intestinale può regolare le funzioni delle cellule B che, attivate, possono frenare l'infiammazione autoimmune che colpisce il sistema nervoso centrale, e forniscono la base per valutare se un intervento terapeutico nell'intestino potrebbe essere vantaggioso per rallentare la progressione della malattia.
Presentazione orale 181 -Regulatory B cell induction by the gut microbiome protects against CNS inflammation and demyelination. L. Kasper, Hanover, United States; Poster 465 - The gut microbiome affects the progression of disease in a murine model of secondary progressive MS
L. Kasper, Hanover, United States

 

Uno studio nato dalla collaborazione tra ricercatori canadesi e statunitensi ha valutato l’associazione tra flora batterica e marcatori immunitari nella SM pediatrica. Hanno analizzato in bambini e ragazzi sotto i 18 anni attraverso analisi genetiche e di cellule immunitarie T. I ricercatori hanno trovato una correlazione tra flora intestinale e marcatori immunologici, in particolare con cellule TH17, nei bambini con SM rispetto ai controlli sani I risultati ottenuti motivano i ricercatori ad ulteriori esplorazioni sia per convalidare i risultati che per  comprendere questa potenziale rottura dell'equilibrio tra microbiota e sistema immunitario che si verifica così presto nel corso della SM.
Presentazione orale 287 -Associations between the gut microbiota and immune markers in paediatric multiple sclerosis and controls.
H. Tremlett, Vancouver, Canada

 

Uno studio italiano ha valutato il potenziale ruolo dell’immunità intestinale nella patogenesi della SM. I ricercatori hanno analizzato una sottopopolazione di cellule intestinali in campioni di mucosa intestinale isolati da 23 persone con da SM recidivante-remittente e 16 controlli sani sottoposti ad endoscopia esofago-gastro-duodenale per scopi diagnostici. Sono state analizzate le cellule T ottenute dal sangue e dalla mucosa intestinale. I risultati ottenuti indicano che vi è una attivazione selettiva di linfociti Th17, cellule che nella SM causano infiammazione nella mucosa intestinale delle persone con SM. Questi risultati dimostrano che l'immunità intestinale può modulare la patogenesi della SM nell’uomo.
Presentazione orale 73 - The role of gut immunity in multiple sclerosis patients G. Dalla Costa, Milan, Italy

 

Uno studio condotto da ricercatori della Friedrich-Alexander-University, Erlangen-Nuremberg, in Germania ha analizzato gli effetti della dieta sull’immunità. Dopo studi preliminari positivi condotti nei modelli animali, hanno valutato la somministrazione orale di 2 capsule al giorno di 500mg propionato, un acido grasso a catena corta in 60 persone con SM e 30 controlli sani. Questo studio proof of concept ha dimostrato che il propionato induce l’espressione di cellule T regolatorie e la riduzione di cellule T infiammatorie. Questi risultati  confermano l'impatto degli acidi grassi alimentari sulla risposta immunitaria umana. e suggeriscono che il propionato potrebbe essere somministrato insieme ai farmaci di prima linea per la SM.
Poster 1160 -The effect of the short chain fatty acid propionate on immune regulation in MS: a proof-of-concept study. A. Duscha, Bochum, Germany

 

Diversi studi epidemiologici hanno evidenziato l'importanza dell’indice di massa corporea (BMI) sull’incidenza delle SM. Uno studio americano ha analizzato, in un gruppo di persone con SMRR di cui 26 con un alto BMI  (≥25) e 29 con basso BMI (<25), la gravità della malattia basata sulla disabilità clinica e  valutata con risonanza magnetica e  la composizione delle cellule immunitarie. Mentre l'EDSS non ha rivelato alcuna differenza statisticamente significativa nella disabilità clinica, le immagini di risonanza magnetica hanno evidenziato maggiori volumi delle lesioni T1 e un minor volume della sostanza  grigia nei soggetti con BMI altro rispetto a quelli con BMI basso. Inoltre le persone con SMRR e alto BMI presentavano una maggior conta cellulare di monociti. Per capire i meccanismi di questa correlazione hanno condotto analisi epigenomiche e metabolomiche. I risultati mostrano che nelle persone con alto BMI si verificano dei cambiamenti metabolici che determinano cambiamenti sul DNA dei monociti che potrebbero promuove un fenotipo neurotossico che contribuisce potenzialmente ad una più grave distruzione dei tessuti del sistema nervoso centrale nella MS.
Poster 990 - Epigenomic changes in monocytes from RRMS patients with high body mass index and related preclinical animal models.
P. Casaccia, New York, United States

 

Una dieta ricca di sale può peggiorare la SM. In alcuni modelli sperimentali di SM un accumulo di sale (NaCl) potenzia la risposta infiammatoria delle cellule TH17 e determina un peggioramento della malattia. Alcuni studi hanno evidenziato che alti livelli di sale possono accumularsi periodicamente nella pelle. Uno studio tedesco ha analizzato il ruolo dell’accumulo di sodio cutaneo nel modello sperimentale di SM e in persone. I risultati hanno confermato l’accumulo di NaCl nella pelle e una maggior produzione di cellule TH1 e TH17 infiammatorie nel modello sperimentale. Anche nelle persone con SM hanno osservato una maggior concentrazione di sale nella pelle ma non nei muscoli. Questi dati evidenziano un ruolo della pelle come un importante regolatore dell'omeostasi del sodio nella neuroinfiammazione, identificando così un nuovo collegamento tra dieta e patogenesi della SM.
Presentazione orale 141 - Cutaneous sodium storage is a major driver of autoimmune responses in neuroinflammation. S. Jörg, Erlangen, Germany