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01/01/2017

Forme progressive: gli effetti della biotina per la disabilità nella sclerosi multipla

I risultati suggeriscono che alte dosi della vitamina potrebbero invertire l’aumento della disabilità. Ma i numeri sono troppo piccoli per dare risposte definitive. L’articolo pubblicato sulla rivista Multiple Sclerosis

 

Un gruppo di ricercatori francesi ha pubblicato sulla rivista Multiple Sclerosis i risultati di uno studio clinico, condotto in doppio cieco con placebo, sulla biotina ad alto dosaggio (300mg al giorno) come trattamento delle forme progressive della sclerosi multipla. I risultati sembrano suggerire che alte dosi di biotina possano determinare un'inversione di disabilità. Tuttavia, il numero di persone coinvolte nello studio è relativamente basso, motivo per cui non è possibile al momento trarre conclusioni definitive. Inoltre, i dati della ricerca sono complessi e richiedono un'analisi più dettagliata per poter arrivare a conclusioni più precise, nonché poter identificare le persone che potrebbero trarre maggior beneficio dal trattamento.

 

Lo studio
Allo studio hanno preso parte 154 persone con forme progressive di sclerosi multipla, con EDSS compreso tra 4.5 e 7. I partecipanti hanno assunto capsule contenenti o placebo o biotina, tre volte al giorno per 12 mesi. Ecco alcuni dei risultati osservati. In 13 persone su 103 (12,6%) che hanno assunto biotina si è registrata una riduzione della disabilità al nono mese, mantenuta anche al 12esimo mese. Ciò non si è verificato in alcuna delle 51 persone che hanno assunto placebo. Dopo i primi 12 mesi di studio tutti i partecipanti hanno assunto alte dosi di biotina per ulteriori 12 mesi. Alla fine del trattamento la disabilità è risultata ridotta in 19 persone (tra queste si sono confermate 10 delle 13 persone che avevano risposto nel primo anno, più altri inizialmente trattati con placebo).

 

Lo studio ha anche valutato in quante persone invece la disabilità era aumentata. Alla fine dei primi 12 mesi, 4 persone su 103 (4,2%) trattate con biotina hanno subito un aumento di punteggio della scala EDSS, rispetto a 6 persone su 51 (13,6%) tra le persone trattate con placebo.

 

Durante lo studio non si sono verificati gravi effetti collaterali. Cinque partecipanti trattati con biotina hanno mostrato un "ipertiroidismo”, forse dovuto all’interferenza della biotina - nei campioni di sangue prelevati ed esaminati - con il dosaggio degli ormoni tiroidei. Infine sono stati segnalate infezioni delle vie urinarie e mal di testa, sia nel gruppo placebo sia nel gruppo in trattamento con biotina.

 

Cosa è la biotina e come influenzerebbe la sclerosi multipla
La biotina, conosciuta anche come vitamina B7, è una vitamina che si trova in piccole quantità in numerosi alimenti, tra cui il lievito di birra, uova cotte, sardine e noci. È necessaria per la formazione di acidi grassi e glucosio, utilizzati come combustibili da parte dell'organismo. È anche importante per il metabolismo degli amminoacidi e dei carboidrati. Si ritiene che dosi molto elevate di biotina possano essere efficaci nella sclerosi multipla promuovendo la riparazione della mielina tramite attivazione di un enzima coinvolto nella sintesi mielina e aumentando la produzione di energia nei nervi demielinizzati. Le dosi impiegate negli studi clinici corrispondono a 10.000 volte la dose giornaliera raccomandata di biotina, pertanto ai dosaggi attualmente utilizzati, tale prodotto non è da considerarsi come un integratore alimentare, ma una vera e propria preparazione farmaceutica.

 

Miglioramento dei sintomi o rimielinizzazione?
L’editoriale della rivista che accompagna la pubblicazione di questo studio clinico pone ai ricercatori una domanda interessante, e cioè se i miglioramenti osservati nello studio siano il risultato di un miglioramento permanente nella sclerosi multipla dovuti a rimielinizzazione, oppure siano miglioramenti temporanei correlati ai miglioramenti di alcuni sintomi della SM. Il fatto che i miglioramenti della disabilità si evidenziassero dopo 3 mesi di trattamento suggerirebbe un effetto sui sintomi, i ricercatori hanno però notato che tali miglioramenti si sono verificati più frequentemente nel gruppo trattato con biotina ad alto dosaggio, che non stavano assumendo fampridina – farmaco indicato per il trattamento della disabilità nella deambulazione - e inoltre hanno fatto notare che il miglioramento della disabilità era soprattutto presente nelle persone che avevano un valore di EDSS di partenza più basso, cioè 4,5-5,5 piuttosto che 6-7.

 

Tourbah A, et al. MD1003 (high-dose biotin) for the treatment of progressive multiple sclerosis: a randomised, double-blind, placebo-controlled study. Multiple Sclerosis Journal 2016; 22: 1719-1731.