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30/08/2013

Newsletter MSIF - agosto 2013

31 agosto 2013

 

L’infiammazione della retina è associata ad una maggiore gravità di SM
Questo studio ha analizzato l’associazione tra infiammazione primaria della retina (periflebite retinica, PR), edema microcitico maculare (MME) e biomarcatori clinici (EDSS) e di risonanza magnetica cerebrale e retinica di gravità di malattia, per valutare la loro idoneità come biomarcatori nella SM. La PR è una vasculite che colpisce la retina periferica in circa il 10% delle persone con SM. La tecnica di tomografia a coerenza ottica (OCT) permette l’identificazione del MME nel 0,5-5% delle persone con SM. Lo studio ha incluso 100 persone con SM sottoposte ad esami RMI, OCT, valutazioni neurologiche e oftalmiche a livello basale e dopo un anno di follow-up. I ricercatori hanno osservato che cinque persone presentavano la PR, mentre due persone avevano MME, e i rimanenti 95 presentavano una retina normale. Le persone con PR avevano una tendenza verso un EDSS maggiore a livello basale e dopo un anno con la progressione della malattia. Inoltre, presentavano anche un maggiore volume delle lesioni T1, un ridotto volume cerebrale T1 e un minore spessore dello strato delle fibre retiniche. Questi risultati supportano il ruolo di RP come possibile biomarcatore della gravità della SM. Gli autori suggeriscono che sono necessari studi più grandi per definire l’accuratezza diagnostica di questi risultati.
Retinal periphlebitis is associated with multiple sclerosis severity. Ortiz-Pérez S, Martínez-Lapiscina EH. Neurology. 2013 Jul 31. [Epub ahead of print]

 

Virus di Epstein-Barr, geni e rischio di SM
Questo studio ha analizzato l’associazione tra rischio di sviluppare la SM e anticorpi specifici anti virus di Epstein-Barr (Guarda il dossier scientifico AISM sul Virus EB) insieme al profilo genetico HLA-DR, genere ed età in una coorte di 426 persone con SM e 186 controlli sani.
I ricercatori hanno trovato che le persone con SM avevano maggiori livelli di anticorpi contro gli antigeni EBV specifici EBNA-1 (antigene nucleare EBV 1) e VCA (antigene del capside virale) rispetto ai controlli. Quando hanno analizzato i livelli degli anticorpi anti EBNA-1, anti-VCA, gli alleli protettivi HLA-DR*04/07/09 e il genere, hanno visto che questi fattori contribuivano indipendentemente ad un modello che classificava casi e controlli (OR >20). Questo dimostra che la discriminazione dei casi SM dai controlli può essere potenziata includendo analisi sierologiche per gli anticorpi anti-EBV e il profilo di rischio genetico HLA-DR. Questo implica una risposta immunitaria HLA dipendente e HLA indipendente contro EBNA-1 come importante fattore di rischio di malattia, così come l'immunità EBV-specifica nella patogenesi della SM.
Combining HLA-DR risk alleles and anti-Epstein-Barr virus antibody profiles to stratify multiple sclerosis risk. Strautins K, Tschochner M. Mult Scler. 2013 Jul 25. [Epub ahead of print]

 

Accumulo di sodio nelle forme di SM progressiva
In questo studio i ricercatori hanno analizzato l’accumulo di sodio in persone con SM progressiva utilizzando scansioni di risonanza magnetica a 3 Tesla in 11 persone con SM primariamente progressiva (SMPP), 9 persone con SM secondariamente progressiva (SMSP) e 15 controlli. È stata analizzata la concentrazione totale di sodio nella sostanza grigia, nella sostanza bianca che appare normale e nelle lesioni. I ricercatori hanno visto che le persone con SM progressiva avevano maggiori livelli di sodio nella sostanza grigia e nelle lesioni rispetto ai livelli nella sostanza bianca che appare normale. Nelle SMPP hanno trovato che l’aumento della concentrazione totale di sodio era associata alla corteccia motoria e sensorimotoria, alla corteccia prefrontale e nel cervelletto. Nelle SMSP l’aumento era associato alle seguenti aree cerebrali: corteccia motoria primaria, premotoria e somatosensoriale, corteccia prefrontale, cingolata e visiva, corpo calloso, talamo, tronco cerebrale e cervelletto. La concentrazione totale di sodio nelle corteccia anteriore prefrontale e premotoria correlava con la disabilità. Nel complesso, questo studio ha dimostrato che l’accumulo di sodio è molto diffuso nelle SMSP, mentre nelle SMPP sembra essere più ristretto al sistema motorio. Questo suggerisce che l’accumulo locale di sodio potrebbe essere un  potenziale biomarcatore per monitorare le persone con SM progressiva.
Maarouf A, Audoin B. MAGMA. 2013 Aug 3. [Epub ahead of print Topography of brain sodium accumulation in progressive multiple sclerosis

 

L-Selectina come possibile biomarcatore per il rischio di PML nelle persone in trattamento con natalizumab.
Lo studio si è proposto di individuare le persone che sono a rischio di sviluppare la leuencefalopatia multifocale progressiva (LMP) durante il trattamento con natalizumab. Ha incluso 289 persone con SM, 224 delle quali erano trattate con natalizumab (18-80 mesi), mentre 21 con altri trattamenti immunomodulatori e 28 non erano trattati. I ricercatori avevano 16 campioni di sangue di persone con LMP trattati con natalizumab, dei quali otto avevano fatto il prelievo di sangue prima della diagnosi di LMP. Hanno trovato che la percentuale di cellule T CD4+ che esprimevano la l-selectina era significativamente più bassa nelle persone trattate con natalizumab per lungo tempo se confrontate con le persone con SM non trattate con natalizumab o con i controlli sani. Una percentuale di cellule molto bassa correlava con il rischio di sviluppare LMP nel gruppo con a disposizione campioni pre-LMP se confrontato con le persone con SM trattate con natalizumab non LMP. Pertanto questo studio dimostra che la valutazione cellulare di cellule T CD4+ che esprimono la l-selectina potrebbe  essere un biomarcatore per la valutazione individuale del rischio di LMP.
L-Selectin is a possible biomarker for individual PML risk in natalizumab-treated MS patients. Schwab N, Schneider-Hohendorf T. Neurology. 2013 Aug 7. [Epub ahead of print]

 

Analisi dei trattamenti chirurgici per la nevralgia del trigemino in persone con SM
In questo studio i ricercatori hanno analizzato gli interventi chirurgici per il trattamento della nevralgia trigeminale in persone con SM in confronto con la nevralgia trigeminale classica, attraverso la valutazione della risposta iniziale indolore (IPFR), la durata degli intervalli senza dolore (PFI) e i fattori predittivi di outcome in diverse modalità chirurgiche utilizzate per il trattamento della nevralgia del trigemino correlata alla SM. Lo studio ha incluso un totale di 96 persone con SM che sono state sottoposte a 277 trattamenti chirurgici per la nevralgia del trigemino in un periodo di 16 anni. I ricercatori hanno osservato che il 10% delle persone con SM avevano provato un dolore bilaterale. Nel corso del periodo di follow-up (mediana di 5,7 anni), il 66% delle persone con SM ha avuto una recidiva dei sintomi con 181 trattamenti effettuati per la ricorrenza dei sintomi. I trattamenti ripetuti avevano un minore effetto rispetto ai trattamenti iniziali. Non sono state osservate differenze significative tra le diverse modalità di trattamento. Pertanto, il fallimento del trattamento si verifica nella maggior parte delle persone con nevralgia del trigemino in persone con SM, indipendentemente dal tipo di trattamento utilizzato.
Surgical outcomes of trigeminal neuralgia in patients with multiple sclerosis. Mohammad-Mohammadi A, Recinos PF.Neurosurgery. 2013 Aug 5. [Epub ahead of print]