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14/12/2009

Risultati incoraggianti dallo studio di fase II dell’ocrelizumab nella SM recidivante remittente

Le aziende Roche e Biogen Idec hanno annunciato che l’ocrelizumab, anticorpo monoclonale, somministrato per via endovenosa, sarebbe in grado di ridurre l'attività di malattia.

L’ocrelizumab è un anticorpo che si lega in maniera specifica alla molecola CD20, che è presente sulla superficie dei linfociti B, eliminandoli dalla circolazione. Queste cellule del sistema immunitario che producono anticorpi potrebbero svolgere un ruolo importante nell’ attacco immunitario al sistema nervoso centrale nella SM. Il farmaco è una versione del rituximab, che in passato ha già dimostrato effetti positivi nelle persone con SM recidivante-remittente.
Al presente studio di fase II hanno partecipato 220 persone con SM recidivante-remittente. Le persone sono state suddivise in tre gruppi di trattamento: ocrelizumab, placebo per via endovenosa e Avonex®.
L’obiettivo principale dello studio era valutare l’efficacia del trattamento sulla riduzione dell'attività di malattia tramite valutazione con risonanza magnetica: per tale motivo i partecipanti allo studio sono stati valutati sia clinicamente, sia tramite risonanze magnetiche per un periodo di 96 settimane.
I risultati comunicati dalle aziende sono da considerarsi preliminari; i ricercatori infatti stanno continuando l’elaborazione dei dati che verranno successivamente comunicati.
Da questa prima analisi, si ritiene che tale trattamento abbia un effetto significativo nel ridurre l’attività di malattia.
Dal momento che questo è uno studio di fase II, verranno sviluppati ulteriori studi per verificare ulteriormente l’efficacia del farmaco e  la sicurezza di questo farmaco.