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19/02/2009

Un ulteriore studio sul legame tra vitamina D e sclerosi multipla

Pubblicato online sulla rivista Public Library of Sciences Genetics uno studio condotto da un gruppo di ricercatori inglesi e canadesi che individuano una possibile interazione tra la vitamina D e patrimonio genetico allo scopo di chiarire quali siano i meccanismi alla base dell'insorgenza della SM.

[17/02/09] E’ stato pubblicato il 6 febbraio sulla rivista Public Library of  Sciences Genetics uno studio che si propone di chiarire quali siano i meccanismi alla base dell'insorgenza della SM.
Lo studio - finanziato dalle associazioni inglese e canadese per la sclerosi multipla - è stato condotto da un gruppo di ricercatori dell'Università di Oxford in Inghilterra e della British Columbia University in Canada.

Numerosi precedenti studi avevano ipotizzato una correlazione tra distribuzione geografica, esposizione al sole e metabolismo della vitamina D sulla base di un aumentato rischio di sviluppare la SM riscontrato presso le popolazioni del Nord Europa, zone dove l'irradiazione solare è minore. Questi studi in pratica ipotizzavano un legame tra insorgenza della sclerosi multipla e il deficit di vitamina D, prodotta dall'organismo proprio in presenza della luce solare.
Tra questi, uno studio pubblicato nel 2004, aveva supportato l’ipotesi che la vitamina D riducesse l’incidenza della SM. In questa sperimentazione, le donne che assumevano quantità aggiuntive di vitamina D sembravano manifestare un rischio minore di sviluppare la SM rispetto a coloro che non l’assumevano. Lo stesso studio però non era stato in grado di fornire alcuna informazione sul possibile effetto della vitamina D nelle persone che avevano già manifestato la SM.

Nel presente studio, i ricercatori hanno dimostrato che alcune proteine attivate dalla vitamina D si legano a una particolare sequenza del DNA, situata vicino alla variante DRB1*1501, facendo in modo che  il gene venga attivato. Questo potrebbe spiegare perché la vitamina D avrebbe un ruolo determinante nelle persone che presentano tale variante associata alla SM.
Infatti, le carenze di questa vitamina potrebbero determinare alterazioni nel funzionamento del gene in questione; a sua volta, una riduzione dell'espressione di questo gene determinerebbe un'alterazione della risposta immunitaria, creando le basi per l'attacco del sistema immunitario alla mielina.

Attraverso i dati raccolti, lo studio giunge alla conclusione che l'esposizione al sole e la vitamina D possano avere un ruolo importante nell'eziologia della SM (e che ciò dunque spieghi la distribuzione epidemiologica della malattia, che nel Nord Europa risulta più frequente). Tuttavia, siccome lo studio non chiarisce del tutto cosa vi sia alla base della reazione immunitaria anomala che determina l'aggressione alla mielina, si conferma l'importanza di studiare ulteriormente le possibili interazioni tra fattori ambientali e genetici per capire al meglio i meccanismi patogenetici alla base della SM.
Saranno necessari ulteriori studi per determinare quale eventuale apporto di vitamina D possa ridurre il rischio di sviluppare la SM; questo è già oggetto di sperimentazioni relative a dosaggi e tossicità, e l’argomento sarà anche approfondito da successivi studi condotti dallo stesso gruppo di ricerca anglo-canadese.

Al fine di chiarire i meccanismi di base che scatenano la reazione autoimmune del sistema immunitario e quali i geni coinvolti nello sviluppo della malattia, FISM sostiene in particolare proprio i progetti di ricerca nei campi di neuroimmunologia e genetica.
La neuroimmunologia individua i meccanismi che innescano, mantengono e spengono l’infiammazione. Da una conoscenza completa di questi meccanismi e degli elementi partecipanti a questi, sarà possibile sviluppare terapie mirate, come per esempio anticorpi specifici, aventi lo scopo di agire sul preciso meccanismo alterato nella malattia. La ricerca nella genetica, invece, cerca di individuare i geni coinvolti nello sviluppo della malattia e nella risposta ai farmaci del singolo soggetto. Conoscere le basi genetiche della malattia potrebbe aiutare a manipolare e forse “correggere” i geni malfunzionanti, mentre capire perché le persone rispondono in maniera diversa agli stessi farmaci consentirebbe di programmare a priori le terapie.

Per saperne di più
> scarica ABC della ricerca, il libro della collana Giovani oltre la SM