Salta al contenuto principale

08/04/2015

Da vent’anni sulla strada della riabilitazione

AISM e la sua Fondazione ospitano la 20esima edizione del meeting internazionale RIMS (Rehabilitation in Multiple Sclerosis). Le nuove frontiere della ricerca. In anteprima parla Peter Feyes, Presidente del RIMS

 Peter Feyes - Presidente RIMS
Nella foto: Peter Feyes, Presidente RIMS (Rehabilitation in Multiple Sclerosis)


Venerdì 10 e sabato 11 aprile a Milano si svolgerà il meeting scientifico internazionale RIMS (Rehabilitation in Multiple Sclerosis), network che riunisce la comunità scientifica impegnata nella ricerca in riabilitazione nella SM. Quella alle porte è la ventesima edizione del convegno, organizzata in collaborazione con AISM e la sua Fondazione FISM. È l'ultima tappa di un lungo cammino che ha portato oggi gli scienziati ad una consapevolezza lontana solo qualche anno fa: la riabilitazione non è solo un supporto, è un trattamento a tutti gli effetti, e modifica la progressione della SM. Le persone che ne beneficiano sono il termometro principale per migliorare continuamente e dunque vanno messe al centro della pratica clinica. Questi i due punti fondamentali in discussione al meeting - il cui titolo è appunto Traslational research and patient centered outcomes – a cui parteciperanno centinaia di ricercatori provenienti da ogni parte d’Europa. Peter Feyes, Professore presso l’Università belga di Hasselt e il Presidente del RIMS, ci illustra gli obiettivi raggiunti in questi anni e perché questa manifestazione è veramente importante per lo sviluppo della ricerca sulla SM.   

 

Quali sono stati gli obiettivi più importanti raggiunti da RIMS negli ultimi vent’anni?
«Aver portato avanti la causa della riabilitazione. Da vent’anni organizziamo conferenze annuali in tutti gli angoli d’Europa. Grazie a ciò si sono creati gruppi di interesse operanti in campi diversi, sono state prodotte linee guida ed è avvenuto un proficuo scambio di conoscenze».

 

Che impatto hanno avuto questi incontri sugli operatori, come hanno migliorato la riabilitazione e la qualità della vita delle persone con la sclerosi multipla?
«Penso che i centri abbiano migliorato le cure stimolando la creazione di team multidisciplinari. I ricercatori realizzano più studi multicentrici, acquistando fiducia in attività di ricerca indipendenti. Un impatto importante quindi è stato nei confronti di tutti i centri clinici che ora hanno collegamenti formali alle università e cercano di arrivare a prove concrete nei loro studi. Grazie anche alla nostra attività le organizzazioni attive nel campo della SM hanno iniziato a considerare la riabilitazione come punto cruciale. Dal 2012 la EMSP (European MS Platform) da sempre concentrata sul tema dell’accesso ai trattamenti, ha la riabilitazione come argomento chiave nei suoi meeting, cosa che prima non accadeva. Il congresso annuale è dunque un momento importante per creare network, condividere conoscenze e realizzare ricerche collaborative».

 

Che risultati vi aspettate dal prossimo incontro del RIMS?
«Consolidare ulteriormente la convinzione che la riabilitazione fisica e cognitiva possa avere un impatto sulle strutture cerebrali. La riparazione neuronale è possibile. E poi focus sugli aspetti metodologici incentrati sulle persone, da applicare anche nella pratica clinica, come recita anche il titolo di quest'anno».

 

Può descrivere il ruolo della riabilitazione nella SM oggi rispetto al passato e le prospettive per il futuro?
«La riabilitazione oggi è sempre più un aspetto della cura, una terapia, che influenza il decorso della malattia, il suo progredire. Non  solo un aiuto. Ed è fondamentale anche negli stadi iniziali della patologia».

 

Nei giorni dell'evento su queste pagine pubblicheremo alcuni approfondimenti con esperti sul tema del RIMS, ovvero il ruolo della ricerca in riabilitazione nella sclerosi multipla. La manifestazione è dedicata agli addetti ai lavori (ricercatori, medici, psicologi, fisioterapisti), per vedere il programma dei lavori, visitare il sito RIMS 2015