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19/10/2011

Capire la SM con la risonanza magnetica: l'intervista a Massimo Filippi

 

Il professor Massimo Filippi è direttore dell'Unità di Neuroimaging Quantitativo e del Programma Interdipartimentale Brain Map presso l'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. In occassione di ECTRIMS (European Committee for Treatment and Research in Multiple Sclerosis) - uno degli appuntamenti più importanti nel programma annuale di congressi sulla SM - presenta gli avanzamenti degli studi condotti dal suo gruppo di lavoro. La ricerca del team si concentra soprattutto sulla comprensione dei meccanismi responsabili dlelo sviluppo e delle progresioen della malattia, tramite tecniche di Risonanza Magnetica. Lo abbiamo incontrato pochi giorni prima di ECTRIMS.

 

Può spiegarci brevemente di cosa si occupa l’ambito di ricerca degli studi presenta all’ECTRIMS, e come si colloca nel quadro globale della ricerca sulla SM?
«Gli studi che io e il mio gruppo presenteremo all’ECTRIMS rappresentano gli avanzamenti della ricerca scientifica da noi portata avanti riguardo all’applicazione di tecniche di risonanza magnetica strutturale e funzionale per migliorare la comprensione dei meccanismi responsabili dello sviluppo e della progressione di disabilità clinica e disturbi cognitivi in pazienti con sclerosi multipla. Queste ricerche sono volte sia alle forme con esordio in età adulta che a quelle con esordio in età pediatrica della malattia. L’ambito della ricerca non si limita al cervello, ma prende anche in considerazione il midollo spinale, una struttura strategica del sistema nervoso centrale, colpita molto frequentemente dalla malattia, ed associata principalmente alle funzioni motorie e sensitive».

 

Dal punto di vista scientifico qual è il contributo, il valore della ricerca che presentate?
«Gli studi che presenteremo evidenziano come il danno di strutture strategiche dell’encefalo e del midollo spinale, misurato con tecniche di RM quantitativa, contribuisca a spiegare la compromissione clinica in specifici sistemi funzionali e la progressione di disabilità nel tempo. Alcuni degli studi che presenteremo hanno invece utilizzato la RM funzionale per cercare di approfondire la conoscenza del ruolo dei meccanismi di plasticità corticale in questa malattia. Uno di questi studi, ad esempio, ha evidenziato un’alterata funzione del midollo cervicale nei pazienti con SM e fatica».

 

Quali ricadute potranno avere in futuro sulla vita delle persone con SM gli esiti dei vostri studi? Si riesce a identificare un orizzonte temporale entro cui dalle ricerche che state effettuando si avranno ritorni diretti per una vita di qualità oltre la SM?
«Non penso che, per il paziente con SM, gli studi da noi presentati possano avere un riscontro diretto nell’immediato futuro, ma sicuramente aprono delle prospettive interessanti a medio-lungo termine. Lo studio sulla fatica che ho citato precedentemente, ad esempio, illustra per la prima volta un possibile ruolo del midollo spinale nella patogenesi di questo sintomo, che è estremamente frequente nei malati di SM. Questo chiaramente apre prospettive future per indagare ulteriormente questo aspetto, al fine anche di valutare l’effetto di specifici trattamenti».

 

Dovesse mandare un messaggio alle persone sullo stato globale della ricerca nella SM, sul quadro complessivo che le sembra possa emergere all’ECTRIMS e sulle principali conquiste che ci possiamo aspettare nei prossimi anni, cosa direbbe?
«Mi sento di dire che la ricerca sulla SM negli ultimi anni ha fatto dei progressi notevoli per la comprensione dei meccanismi responsabili dell’insorgenza della malattia e della sua progressione. Sono stati inoltre ottenuti importanti avanzamenti nel campo del monitoraggio e del trattamento e si sono aperte prospettive interessanti per lo sviluppo di nuove terapie, non solo farmacologiche, ma anche riabilitative».

 

Se dovesse dare un titolo "giornalistico" - ossia chiaro e sintetico - alla sua ricecra, quale sarebbe?
«La sclerosi multipla: una malattia multifocale che agisce tramite la compromissione di specifici sistemi funzionali».