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27/11/2012

Sclerosi multipla: highlights sui trattamenti da ECTRIMS 2012

 

Si è svolto dal 10 al 13 ottobre a Lione uno degli appuntamenti più importanti dell'anno per la ricerca sulla SM. Gli sugli studi più significativi sui trattamenti per la SM

 

Il Congresso del Comitato Europeo per il Trattamento e la Ricerca nella Sclerosi Multipla (European Committee for Treatment and Research in Multiple Sclerosis - ECTRIMS) è uno degli eventi scientifici annuali più importanti sulla sclerosi multipla (SM) ed è l'occasione per presentare tutte le informazioni e i dati più aggiornati in questo campo. La 28 esima edizione - che ha registrato oltre seimila partecipanti convenuti da tutto il mondo - si è svolta a Lione dal 10 al 13 ottobre 2012.

 

Qui riportiamo una sintesi dei lavori presentati nella sessione conclusiva del Congresso degli highlights - preseiduta dal professor Gavin Giovannoni del Centro di Neuroscienze e Trauma, Barts e The London School of Medicine and Dentistry di Londra - per quanto riguarda i trattamenti per la SM:

 

Sono stati evidenziati vari lavori sui farmaci attualmente in uso per le forme di sclerosi multipla recidivanti-remittenti ma anche diversi studi che mirano a risolvere uno dei più grandi bisogni insoddisfatti nella sclerosi multipla (SM): il trattamento delle forme progressive della malattia. Anche se le forme primariamente progressive (SMPP) affliggono solo il 10-15% della popolazione SM, una proporzione significativa di persone con SM recidivante remittente (SMRR) passa alla forma secondariamente progressiva della malattia (SMSP). Le forme progressive di SM sono caratterizzate da una progressiva attività di malattia che porta a gravi disabilità. Tuttavia mancano ancora trattamenti diretti a queste forme di SM e molti degli attuali farmaci modificanti la malattia non sono clinicamente efficaci.

 

Tra i lavori selezionati:

L'efficacia delle statine nelle forme di sclerosi multipla secondariamente progressive
lo studio clinico MS-STAT di fase II, in doppio cieco, ha valutato l’efficacia delle statine per le forme SMSP. Lo studio ha coinvolto 140 persone con SMSP sottoposte ad un trattamento giornaliero di simvastatina (80mg). I risultati hanno mostrato un beneficio statisticamente significativo rispetto al placebo nel ridurre l’atrofia cerebrale e nel ritardare la progressione della malattia. È già stata dimostrata la sicurezza e tollerabilità delle statine e potrebbero essere utilizzate in combinazione con farmaci modificanti la malattia. Inoltre le statine non esercitano alcun effetto immunomodulante e in questo modo le persone non sono a rischio di infezioni opportunistiche dovute ad un sistema immunitario compromesso, un grande vantaggio rispetto la maggior parte terapie modificanti la malattia.
The MS-STAT trial: high dose simvastatin demonstrates neuroprotection without immune-modulation in secondary progressive multiple sclerosis (SPMS) – a phase II trial. J. Chataway, A. Alsanousi, D. Chan, D. MacManus, K. Hunter, J. Foster, C. Bangham, D. Wilkie, J. Nicholas, S. Clegg, C. Nielsen, N. Scheurer, V. Calder, J. Greenwood, C. Frost, R. Nicholas (London, Brighton, UK)

 

L'efficacia del tetraidrocannabinolo nelle forme progressive di SM
lo studio CUPID (Cannabinoid Use in Progressive Inflammatory brain Disease) che si è proposto di valutare se il tetraidrocannabinolo (THC), uno dei composti della pianta cannabis è in grado di rallentare la progressione della malattia, in una vasta corte di 493 persone con SM. I risultati hanno confermato che la misura EDSS è molto debole per il monitoraggio della progressione della malattia. Le persone con punteggio EDSS di 6 o maggiore, difficilmente sono progredite nello studio e nel confronto THC versus placebo sono risultate negative. Quando l’analisi è stata limitata alle persone con punteggio EDSS < 6.0 sono risultate positive e questo indica che il THC è neuroprotettivo per la sclerosi multipla. Gli autori sottolineano che bisogna sviluppare misure di outcome migliori per misurare la progressione della malattia. Il dottor Jeremy Hobart ha proprio sottolineato questo aspetto nella sua lectio magistralis intitolata : È tempo di cambiare il modo in cui misuriamo il cambiamento: dimostrazioni, spiegazioni, consigli”
It’s time to change the way we measure change: demonstration, explanation, recommendations. J.C. Hobart, S.J. Cano, A.J. Thompson, D. Andrich (Plymouth, UK; Perth, AU)
Vedi il dossier Cannabis e SM.

 

Alemtuzumab
lo studio CARE-MS II di due anni ha comparato gli effetti dell’alemtuzumab rispetto all’interferone beta-1a, con misure di risonanza magnetica in 840 persone con SM recidivante-remittente, che avevano avuto una ricaduta durante la terapia precedente. Nello studio precedente CARE-MS I di fase III, l’alemtuzumab aveva dimostrato di ridurre le ricadute di circa il 50% in più rispetto l'interferone beta 1a. In questo studio l’alemtuzumab è stato somministrato una volta all'anno, per cinque giorni consecutivi il primo anno e per tre giorni consecutivi il secondo anno. Diversi parametri di risonanza magnetica impiegati per il monitoraggio delle attività di malattia hanno dimostrato che l’alemtuzumab, era in grado di diminuire l’atrofia cerebrale. Inoltre l’alemtuzumab è risultato superiore nel ridurre la formazioni di nuove lesioni T1 e T2 rispetto all’IFNbeta-1a.
Disability improvement with alemtuzumab vs. interferon-beta-1a in relapsing-remitting multiple sclerosis patients who relapsed on prior therapy (CARE-MS II). G. Giovannoni, D.L. Arnold, J. Cohen, A.J. Coles, C. Confavreux, E. Fox, H.-P. Hartung, E. Havrdova, K. Selmaj, H. Weiner, C.L. Twyman, T. Miller, S.L. Lake, D.H. Margolin, M. Panzara, D.A.S. Compston for the CARE-MS II investigators

4 CARE-MS I: Effect of alemtuzumab vs. Rebif® on brain MRI measurements. D.L. Arnold, J. Cohen, A.J. Coles, C. Confavreux, E. Fisher, E.J. Fox, H.-P. Hartung, E. Havrdova, K. Selmaj, H. Weiner, T. Miller, C.L. Twyman, S.L. Lake, D.H. Margolin, M. Panzara, M. Rizzo, D.A.S. Compston for the CARE-MS II investigators
Vedi dossier Terapie emergenti per la SM

 

Daclizumab
Lo studio SELECT, randomizzato, doppio cieco, ha valutato la proporzione di persone con SMRR liberi dall’attività di malattia dopo un anno di trattamento con il farmaco Daclizumab high yield process (HYP)". Il daclizumab-HYP è stato somministrato subcutaneo in due gruppi di persone con dosi di 150 e 300mg una volta al mese e controllato con il gruppo trattato placebo. I risultati hanno mostrato un incremento significativo della proporzione di persone trattate con il farmaco che erano liberi da attività di malattia rispetto al gruppo di placebo, dopo un anno di trattamento.
Increase in proportion of patients free from disease activity following 1 year of treatment with daclizumab high-yield process in relapsing-remitting multiple sclerosis: results from the SELECT study. G. Giovannoni, D. Stefoski, K. Umans, S. Greenberg, S. Glyman, J. Elkins (London, UK; Chicago, Cambridge, Redwood City, US)

Lo stesso gruppo di lavoro ha presentato l’utilizzo di Daclizumab-HYP in persone con SMRR con frequenti ricadute (2 o più in un anno) e nuove lesioni RMI ad alto rischio di progressione di malattia. Gli effetti del farmaco erano simili tra la SM altamente attiva rispetto alla malattia di SM meno aggressiva e gli autori suggeriscono che servono studi più grandi per valutare l’efficacia del Daclizumab nelle persone con malattia più attiva.
(Effect of daclizumab HYP treatment in highly active relapsing-remitting multiple sclerosis: results from the SELECT study. G. Giovannoni, E.W. Radue, E. Havrdova, K. Riester, S. Greenberg, S. Glyman, J. Elkins (London, UK; Basel, CH; Prague, CZ; Cambridge, Redwood City, US).
Vedi dossier Terapie emergenti per la SM

 

Laquinimod
nell’estensione dello studio randomizzato di fase III ALLEGRO sono stati valutati gli effetti clinici del Laquinimod orale a 36 mesi su persone con SMRR. Lo studio di due anni aveva già dimostrato che il Laquinimod era in grado di ridurre significativamente il tasso annuo di ricadute, le lesioni cerebrali, l’atrofia cerebrale e il rischio di progressione di malattia. Nell’estensione a tre anni su 841 persone i dati supportano le evidenze degli effetti del farmaco sulla diminuzione del tasso di ricadute e gli autori concludono che verranno successivamente presentati ulteriori analisi cliniche e i dati sulla sicurezza.
Oral laquinimod in patients with relapsing-remitting multiple sclerosis: clinical effects at 36 months in the open-label extension phase of the ALLEGRO study. G. Comi, D. Jeffery, L. Kappos, X. Montalban, A.N. Boyko, M.A. Rocca, M. Filippi on behalf of the ALLEGRO Study Group
Vedi dossier Terapie emergenti per la SM

 

Sia il Daclizumab che il Laquinimod hanno dimostrato di avere un impatto più positivo sulla progressione della malattia rispetto all’impatto sul tasso annuo di ricadute. Il professor Giovannoni pone la riflessione sul fatto che le ricadute e la progressione della malattia non sono necessariamente legate; aggiunge che ulteriori lavori - sia sul Laquinimod che sul Daclizumab - sono necessari per arrivare a conoscere meglio come questi farmaci agiscono sulla malattia, e come questi ci daranno importanti indicazioni sulle forme progressive di sclerosi multipla.

 

Natalizumab
Lo studio aperto di fase IIA presentato dal dottor Romme e colleghi ha analizzato il Natalizumab per il trattamento delle forme progressive di SM. Sono state trattate con natalizumab per 60 settimane 12 persone con SMPP e 12 con SMSP con punteggio EDSS <=6.5 e evidenze di progressione di malattia.  Il farmaco ha dimostrato, in 17 persone che hanno completato lo studio, di ridurre marcatori di infiammazione e di danno assonale nel liquido cerebrospinale insieme a cambiamenti favorevoli nelle misure cliniche e di RM. Gli autori concludono che sono necessari studi di fase III per confermare gli effetti positivi del natalizumab nelle forme di SM progressive.
Natalizumab treatment of progressive multiple sclerosis reduces inflammation and tissue damage - results of a phase 2A proof-of-concept study. J. Romme Christensen, R. Ratzer, L. Börnsen, E. Garde, M. Lyksborg, H.R. Siebner, T.B. Dyrby, P.S. Sørensen, F. Sellebjerg (Copenhagen, Hvidovre, DK)
Vedi il dossier su Tysabri e SM

Il dottor Giovannoni ha commentato che, nonostante il natalizumab sia in grado di sopprimere l'infiammazione nella sclerosi multipla progressiva, non normalizza i livelli dei neurofilamenti. Ciò implica che ci sia necessità di trovare nuovi trattamenti che blocchino il danno neuronale. In questo modo si spera di rallentare la SM progressiva o di arrestarne la progressione.

 

Future terapie con anticorpi contro i retrovirus
Recentemente una compagnia farmaceutica in Svizzera ha annunciato che sta sviluppando un trattamento che ha come bersaglio il retrovirus endogeno umano (HERV). Questo è in linea con i progetti nati sotto l’ombrello del Progetto Charcot, un’iniziativa per promuovere le ricerche sull’ipotesi che la sclerosi multipla sia causata da un virus. Durante l’ECTRIMS sono stati presentati due lavori sullo sviluppo di future terapie con anticorpi contro i retrovirus.

 

-il dottor Perron e colleghi hanno proposto una nuova terapia per la sclerosi multipla che utilizza gli anticorpi GNbAC1 contro le proteine immunopatogeniche del retrovisus endogeno. Sono appena stati validati gli studi di fase I e adesso devono partire gli studi di fase II.
Novel humanised antibody therapy in multiple sclerosis targeting immunopathogenic protein from endogenous retroviral element while preserving host’s immune system. H. Perron, J.B. Bertrand, R. Faucard, C. Bernard, J. VanHorssen, R. Firouzi, J. Portoukalian, R. Germi, M. Garcia-Montojo, P. Morand, P. Marche, K. Sanhadji, J.-L. Touraine, A. Lang, F. Curtin (Plan les Ouates, CH; Lyon, FR; Amsterdam, NL; Grenoble, FR

 

-il dottor Curtin e colleghi hanno presentato i risultati dello studio di fase I sull’utilizzo di GNbAC1 in 33 persone sane volontarie e l’anticorpo  è risultato essere ben tollerato in tutti i soggetti. Attualmente stanno testando la sicurezza del  trattamento su 10 soggetti con SM e seguirà uno studio clinico di fase II, numericamente più numeroso .
Safety and pharmacokinetics of GNbAC1, a humanised monoclonal antibody against the multiple sclerosis retrovirus envelope protein. F. Curtin, A.B Lang, H. Perron, T. Derfuss, P. Lalive, L. Kappos, H.-P. Hartung (Geneva, Basel, CH; Düsseldorf, DE)