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21/02/2017

Sclerosi multipla: scoperto un nuovo biomarcatore per distinguere tra forme recidivanti e progressive di SM

Un team di ricercatori di Sydney ha scoperto per la prima volta un marcatore in grado di distinguere i diversi tipi di sclerosi multipla. Sarà rilevabile con un esame del sangue. La ricerca è stata pubblicata su Scientific Reports, che fa parte del prestigioso gruppo Nature

 

Le forme di SM riconosciute sono diverse tra loro e richiedono trattamenti differienziati. Una delle sfide più grandi della ricerca sulla sclerosi multipla è la comprensione dei meccanismi alla base della SM progressiva. Nell'ottobre 2016 scienziati italiani avevano individuato un potenziale biomarcatore di progressione della sclerosi multipla grazie ad una ricerca finanziata da AISM e la sua Fondazione FISM. Oggi un gruppo di ricercatori australiani della Macquarie University di Sydney ha individuato un nuovo biomarcatore facilmente rilevabile con un esame del sangue. 

 

Attualmente, distinguere tra i diversi sottotipi di sclerosi multipla richiede tempo e una serie di esami. Farlo con un unico esame del sangue renderebbe più semplice e veloce questo processo e consentirebbe alle persone con SM di iniziare il trattamento più appropriato prima possibile. Inoltre, potrebbe facillitare molto l’identificazione della SM progressiva (SMP) fin dal principio e capire i cambiamenti biologici che contraddistinguono il passaggio da sclerosi multipla recidivante-remittente a progressiva.

 

La ricerca ha già evidenziato come la biologia alla base della SM recidivante remittente (SMRR) sia diversa da quella della SM progressiva. Si ritiene che la prima sia caratterizzata da una condizione infiammatoria in cui le cellule immunitarie entrano nel cervello dal sangue, mentre nella seconda a danneggiare i neuroni sarebbero cellule immunitarie e altre cellule specifiche che risiedono nel cervello. Queste ultime, come la microglia e i macrofagi, sono note per produrre ed elaborare le sostanze chimiche che appartengono alla via metabolica della chinurenina e che sono alla base di questo esame del sangue. I ricercatori, infatti, hanno osservato anomalie rilevabili nel sangue in tale via metabolica, associate al passaggio da SMRR a SMP.

 

La conoscenza dettagliata di questi processi è cruciale per sviluppare trattamenti mirati sia per la progressione che per la gestione dei sintomi della sclerosi multipla. Questo tipo di test potrebbe infine avere anche un ruolo negli studi clinici, per monitorare l’effetto di nuovi trattamenti che mirano a fermare e invertire la progressione di  malattia. Tra i fattori che attualmente ostacolano lo sviluppo di trattamenti c’è proprio la mancanza di test accurati e rapidi, in grado di misurare, nel  breve arco di tempo di una sperimentazione clinica, se i farmaci proposti stanno lavorando correttamente.

 

Ricordiamo che al momento il test studiato in questa ricerca australiana è una sperimentazione cosiddetta “di base”,  in quanto tale l’esame non ha ancora un nome “commerciale” e  non è ancora disponibile  per le persone con SM.

L’importanza di questo studio, come evidenziato nella news, è nelle potenzialità dell’esame stesso: una volta consolidato consentirebbe alle persone con SM di avere diagnosi più rapide, più semplici e trattamenti più appropriati alla propria forma di SM.  Per arrivare a questo la ricerca dovrà proseguire, noi continueremo a monitorare  gli sviluppi di questo e di  altri studi in questo ambito di ricerca per poter dare informazione corrette e tempestive.


Referenza

Kynurenine pathway metabolomics predicts and provides mechanistic insight into multiple sclerosis progression
. Lim CK, Bilgin A, Lovejoy DB, Tan V, Bustamante S, Taylor BV, Bessede A, Brew BJ, Guillemin GJ. Sci Rep. 2017 Feb 3;7:41473. doi: 10.1038/srep41473