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23/04/2013

L’evoluzione della SM è ancora imprevedibile

 

Una domanda molto comune fra le persone con SM neodiagnosticate è “Come evolverà la mia malattia?" Uno studio canadese ha cercato di rispondere coinvolgendo 730 persone per un periodo di 28 anni

 

Questa ricerca canadese, pubblicata sul numero di febbraio della  rivista JAMA Neurology (2013 Feb;70(2):214-22, Early relapses, onset of progression, and late outcome in multiple sclerosis) ha visto il coinvolgimento di 730 persone con SM recidivante-remittente.

 

Una domanda molto comune fra le persone con SM neodiagnosticate è “Come evolverà la mia malattia? Cosa accadrà nel futuro?”, la risposta è estremamente difficile poiché la SM è per sua natura una malattia imprevedibile e diversa da persona a persona, per cui al momento è impossibile rispondere con certezza.

 

Questa ricerca aveva come obiettivo principale proprio quello di trovare una risposta a tale domanda. A tale scopo sono state osservate 730 persone con SM per un lungo periodo, 28 anni, per vedere se le persone che avevano avuto nella fasi iniziali della malattia un tasso di ricadute più elevato sviluppassero prima delle altre persone una SM secondariamente progressiva o difficoltà motorie.

 

In particolare i ricercatori hanno esaminato l'intero gruppo di persone nella sua globalità, ma anche in  sottogruppi individuati in base al numero di ricadute che avevano avuto  nei primi due anni della malattia. È stato calcolato il tempo impiegato per passare dalla forma recidivante-remittente alla forma secondariamente progressiva, infine è stato anche valutato quanto tempo trascorreva prima che le persone  dovessero usare un bastone  (DSS punteggio di 6) o  fosse costretto a stare a letto (DSS punteggio di 8). La DSS (Disability Status Scale) è la versione precedente della  Expanded disability status scale (EDSS).

 

I ricercatori hanno osservato che, tra le 158 persone con  ricadute molto frequenti all'inizio della malattia (almeno tre ricadute nei primi due anni), i risultati erano variabili. Circa due terzi (65%) passava rapidamente alla forma secondariamente progressiva (in media dopo cinque anni), poi a un punteggio di 6 DSS (in media dopo sette anni) e quindi un punteggio DSS di 8 (dopo una media di 17 anni). Tuttavia, un terzo di questo sottogruppo non ha avuto una evoluzione nella forma secondariamente progressiva e  alla fine dello studio, 28 anni,  aveva ancora una SM recidivante-remittente.

 

Osservando tutte le persone che hanno avuto una evoluzione nella forma secondariamente progressiva, entro la fine dello studio 28 anni, le persone che hanno impiegato più tempo per raggiungere il passaggio da SMRR a SMSP hanno avuto anche una minore probabilità di raggiungere un punteggio di  DSS di 6 e di 8.

 

Pertanto i ricercatori affermano che il numero di ricadute avute nel periodo iniziale della malattia, non predice il tempo che ci vorrà  per passare dalla forma recidivante remittente alla forma secondariamente progressiva. In altre parole ciò significa che è ancora quasi impossibile prevedere il decorso della SM e nonostante le importanti conclusioni a cui è giunto questo studio ed il fatto che l'osservazione sia stata condotta a lungo termine, non è stata ottenuta  la risposta definitiva alla domanda iniziale "Come evolverà la mia malattia? Cosa accadrà nel futuro?".