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30/09/2014

Ricerca sulla sclerosi multipla: gli ultimi studi e i risultati più promettenti

Nell'ultima giornata di ACTRIMS/ECTRIMS (Americas and European Committee for Treatment and Research in Multiple Sclerosis) - il più grande meeting sulla SM dell'anno - sono stati presentati gli highlights tra gli oltre 1.000 poster presenti al congresso internazionale


ECTRIMS 2014

 

Più di 8500 ricercatori, operatori sanitari, clinici e altre figure professionali si sono incontrati a Boston dal 10 al 13 settembre 2014 per presentare i loro risultati e condividere idee a ACTRIMS-ECTRIMS (Americas and European Committees for Treatment and Research in MS), il più grande congresso internazionale dedicato alla ricerca sulla sclerosi multipla (SM).

 

Oltre 1.000 tra poster e presentazioni orali hanno coperto praticamente ogni aspetto della ricerca sulla SM: dagli studi sulle terapie emergenti alla riparazione del sistema nervoso, dalle strategie riabilitative alla comprensione della SM progressiva, e molto altro.

 

Durante la giornata conclusiva - nella sessione dedicata agli highlights  - sono stati riportati i punti salienti emersi dalle presentazioni discusse durante il Congresso. Inoltre, nella sessione late breaking news, si è dato spazio ai risultati promettenti di ricerche promettenti che potremmo definire “dell’ultima ora”.

 

Gli highlight di ricerca clinica sono stati presentati dalla dottoressa Ellen M Mowry della Johns Hopkins University e dal dottor Robert A Bermel del Cleveland Clinic, e gli highlight di ricerca di base dal dottor Fin T. Sellebjerg del Copenhagen University Hospital, Rigshospitalet di Copenhagen, e dal dottor Fredrik Piehl del Karolinska Institutet, di Stoccolma.

 

Qui di seguito riportiamo alcuni degli studi presentati in queste sessioni conclusive e suddivisi in questi ambiti:

 

•  Tecnologia nella ricerca e nelle cure cliniche

•  Risultati di studi clinici

•  Imaging e OCT

•  Fattori genetici, ambientali e di rischio

•  Meccanismi immunitari

•  Patologia del sistema nervoso centrale

•  Rimielinizzazione e riparo

•  Riabilitazione

 

 

Tecnologia nella ricerca e nelle cure cliniche

Risonanza Magnetica

 

Superare i problemi cognitivi. Il gruppo di ricerca dell’ Università La Sapienza di Roma, coordinato dalla dottoressa Patrizia Pantano, aveva precedentemente riportato che il videogioco Nintendo "Brain Training ™" porta ad una maggiore attenzione, velocità di elaborazione e memoria di lavoro nelle persone con SM. Durante questo Congresso hanno dimostrato con risonanza magnetica funzionale (che cattura le immagini attive del cervello, mentre una persona sta eseguendo compiti) che questo videogioco aumenta anche le "connettività funzionali" tra le aree talamiche del cervello. Questo studio sottolinea l'importanza della regolazione talamica delle reti cerebrali coinvolte nei processi cognitivi e suggeriscono che modifiche della connettività funzionale talamica possono essere considerate come un substrato funzionale per il miglioramento clinico indotto dalla riabilitazione cognitiva. Ulteriori ricerche in più grandi gruppi di persone dovranno essere condotte per contribuire a perfezionare questo approccio e per migliorare la funzione cognitiva nelle persone con SM.
Changes in thalamic resting-state functional connectivity induced by a home-based cognitive rehabilitation program in patients with multiple sclerosis.L De Giglio, F Tona, N Petsas, F De Luca, L Prosperini, C Pozzilli, P Pantano

 

 

Risultati di studi clinici

Terapie

Glatimer acetato generico. Per testare l’equivalente generico del glatimer acetato è stato condotto uno studio clinico che ha coinvolto 735 persone con SMRR. Il farmaco generico del glatimer acetato (GTR- generic glatiramer acetate, Synthon BV) ha dimostrato, di ridurre l’attività di malattia in modo simile al Copaxone (glatiramer acetate, Teva Pharmaceutical Industries Ltd). I partecipanti sono stati randomizzati a ricevere 20 mg al giorno di GTR o di Copaxone, iniettati sotto pelle, o placebo, per nove mesi. L’attività di malattia valutata con scansioni di risonanza magnetica era l’endpoint primario, ed è risultata egualmente ridotta sia nel gruppo GTR che in quello Copaxone rispetto al placebo. Anche gli outcome clinici, la sicurezza e la tollerabilità sono risultati simili nei due gruppi trattati.
Generic glatiramer acetate is equivalent to copaxone on efficacy and safety: results of the randomized double-blind GATE trial in multiple sclerosis. JA Cohen1, A Belova2, K Selmaj3, C Wolf4, JJL Oberyé5, ERW van den Tweel5, NP Koper5, G Voortman5, F Barkhof6, on behalf of the GATE Study Group

 

Risultati dello studio DECIDE di fase III sul daclizumab HYP. È stata valutata una formulazione concentrata di Daclizumab (Biogen Idec e AbbVie) contro l'attacco immunitario nella SM. Più di 1.800 partecipanti con SM recidivante-remittente (SMRR) sono stati randomizzati a ricevere DAC-HYP, iniettato sotto pelle una volta ogni quattro settimane, oppure Avonex® (interferone beta, Biogen Idec) iniettato una volta a settimana, per 96-144 settimane. La percentuale di recidive annuali (endpoint primario dello studio) è risultata ridotta del 45% nel gruppo di DAC HYP rispetto al gruppo Avonex, e l'attività di malattia alla risonanza magnetica era ridotta del 54%. Non è stata osservata alcuna riduzione della progressione della disabilità. Si è osservato un lieve aumento di infezioni gravi, eventi avversi cutanei, e alterazioni degli enzimi epatici nel gruppo DAC-HYP. Biogen Idec e AbbVie hanno intenzione di presentare l’istanza di autorizzazione per la commercializzazione di DAC HYP nel 2015.
Primary results of DECIDE: a randomized, double-blind, double-dummy, active-controlled trial of daclizumab HYP vs. Interferon β-1a in RRMS patients.L Kappos, K Selmaj, DL Arnold, E Havrdova, A Boyko, M Kaufman, H Wiendl, J Rose, S Greenberg, E Demirhan, M Sweetser, K Riester, J Elkins.
 

 

Studio clinico di fase I di sicurezza del trattamento con cellule stamina mesenchimali– I risultati preliminari di un piccolo studio di fase I che ha coinvolto persone con SMRR è stato presentato dal dottor Jeffrey Cohen del Cleveland Clinic. Questo studio ha valutato la sicurezza di un trattamento con cellule staminali (cellule staminali mesenchimali) prelevate dal midollo osseo delle persone stesse, per inibire i meccanismi immunitari e aumentare i processi di riparazione dei tessuti naturali. Dopo che le cellule sono state prelevate, coltivate in vitro e re-iniettate nelle persone, i ricercatori non hanno segnalato alcun grave problemi di sicurezza del trattamento. È già stato pianificato uno studio più ampio econtrollato, per verificarei benefici di questa terapia.
Phase 1 Trial Autologous MSC transplantation in MS.Phase I trial of intravenous autologous culture-expanded mesenchymal stem ce
ll transplantation in multiple sclerosis. JA Cohen, PB Imrey, SM Planchon, RA Bermel, E Fisher, RJ Fox, A Bar-Or, SL Sharp, TT Skaramagas, P Jagodnik, M Karafa, S Morrison, J Reese Koc, SL Gerson, HM Lazarus

 

Studio sul moderatore RPC1063 .RPC1063 (Receptos, Inc.) è un potente modulatore del pathway del recettore della sfingosina 1-fosfato 1 (S1P1R) simile al fingolimod, che svolge un’attività selettiva evitando la migrazione dei linfociti in aree di infiammazione in malattie autoimmuni, e può anche ridurre la migrazione dei linfociti nel sistema nervoso centrale e nel midollo spinale, diminuendo così l'attività dei linfociti autoreattivi. In questo studio di fase II, 258 partecipanti con SM recidivante remittente hanno assunto per via orale RPC1063 0,5 mg ,oppure RPC1063 1 mg o placebo. I risultati hanno mostrato che nuove lesioni cumulative, attive in risonanza magnetica, erano ridotte dell’ 86% con entrambi i dosaggi di RPC1063, rispetto al placebo, dopo12-24 settimane (endpoint primario). Lo studio non è stato progettato per rilevare riduzioni dei tassi di ricaduta annuali. RPC1063 è risultato tollerabile, con la maggior parte degli eventi avversi comuni: infezioni respiratorie, mal di testa e infezione del tratto urinario. Non sono stati osservati problemi gravi al cuore, al polmone, agli occhi o tumori. Uno studio di fase 3 è in corso che valuterà RCP1063 rispetto all’ interferone beta-1a.
Phase 2 results of the RADIANCE trial: a randomized, double-blind, placebo-controlled trial of oral RPC1063 in relapsing multiple sclerosis. J Cohen, DL Arnold, G Comi, A Bar-Or, S Gujrathi, JP Hartung, A Olson, M Cravets, PA Frohna, K Selmaj

 

 

Imaging e OCT

 tomografia

Diagnosi, monitoraggio e biomarcatori. La dottoressa Costanza Giannì (per maggiori informazioni) ha tenuto una presentazione orale sulle sue ricerche condotte presso l’Athinoula A. Martinos Center for Biomedical Imaging del Massachusetts General Hospital a Boston, e finanziate grazie a una borsa di ricerca FISM. Lo studio ha verificato la presenza di infiammazione nella corteccia cerebrale di pazienti affetti da SM (SM secondariamente progressiva e SM recidivante-remittente in una fase aggressiva dimalattia), e la sua influenza nel determinare lesioni e poi degenerazione della corteccia stessa con risonanza magnetica ad altissimo campo magnetico (7 Tesla) ed immagini di risonanza magnetica e tomografia ad emissione di positroni (PET) acquisite contemporaneamente (PET-risonanza). Dai risultati ottenuti finora emerge che nei pazienti affetti da SM, quando confrontati con soggetti sani della stessa età, è presente infiammazione di diversi gradi e variamente distribuita nei vari compartimenti cerebrali. L’infiammazione è risultata presente nella corteccia cerebrale, in particolare nei solchi corticali e a livello delle lesioni presenti nella corteccia. Inoltre, un certo grado di infiammazione è stato rilevato nella sostanza bianca apparentemente sana, cioè non colpita dalle lesioni demielinizzanti visibili, ma considerata sede di danno diffuso. Questi risultati, oltre a confermare per la prima volta in vivo risultati precedentemente ottenuti solo da studi di patologia, sono importanti per comprendere i meccanismi di danno presenti nella SM.
[11C]-PBR28 MR-PET imaging detects in vivo inflammation in normal appearing white matter and cortical sulci in multiple sclerosis. C Giannì, ST Govindarajan, AP Fan1, C Louapre, M Loggia, C Catana, E Tinelli, J Hooker, J Sloane, RP Kinkel, C Mainero

 

Misure delle fibre nervose retiniche, neurodegenerazione e infiammazione. Il dottor Shiv Saidha della Johns Hopkins University di Baltimora, ha valutato se l'atrofia di specifiche strutture della retina sia associata con l’atrofia di specifiche sotto-strutture cerebrali e l'accumulo di lesioni cerebrali nella SM. Utilizzando la tomografia a coerenza ottica (OCT) con segmentazione automatica insieme a valutazioni cliniche e analisi di risonanza magnetica ha analizzato 107 persone con SM. I risultati hanno mostrato che alterazioni delle fibre nervose retiniche rispecchiano i processi neurodegenerativi del sistema nervoso centrale a livello globale, nella SM. L’atrofia delle cellule gangliari derivate e dello strato plessiforme interno riflette l’atrofia dell’intero cervello, in particolare l'atrofia della sostanza grigia, specialmente nella SM progressiva. Oltre a raccogliere informazioni riguardanti la neurodegenerazione, il monitoraggio con OCT fornisce anche informazioni sull’attività infiammatoria nella SM recidivante remittente RRMS. I ricercatori hanno commentato che i loro risultati convalidano l’utilizzo di misure di OCT sia per il monitoraggio clinico che per le misure di outcome negli studi clinici.
Retinal measures reflect global neurodegeneration and inflammation; a 4-year longitudinal study of optical coherence tomography and MRI in MS. S Saidha, O Omar Al-Louzi, J Ratchford, P Bhargava, J Oh1, S Newsome, J Prince, D Pham, S Roy, P Van Zijl, L Balcer, E Frohman, D Reich, C Crainiceanu, P Calabresi.

 

Misure di volume cerebrale per predire la progressione di disabilità. La perdita di volume cerebrale correla con il rischio di progressione della disabilità in gruppi di pazienti con SM recidivante-remittente (SMRR) Se però i valori di volume cerebrale possano essere utilizzati su base individuale, per ciascuna singola persona, per prevedere la progressione della disabilità non è mai stato valutato.

La dottoressa Maria Pia Sormani dell’Università di Genova ha presentato uno studio che ha definito, in un'ampia coorte di pazienti (circa 3600 persone) con SMRR, arruolati in tre studi clinici sul fingolimod di fase III, i valori cut-off di volume cerebrale che possono prevedere la progressione della disabilità individuali. I ricercatori hanno calcolato il volume cerebrale normalizzato per le dimensione della testa (NBV) individualmente, in base alle caratteristiche cliniche e demografiche di ciascun paziente (età, sesso, volume delle lesioni T2, punteggio di disabilità EDSS, durata di malattia) utilizzando un modello statistico di regressione multipla. I risultati mostrano come i cut-off individualizzati derivati da valori basali di volume cerebrale normalizzato adeguati per i le caratteristiche cliniche e demografiche possono fornire informazioni prognostiche utili a livello di ciascun singolo paziente. Inoltre, con i cut-off del volume del cervello hanno determinato che l'effetto terapeutico del trattamento con fingolimod era evidente soprattutto nelle persone con un più alto rischio di progressione di disabilità.
Defining brain volume cut-offs to predict disability progression in MS: an analysis of a large cohort of relapsing-remitting MS patients. MP Sormani, L Kappos, EW Radue, J Cohen, F Barkhof, T Sprenger, D Piani Meier, D Häring, D Tomic, N De Stefano

 

 

Fattori genetici, ambientali e di rischio

 Ricerca scientifica

 

Geni ed effetti genetici Il dottor Philip De Jager del Harvard’s Brigham and Women’s Hospital di Boston ha presentato le ultime scoperte dal Consorzio di Genetica SM. L'obiettivo era quello di replicare ed espandere lo studio di genetica pubblicato nel 2013 su oltre 80.000 persone. Dopo aver replicato lo studio i ricercatori hanno identificato 45 nuove varianti genetiche legate alla SM, che sommate a quelle precedentemente scoperte portano a 159 le varianti genetiche associate alla SM. Inoltre, hanno cominciato a identificare le cellule immunitarie specifiche e le proteine coinvolte, che determinano un rischio di sviluppare la sclerosi multipla. “Con la nuova mappa genetica della SM e i molteplici approcci di epigenomica e valutazioni funzionali, è chiaro che sono importanti non solo i processi mediati da cellule TH17 per l'insorgenza della sclerosi multipla” ha commentato De Jager. Anche le cellule mieloidi, Natural Killer e cellule T CD8 sono implicati nella malattia, e i ricercatori suggeriscono che alcune funzioni delle cellule dendritiche e delle cellule B siano alterate da varianti genetiche SM.
The Genomic map of multiple sclerosis: over 45 novel susceptibility variants and translation of genetics to biology. P De Jager, International MS Genetics Consortium

 

Geni e rischio SM negli afro-americani Il dottor. Noriko Isobe (University of California, San Francisco) e il Consorzio Internazionale SM di genetica hanno riportato come i geni di afro-americani e caucasici con MS differiscano, in seguito a uno studio pubblicato nel 2013. Sono stati identificati sette nuovi geni negli afroamericani con SM, mai scoperti prima nei più grandi lavori di genetica. Questi risultati possono aiutare a capire perché la SM è spesso più grave per gli afroamericani, e a identificare i geni di rischio più importanti per la malattia.
Genetic determinants of multiple sclerosis in African Americans.
N Isobe, L Madireddy, P Khankhanian, T Matsushita, SJ Caillier, JM More, P-A Gourraud, JL Mccauley, S Onengut-Gumuscu, SS Rich, SL Hauser, S Sawcer, JR Oksenberg, International Multiple Sclerosis Genetics Consortium

 

Vitamina D e geni. La dottoressa Jennifer Graves e il Network dei Centri Pediatrici SM hanno riportato i risultati preliminari di uno studio, ancora in corso, sui fattori genetici e ambientali di rischio nei bambini con SM. Hanno dimostrato che bassi livelli di vitamina D erano associati con le ricadute SM solo nei bambini che avevano un gene immunitario specifico (HLA-DRB1 * 15: 01/03). Questo è il primo studio a suggerire un’interazione tra il maggiore fattore di rischio SM genetico e i livelli di vitamina D e l’effetto di questa interazione sul tasso di ricaduta nei bambini con SM. La ricerca è ancora in corso e potrebbe fornire importanti informazioni su chi può trarre un maggiore beneficio dall’assunzione di vitamina D.
HLA-DRB1*15:01/03 modifies association of vitamin D level with relapse rate in pediatric MS
J Graves, L Barcellos, M Milazzo, E Mowry, A Belman, M Rodriguez, B Weinstock-Guttman6, M Gorman, L Benson, J Ness, T Lotze, G Aaen, T Chitnis, J Rose, TC Casper, L Krupp, E Waubant, U.S. Network of Pediatric MS Centers

 

Interazioni geni, ambiente e sistema immunitario. Il dottor David Hafler (Yale University), ha presentato la  “keynote lecture” su come utilizzare i geni di rischio come punti di riferimento per la comprensione di ciò che va male nella SM, come risolvere il problema, e addirittura prevenirlo. Hafler è uno dei fondatori del Consorzio Genetico SM, che ha rivoluzionato lo studio e la comprensione della genetica della SM. Hafler ha osservato che si arriverà a scoprire centinaia di geni di rischio SM. Ma la SM non è determinata semplicemente da "geni cattivi", ma è invece il cattivo risultato di troppe varianti genetiche nelle regioni dei geni non codificanti che portano ad una soglia di attivazione inferiore delle cellule T in risposta a molteplici fattori ambientali, tra cui bassi livelli di vitamina D, fumo, maggiore indice di massa corporea, esposizione al virus EBV e l'assunzione di sale. È fondamentale capire l’interazione tra geni e ambiente che determina una risposta immunitaria contro la mielina del sistema nervoso centrale. Infatti, stimoli ambientali che interagiscono con questi fattori genetici sembrano innescare l'attivazione delle cellule T reattive contro la mielina, che producono citochine infiammatorie che mediano la malattia. "Ogni gene ha per sé ha un piccolo effetto sul rischio di malattia; ma questo rischio aumenta quando questo gene interagisce con l'ambiente ", ha osservato. Hafler ha sottolineato che né i geni ne l’ambiente sono di per sé “cattivi” ma è l’interazione tra questi che può essere “cattiva”.
Approaching the cause of multiple sclerosis.
DA Hafler

 

Assunzione di vitamina D e rischio SM. Bassi livelli di vitamina D sono stati collegati a un aumento del rischio di sviluppare la SM. La dottoressa Marianna Cortese dell’Università di Bergen, Norvegia, insieme al suo gruppo di ricerca ha indagato a quale età l’assunzione di integratori alimentari di vitamina D può ridurre il rischio di SM. Nello studio presentato, hanno esaminato il consumo di olio di fegato di merluzzo (una fonte di vitamina D) durante l'infanzia, l'adolescenza e l'età adulta in 953 persone con SM e 1717 persone controlli sani. Hanno scoperto che coloro che hanno riferito di assumere l'olio di fegato di merluzzo in età tra i 13 e i 18 anni avevano quasi la metà di rischio di sviluppare la SM rispetto a chi non aveva mai preso l'olio di fegato di merluzzo o che ha riferito di averlo assunto ad altre età. Secondo questo studio, l’adolescenza può essere il momento migliore per assumere integratori alimentari di vitamina D per ridurre il rischio di sviluppare la SM.
Timing of vitamin D Timing of cod liver oil use as a vitamin D source and multiple sclerosis risk in Norway: the EnvIMS study.
M Cortese, T Riise, K Bjørnevik, T Holmøy, MT Kampman, S Magalhaes, M Pugliatti, C Wolfson, K-M Myhr.

 

Meccanismi immunitari

 

La nuova citochina IL 26 media la neuroinfiammazione nella SM. È noto che i linfociti TH17 sono fondamentali nella patogenesi della sclerosi multipla. Tuttavia, l'importanza della citochina IL-17, e di altre citochine TH17-associate, nella sclerosi multipla nel mantenimento della neuroinfiammazione è ancora poco conosciuta. Il dottor Broux dell’Université de Montréal in Canada ha presentato il suo studio sulla funzione di IL-26, e il suo ruolo come citochina TH17-associata, nella rottura della barriera emato-encefalica (BBB) e nella neuroinfiammazione.

Lo studio ha dimostrato che l'IL-26 è specificatamente prodotta dai linfociti TH17 umani e che si correla fortemente ad altri marcatori TH17-associati. IL-26 è aumentata nel siero e nel liquor di pazienti con SM non trattati, rispetto ai controlli o a persone con SM sotto trattamento. Inoltre, in vivo su modelli sperimentali, i risultati hanno mostrato che il trattamento con IL26 aumenta la permeabilità della barriera emato-encefalica e l’accumulo di cellule immunitarie nel SNC.
The novel TH17-associated cytokine IL-26 mediates BBB breakdown and neuroinflammation. B Broux, Hachehouche, H Kebir, S Terouz, L Bourbonniere, A Prat

 

 

Patologia del sistema nervoso centrale

 astrociti

Ferro, sclerosi multipla e neuromielite ottica. L’accumulo di ferro come condizione patologica è già stato riportato nella sclerosi multipla. Il dottor Chawla della New York University ha utilizzato la nuova tecnica chiamata “Quantitative Susceptibility Mapping (QSM)”associata alla risonanza magnetica ad alto campo per rilevare, quantificare e comparare i depositi di ferro nelle lesioni SM e neuromielite ottica (NMO) Il 24 % delle lesioni SM ha dimostrato ipersensitività alla QSM collegata alla patologia del ferro, mentre nessuna delle lesioni NMO ha mostrato alcun segnale con questa tecnica. Questi risultati suggeriscono che i depositi di ferro non sono una caratteristica delle lesioni NMO e che la tecnica QSM può avere un’utilità diagnostica per differenziare la SM dalla NMO e permette di comprendere la patogenesi e l'evoluzione delle lesioni nella SM.
Assessment of iron deposition pattern in multiple sclerosis and neuromyelitis optica lesions with ultra-high field quantitative susceptibility mapping. S Chawla, I Kister, J Herbert, JC Brisset, P Dusek, JT Wuerfel, F Paul, Y Ge

 

Rimielinizzazione

Spostamento di cellule riparatrici sulle lesioni SM. La dottoressa Catherine Lubetzki (Salpêtrière, Parigi) ha descritto i fattori chimici che possono attivare e reclutare cellule immature per la riparazione della mielina che risiedono nel cervello (precursori degli oligodendrociti o OPC) a siti di lesioni SM. Alcuni fattori immunitari attivano gli OPC, e altre proteine, come la semaforina, li guidano dove sono necessari e aumentano la riparazione della mielina. Questi studi proof of concept dimostrano che il reclutamento di OPC influenza la riparazione della mielina, e modifica la visione corrente sulle strategie di rimielinizzazione, come ad esempio l’accelerazione dei processo di riparazione è fondamentale per evitare danni irreversibili assonali. Lubetzki ha sottolineato che le nuove conoscenze su questi processi aprono la strada per l'identificazione di potenziali bersagli terapeutici per le strategie di riparazione delle lesioni nei pazienti con sclerosi multipla.
Remyelination in the adult central nervous system: mechanisms and perspectives
C Lubetzki

 

Rimielinizzazione: terapia con cellule staminali. Le terapie con cellule staminali rappresentano una promettente area di ricerca sia per rallentare l'attività di SM, sia per riparare la mielina del cervello che è stato danneggiata, anche se possibili terapie con queste cellule sono ancora in fase sperimentale nella sclerosi multipla. Trovare buone fonti di cellule staminali, e metodi più veloci per produrle, potrebbe contribuire a velocizzare lo sviluppo di terapie mirate. Un approccio è quello di utilizzare le cellule della pelle o di altri tessuti di una persona adulta e riprogrammarle a diventare cellule staminali (chiamate "cellule staminali indotte pluripotenti-iNSCs"). Il gruppo del dottor Stefano Pluchino dell’Università di Cambridge, (UK) insieme a collaboratori in Italia e in Germania, hanno descritto un nuovo processo che, da loro utilizzato con successo, per trasformare le cellule della pelle del topo direttamente in cellule staminali cerebrali e per la prima volta ci sono riusciti con un unico passaggio, piuttosto che con molti passaggi come fatto in precedenza. La conversione diretta di cellule somatiche in NSC indotte è altamente efficiente e rapida ed è una promettente alternativa ai trattamenti con le cellule staminali convenzionali.
Injection of next-generation directly-induced neural stem cells (iNSCs) induces recovery in a chronic mouse model of multiple sclerosis. L Peruzzotti-Jametti, G Mallucci, G Tannahill, B Huang, YB Lakes, E Giusto, M Donegà, B Balzarotti1, F Edenhofer, S. Pluchino

 

Klotho, oligodenrociti e mielina. Klotho è una proteina transmebrana scoperta nel 1997 espressa principalmente nel fegato e nel cervello. È stato descritto che Klotho è ridotto nella sostanza bianca del cervello che invecchia, nello stesso momento in cui anche si osservano deficit di mielina, e questo implica una connessione tra l’espressione di klotho e l'integrità della mielina. I ricercatori della Boston University School of Medicine hanno descritto per la prima volta in vivo il ruolo di klotho come regolatore di rimielinizzazione nella sostanza bianca. Hanno dimostrato che klotho induce la maturazione degli oligodendrociti e che la sua diminuzione con l’avanzare dell’età può colpire la riparazione della mielina sia nel normale processo di invecchiamento che nelle malattie demielinizzanti come la sclerosi multipla. Inoltre, i modelli sperimentali privi di klotho presentano una forte riduzione della mielinizzazione, mentre con una maggiore espressione di klotho rimielinizzano due volte meglio. Questi promettenti risultati suggeriscono che la produzione di piccole molecole in grado di stimolare la produzione di Klotho potrebbe portare a nuove terapie per la riparazione della mielina nella sclerosi multipla.
The life extension protein Klotho enhances remyelination following cuprizone-induced demyelination
CR Abraham, C-D Chen, S Medicetty, E Zeldich

 

 

 

Riabilitazione

 Riabilitazione

 Effetti del Sativex spray sulle misure di spasticità nella SM. Lo spray per la mucosa orale THC-CBD (Sativex) si è dimostrato efficace nel ridurre i sintomi associati alla spasticità nella sclerosi multipla. La dottoressa Letizia Leocani dell’ospedale San Raffaele di Milano, ha valutato i correlati clinici-neurofisiologici degli effetti del Sativex sulla spasticità nella SM. Sono state analizzate 43 persone con SM progressiva (EDSS 3,5-6) con evidenza clinica di spasticità, valutata con la scala di Ashworth modificata (MAS) > 1, randomizzate in cieco a ricevere per quattro settimane THC-CBD (Sativex) o placebo, seguito da un secondo ciclo dopo due settimane di washout. I ricercatori hanno effettuato le seguenti misure cliniche e neurofisiologiche prima e al termine di ogni fase: la scala MAS, la scala NRS di valutazione numerica di spasticità, 10-mt walk, la scala di fatica e gravità,e l’ampiezza dei potenziali motori evocati (Motor Evoked Potential). Un effetto significativo del trattamento rispetto al placebo è stato riscontrato con la scala MAS; inoltre i miglioramenti di spasticità osservati con scala MAS e con scala NRS correlavano in modo significativo tra di loro. Le misure neurofisiologiche invece non differivano significativamente in base al trattamento e non erano significativamente correlate con i parametri clinici. I risultati hanno confermato gli effetti clinici benefici del THC-CBD sulla spasticità SM e hanno mostrato la mancanza di corrispondenti modifiche neurofisiologiche coinvolte nella fisiopatologia della spasticità.
Effect of THC-CBD oromucosal spray (Sativex) on measures of spasticity in multiple sclerosis: a double-blind, placebo-controlled, crossover study.L Leocani,A Nuara, E Houdayer, U Del Carro, L Straffi, V Martinelli, P Rossi, I Schiavetti, S Amadio, MP Sormani, G Comi.

 

Training della memoria di lavoro per le persone con insorgenza pediatrica della sclerosi multipla.  Circa il 30-50% dei bambini e adolescenti con sclerosi multipla presentano un disturbo cognitivo, prevalentemente con deficit di memoria di lavoro (working memory). Studi condotti in popolazioni pediatriche mostrano un miglioramento della capacità di memoria di lavoro dopo un allenamento intensivo con attività informatiche. Il dottor Kuni ,della York University in Canada, ha valutato la fattibilità di attuare un programma di allenamento intensivo informatico (Cogmed) su 9 pazienti affetti da SM con insorgenza pediatrica (età 14-24 anni) e con disfunzioni cognitive. Ha, inoltre, analizzato come il programma Cogmed può prevedere i cambiamenti sulle misure neuropsicologiche standardizzate. I pazienti hanno seguito il programma Cogmed per 5 settimane (5 giorni alla settimana, 45 minuti al giorno). Una persona incaricata di seguire il training ha telefonato a tutti i partecipanti settimanalmente richiedendo informazioni sul loro atteggiamento nei riguardi dell’insorgenza di variazioni di salute e/o di altro tipo, e per fornire un sostegno motivazionale. I risultati hanno evidenziato che persone con sclerosi multipla ad esordio pediatrico possono tollerare e completare un intenso programma di riabilitazione cognitiva. Il completamento del programma è stato influenzato dalla richiesta dei pazienti di un supporto motivazionale da parte dei genitori. Ulteriori studi sono necessari per esplorare metodi per aumentare l'aderenza ai programmi di allenamento intensivi. È importante replicare questi studi su un campione più ampio, controllato, e con una più ampia varietà di compiti.
An exploratory study of the acceptability and efficacy of working memory training for individuals with pediatric-onset multiple sclerosis B Kuni, A Sye, EA YehìC Till.

 

Validazione italiana della scala MSWS12 del cammino.Le alterazioni della deambulazione sono estremamente frequenti nelle persone con sclerosi multipla. La scala di misura “12 item Multiple Sclerosis Walking Scale” (MSWS-12) valuta misurazioni della qualità del cammino nelle persone con SM. Lo scopo di questo studio è stato quello di adattare e validare la scala MSWS-12 alla popolazione italiana con SM. Presentato dal dottor Solaro e dalla dott.ssa Trabucco dell’ASL 3 di Genova, questo studio ha incluso 321 pazienti con una diagnosi di SM. Le fasi di adattamento e validazione del test sono state condotte da parte di un comitato di esperti. Inoltre, il test MSWS-12 è stato confrontato con la scala FSS e con il test T25FW. I risultati hanno mostrato che la versione italiana di MSWS-12 (MSWS-12/IT) si è dimostrata simile a quella originale e che la scala MSWS-12 / IT è una scala affidabile e riproducibile. I ricercatori hanno concluso che questa scala, adattata e validata, è sicuramente uno strumento di misura affidabile per la popolazione italiana.
Italian validation of the 12-item multiple sclerosis walking scale (msws-12)
E Trabucco, M Cella, A Signori, GP Bricchetto, P Cavalla, M Gironi, F Patti, L Prosperini, C Solaro.

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