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12/02/2013

Sclerosi multipla: le priorità per la ricerca sulle forme progressive

 

Si è svolto a Milano il 7 e 8 febbraio scorsi la prima conferenza dell’International Progressive Multiple Sclerosis Collaborative. Associazioni SM, ricercatori e persone con SM insieme per trovare terapie efficaci

 

Si è conclusa a Milano, presso il centro congressi dell’Ospedale San Raffaele, la prima conferenza internazionale dell’International Progressive Multiple Sclerosis Collaborative (IPMSC), organismo internazionale composto dalle maggiori associazioni di SM del mondo, che ha chiamato a raccolta ricercatori provenienti da tutto il mondo per discutere del futuro delle terapie per le forme progressive di sclerosi multipla.

 

«Per trovare risposte in questo ambito finanziare la ricerca di eccellenza non basta più - dice Paola Zaratin, direttore ricerca scientifica AISM-FISM e membro dello Steering Committee di IPMSC - È necessario che la ricerca sulle forme progressive di SM cammini attraverso le diverse fasi e, tramite un nuovo modello di collaborazione internazionale, si traduca finalmente in una terapia. Per raggiungere questo obiettivo sarà importante conoscere i bisogni di tutti gli attori e superare le barriere che, da almeno dieci anni, confinano gli sforzi in iniziative isolate senza produrre risultati».

 

«Questa iniziativa è stata una sorta di prima mondiale in questo campo – dice Giancarlo Comi, Università Vita e Salute, Ospedale San Raffaele, Milano, membro dello Steering Committee IPMSC - I ricercatori sono stati felici di partecipare, convinti che questa iniziativa fosse assolutamente indispensabile. E, soprattutto, si sono dimostrati ‘committed’, cioè ‘convinti a impegnarsi’ da subito, a lavorare insieme per giungere a obiettivi comuni».

 

La voce delle persone con SM è stata rappresentata al congresso anche da John Golding, Presidente della EMSP (European Multiple Sclerosis Platform) e persona affetta da una forma progressiva di sclerosi multipla: «Si può essere felici di quello che è successo a Milano - ha detto - È la prima volta che la comunità scientifica dei più importanti esperti nella ricerca sulla SM, insieme alla Federazione Internazionale della SM e alle cinque più importanti associazioni SM del mondo, si ritrovano tutti insieme con una così forte unità di intenti per risolvere il problema della SM progressiva. Si  tratta solo del primo passo di un lungo percorso, forse le scoperte che arriveranno non serviranno a me e a coloro che hanno la SM progressiva da tanti anni, ma daranno sicuramente una qualità di vita diversa ai giovani che ricevono oggi la diagnosi. Dobbiamo lavorare insieme in un orizzonte internazionale, perché la sclerosi multipla non ha confini geografici nazionali e  tutti i giovani con SM del mondo hanno gli stessi desideri, gli stessi diritti,  le stesse aspettative».

 

L'impegno di AISM per l’informazione non finisce tuttavia con il congresso. Pubblicheremo nei prossimi giorni su questi sito alcune interviste di approfondimento sul tema delle forme progressive di sclerosi multipla. Iniziando dal Prof Marco Salvetti, il quale al convegno è stato relatore di un gruppo di lavoro che si occupa di riposizionare farmaci già approvati per altre malattie nella cura della SM.