Salta al contenuto principale

20/10/2011

SM pediatrica: uno studio multicentrico italiano

 
Il dott. Angelo Ghezzi opera presso il Centro Studi Sclerosi Multipla dell'Ospedale S. Antonio Abate di Gallarate (VA). All'ECTRIMS 2011 presenta uno studio multicentrico che ha monitorato per due anni 35 giovani persone con SM nel trattamento con Natalizumab. Lo abbiamo incontrato.

 

Può spiegarci brevemente di cosa si occupa la ricerca che presenta all’ECTRIMS, e come si colloca nel quadro globale della ricerca scientifica sulla SM?
«Il nostro lavoro riguarda la SM pediatrica. Si tratta di un ampio studio multicentrico (coinvolge 15 centri clinici italiani): valuta il trattamento di un farmaco, il Natalizumab, su 35 giovani pazienti. Ne ha monitorato e valutato la storia clinica per due anni».

 

Dal punto di vista scientifico qual è il contributo, il valore della ricerca che presenta?
«Il valore di questo studio è già di per se implicito nella numerosità dei centri e della casistica presentata e contribuirà a dare risposte importanti. Due anni di terapia, moltiplicata per trentacinque pazienti hanno dato informazioni determinanti sul trattamento della SM con il Natalizumab, farmaco che si è riscontrato essere in grado di garantire la soppressione dell’attività della malattia in quasi tutti i casi, limitandone le ricadute. Questo studio ha permesso inoltre un attento monitoraggio clinico rivolto alla possibilità di insorgenza di PML, leucoencefalopatia multifocale progressiva, grazie al test per determinare la presenza di anticorpi contro il virus che ne è responsabile».

 

La ricerca inizia in laboratorio e vuole migliorare la vita delle persone: che ritorni possono avere nell’immediato futuro sulla vita delle persone con SM gli esiti degli studi che sta presentando? Si riesce a identificare un orizzonte temporale entro cui dalle ricerche che state effettuando si avranno ritorni diretti per una vita di qualità oltre la SM?
«Sicuramente sì. Ed è una grande conquista quando si percepisce che gli orizzonti si stanno avvicinando e che la ricerca e il nostro lavoro hanno un significato per il futuro immediato per le persone. Ricordo che questo studio è la prosecuzione di un importante ricerca pubblicata su Neurology solo due anni fa è stato possibile ottenere un risultato tanto prezioso grazie a una grande collaborazione tra centri clinici (15 in tutto, per due anni, condividendo informazioni relative a 35 pazienti), che hanno potenziato valori e significati della ricerca stessa, in breve tempo. E a proposito di questa modalità collaborativa tra centri clinici, ne è un buon esempio la risposta positiva di AIFA alla nostra richiesta di includere il Natalizumab tra i farmaci che possono essere utilizzati nella SM pediatrica a severa evoluzione, mediante l’applicazione della L. 648». 

 

Dovesse mandare un messaggio alle persone sullo stato globale della ricerca nella SM, sul quadro complessivo che le sembra possa emergere all’ECTRIMS e sulle principali conquiste che ci possiamo aspettare nei prossimi anni, cosa direbbe?
«Dico che la SM è una malattia sulla quale esistono precise, efficaci, standardizzate misure di diagnosi e monitoraggio. Dico che su questa malattia esistono protocolli terapeutici precisi con la possibilità di adattare la terapia ai singoli pazienti. Queste sono buone notizie».

 

Trovi un titolo da "giornale" - ovvero divulgativo, chiaro e sintetico - quale  sceglierebbe?
«SM pediatrica: la ricerca Italiana è all’avanguardia».