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13/01/2016

Sclerosi multipla: nuovi target per capire la forma secondariamente progressiva

Uno studio condotto a Londra ha analizzato tramite risonanza magnetica i cambiamenti chimici nel cervello. Dai risultati emergere che potrebbero giocare un ruolo nella SM

 

Oggi vi è un urgente bisogno di comprendere i meccanismi di danno nel cervello e nel midollo spinale che caratterizzano l’irreversibile e continuo declino neurologico nelle forme progressive di sclerosi multipla. La risonanza magnetica (RM), è molto utile per la diagnosi e il monitoraggio di molte malattie neurologiche, e una serie di nuove tecniche di RM possono rilevare alterazioni cerebrali.

 

Un gruppo di ricerca dell’UCL Institute of Neurology a Londra, utilizzando una tecnica di RM avanzata chiamata spettroscopia di risonanza magnetica protonica, ha analizzato i valori anormali di elementi chimici del tessuto cerebrale. In particolare si sono focalizzati sull’acido gamma-amminobutirrico (GABA), che è un prodotto chimico ampiamente distribuito nel cervello. I ricercatori hanno osservato, in persone con SM secondariamente progressiva (SMSP), che livelli più bassi di GABA nelle aree cerebrali che controllano il movimento e le sensazioni erano associati con ridotte prestazioni motorie.

 

Secondo i ricercatori questi risultati non solo suggeriscono che i livelli alterati di GABA potrebbero essere un biomarcatore di danno cerebrale, ma anche che questa sostanza chimica potrebbe contribuire al danno cerebrale nella SMSP e concludono pertanto che GABA può essere un target importante per sviluppare terapie neuroprotettive nella SM progressiva.

 

Reduced gamma-aminobutyric acid concentration is associated with physical disability in progressive multiple sclerosis. Cawley , et al,  Brain  2015: 138; 2584–2595

 

Fonte: MSIF