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19/01/2011

Gli ultimi studi finanziati da FISM

 

Nell’ultimo trimestre del 2010 sono stati pubblicati alcuni lavori scientifici finanziati in parte o totalmente dalla Fondazione Italiana Sclerosi Multipla, vi riportiamo di seguito le relative notizie

 

SM e fatica, quale origine?
La fatica nella SM è un sintomo molto comune e molto disabilitante; in questo lavoro i ricercatori hanno valutato se l’ipotersi che la fatica nella SM possa essere correlata a disfunzione nelle aree corticali coinvolte nella preparazione al movimento possa essere valida. Per tale motivo hanno analizzato 33 persone con SM recidivante remittente e fatica e 12 persone sane. Tutti i partecipanti sono stati sottoposti a risonanza magnetica e stimolazione magnetica transuranica. I ricercatori hanno dimostrato che i danni presenti a livello del lobo frontale erano associati alla fatica da SM come indicato dall’aumento delle lesioni nella zona frontale in correlazione con un aumento dei gradi di fatica. Questo risultava concomitante alla presenza di deficit funzionali delle aree motorie coinvolte nella pianificazione e preparazione dei movimenti. Inoltre i ricercatori hanno visto che né il tratto corticospinale né i neuroni inibitori ed eccitatori che ne regolano l’attività sembrano essere coinvolti nella patogenesi della fatica nella SM.
Is central fatigue in multiple sclerosis a disorder of movement preparation? Morgante F, Dattola V, Crupi D, Russo M, Rizzo V, Ghilardi MF, Terranova C, Ghirlanda P, Quartarone A. Journal of Neurology 2010 [Epub ahead of print]

 

 

Retrovirus associati alla SM e alla disabilità
Particelle simili ai retrovirus che contengono il retrovirus a RNA associato alla SM (MSRV) sono state individuate nel liquor cerebrospinale nelle persone con SM. Precedenti lavori dello stesso gruppo di ricercatori avevano, infatti, individuato la presenza di MSRV nel 50% delle persone con SM all’esordio della malattia, con aumento durante la progressione temporale della malattia. Tale MSRV è stato trovato anche in persone con altre patologie neurologiche infiammatorie mentre raramente è stato osservato in persone sane. Gli autori hanno esteso il loro studio osservazionale a 10 anni di follow-up per determinare se  la presenza di MSRV nel CSF può predire la disabilità non remittente nella SM. Lo studio ha confermato che la presenza del MSRV nel liquor di persone con SM iniziale è associata con una maggiore frequenza di ricadute non remittenti con evoluzione della malattia verso forme secondarie progressive. I ricercatori concludono che i risultati supportano un possibile ruolo neurodegenerativo del MSRV nella patogenesi della SM e questo  potrebbe aprire la strada a nuovi sviluppi terapeutici.
Multiple sclerosis-associated retrovirus and progressive disability of multiple sclerosis Sotgiu S, Mameli G, Serra C, Zarbo IR, Arru G, Dolei A Multiple sclerosis 2010 [Epub ahead of print]

 

 

Validazione di un nuovo metodo biochimico per identificare biomarcatori nel siero di persone con SM
Le isoforme glicosilate (proteine associate ai carboidrati) delle proteine plasmatiche di fase acuta (APP) sono importanti biomarcatori dei processi infiammatori come quelli che avvengono nella SM. Analisi specifiche di queste proteine sono spesso ostacolate dalla complessità del campione biochimico. Lo scopo di questo studio è stato quello di impostare un metodo per visualizzare accuratamente, identificare e quantificare le isoforme glicosilate delle APP nel siero umano. I ricercatori hanno arricchito la tecnica convenzionale di separazione di proteine chiamata “cromatografia per affinità” utilizzando particolari proteine capaci di legare  e “catturare” proteine associate a carboidrati. Tale tecnica associata ad un’analisi di immagini  a 2DE  è stata applicata a sieri di 15 persone con SM e di 9 individui sani. I risultati hanno rilevato una correlazione significativa tra una particolare glicoproteina (beta aplotinina) e la SM  Inoltre dimostrano che questo metodo permette di isolare le APP glicosilate direttamente da piccole quantità di fluidi biologici. Gli autori concludono che, nonostante rimanga sconosciuto il ruolo pato-fisiologico di queste proteine e sono necessari ulteriori studi, i risultati ottenuti potrebbero avere un impatto rilevante sui metodi convenzionali biochimici per l’identificazione di specifici biomarcatori di malattia.
Acute-phase proteins investigation based on lectins affinity capture prior to 2-DE separation: application to serum from multiple sclerosis patients. Robotti A, Natale M, Albo AG, Lis K, Perga S, Marnetto F, Gilli F, Bertolotto A. Electrophoresis. 2010 Sep;31(17):2882-93.

 

 

Studio di autoanticorpi nel modello sperimentale di SM
La sclerosi multipla è una malattia autoimmune e l'identificazione di autoantigeni in queste malattie potrebbe aiutare ad identificare nuovi antigeni collegati alla generazione di autoanticorpi nella malattia e a produrre nuovi vaccini. Gli autori di questo lavoro hanno combinato la tecnica di analisi di proteine 2D con tecniche di studio immunologiche (2D-immunomica) per l’identificazione di autoantigeni in ESA (modello sperimentale di SM). L’analisi 2-D immunomica ha permesso di identificare la presenza di autoanticorpi diretti contro varie proteine neurali oltre che agli autoanticorpi attesi diretti contro il peptide MBP con cui è stata indotta la ESA stessa. Gli autori concludono che questo metodo di analisi  ha permesso di evidenziare molte proteine neuronali che sono target di autoanticorpi che si generano in seguito all’induzione di ESA per mezzo di un unico autoantigene e questo potrebbe aiutare a spiegare la complessità della risposta immunitaria che si osserva nella sclerosi multipla.
2D immunomic approach for the study of IgG autoantibodies in the experimental model of multiple sclerosis. Farinazzo A, Gini B, Milli A, Ruffini F, Marconi S, Turano E, Anghileri E, Barbieri F, Cecconi D, Furlan R, Bonetti B. J Neuroimmunol. 2010 Nov 18. [Epub ahead of print]