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15/10/2009

La risonanza magnetica utile per valutare il danno cerebrale nelle persone con Sclerosi Multipla Primariamente Progressiva

Un nuovo lavoro sull’utilità della risonanza magnetica (RM) nella valutazione del danno cerebrale in persone con SM primariamente progressiva, coordinato da Antonia Ceccarelli e Maria A. Rocca, del gruppo di Massimo Filippi, Neuroimaging Research Unit, dell’Istituto Scientifico Ospedale San Raffaele di Milano e finanziato dalla Fondazione Italiana Sclerosi Multipla, è stato pubblicato sulla rivista scientifica internazionale Human Brain Mapping.

In questo studio gli autori propongono l’applicazione di nuove tecniche di risonanza magnetica per poter valutare le forme primariamente progressive di SM. L'applicazione di tecniche moderne di RM per lo studio delle persone con SM, infatti, sta contribuendo a migliorare la comprensione della fisiopatologia della malattia e dei meccanismi responsabili dell'accumulo di disabilità irreversibile.
Le persone con SM primariamente progressiva rappresentano circa il 10-15% di tutti i malati di SM. Molti studi di RM del cervello e del midollo spinale hanno dimostrato che nelle persone con questa forma di SM il danno del sistema nervoso centrale in termini di lesioni (di tipo T2*, e T1** e lesioni captanti il mezzo di contrasto) è simile a quello presente in altre manifestazioni cliniche di SM, meno disabilitanti. Durante gli ultimi anni, l’applicazione di tecniche di RM che quantificano l’entità del danno tissutale microscopico ha mostrato la presenza di un danno diffuso a livello dei tessuti cerebrali apparentemente normali sia nella sostanza bianca che nella grigia, nelle persone con SM primariamente progressiva. Tuttavia, i meccanismi responsabili del decorso clinico aggressivo di queste persone non sono ancora del tutto chiariti.

In questo lavoro i ricercatori utilizzando tecniche di risonanza magnetica sviluppate di recente ed un magnete ad alto campo (3.0 Tesla), hanno voluto acquisire nuove informazioni al fine di individuare i meccanismi responsabili dell'accumulo di disabilità nelle persone affette da SM primariamente progressiva e di identificare delle misure obiettive in modo da poter monitorarne l'evoluzione.

Sono state esaminate 18 persone con SM primariamente progressiva e 17 controlli sani con un’analisi Voxel-Based (VB), una tecnica automatizzata che ha permesso di definire la distribuzione regionale del danno, a livello della sostanza grigia e bianca del cervello in termini di perdita di tessuto ed alterazioni microscopiche non rilevabili con la RM convenzionale.
Nei pazienti analizzati si è riscontrata un’atrofia della sostanza grigia a livello del talamo e dell’insula, mentre alterazioni della diffusione media, un indice di integrità strutturale, erano localizzate a livello di varie regioni cortico-sottocorticali e nel cervelletto. E’ stata inoltre dimostrata la presenza di un danno strutturale diffuso a livello di vari fasci di sostanza bianca, tra cui il corpo calloso, il fascio corticospinale, e la radiazione ottica.
Importante è il fatto che le aree di sostanza bianca con alterate misure di diffusione si estendevano ben oltre la rappresentazione delle lesioni visibili sulle sequenze pesate in T2, ad indicare la presenza di un danno microscopico diffuso.

Lo studio ha confermato la presenza di danno diffuso nei tessuti cerebrali apparentemente normali e ha permesso di rilevare il coinvolgimento strutturale di aree del cervello deputate alle funzioni cognitive e motorie, note per essere danneggiate nelle persone affette da SM primariamente progressiva.

Gli autori sottolineano l’importanza di combinare misure regionali del cervello derivate dalle differenti tecniche di RM per migliorare la comprensione della fisiopatologia delle forme primarie progressive di SM e come strumento diagnostico per visualizzare danni cerebrali altrimenti non rilevabili.

In futuro, gli autori si propongono di valutare il coinvolgimento cognitivo nelle persone con SM primariamente progressiva, per definire la relazione tra danni e disfunzioni in specifiche regioni cerebrali.

NOTE
*
Le immagini T2 pesate non forniscono invece tanti dettagli anatomici quanti ne forniscono le immagini T1 pesate; ma mettono in evidenza sia lesioni nuove che lesioni vecchie (più chiare rispetto al tessuto sano circostante) e sono per questo utili nel valutare il numero totale di lesioni e stabilire il  carico lesionale.
** Le immagini pesate in T1 forniscono molte informazioni anatomiche cerebrali. Questo tipo di immagini sono particolarmente utili per individuare lesioni vecchie e le conseguenti cicatrici. Le immagini T1 sono anche utili nella valutazione dell’attività di malattia in quanto, dopo la somministrazione del mezzo di contrasto, si osserva in queste sequenze la comparsa delle lesioni attive che appaiono più chiare.

Bibliografia
A multiparametric evaluation of regional brain damage in patients with primary progressive multiple sclerosis. Ceccarelli A, Rocca MA, Valsasina P, Rodegher M, Pagani E, Falini A, Comi G, Filippi M. Hum Brain Mapp. 2009 Sep;30(9):3009-19.