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21/12/2009

MSFI Research - Ottobre / Dicembre 2009

MSIF  Research News del 22 Dicembre

Il trapianto di cellule precursori neurali potenzia la rigenerazione della mielina del cervello
Nella sclerosi multipla  le cellule incaricate di stimolare la formazione di nuova mielina nelle zone dove la mielina è stata danneggiata non riescono a indurre questa remielinizzazione. In questo studio gli autori hanno verificato che, il trapianto di cellule precursori neurali (cellule che sono destinate a diventare cellule neurali) nel cervello, in un modello animale di SM, può facilitare i processi di remieilinizzazione.
Transplanted neural precursors enhance host brain-derived myelin regeneration Einstein O, Friedman-Levi Y, Grigoriadis N, Ben-Hur T J Neurosci. 2009 Dec 16;29(50):15694

Criteri diagnostici per la sclerosi multipla primariamente progressiva
La diagnosi di SM si basa sulla dimostrazione della disseminazione nello spazio e nel tempo dei caratteristici processi di demielinizzazione che avvengono nel sistema nervoso centrale. Gli attuali criteri di diagnosi che considerano la disseminazione nello spazio, per le forme recidivanti remittenti (SMRR) e per quelle primariamente progressive (SMPP), mostrano delle differenze significative. Questo significa che i processi diagnostici possono diventare molto difficili soprattutto per le persone con SMPP. I risultati di questo studio suggeriscono che l’unificazione dei criteri attuali di disseminazione nello spazio per le SMRR e SMPP dovrebbe essere considerata seriamente per future revisioni dei criteri diagnostici della SM.
Montalban X, Sastre-Garriga J, Filippi M, Khaleeli Z, Téllez N, Vellinga M, Tur C, Brochet B, Barkhof F, Rovaris M, Miller D, Polman Ch, Rovira A, Thompson A source: Mult Scler. 2009 Dec;15(12):1459-65
Il potenziale evocato multimodale è utile per le sindromi clinicamente isolate?
Le persone con SM possono sviluppare un certo grado di disabilità nel tempo, comunque è molto difficile, dopo un primo episodio suggestivo di SM, identificare le persone che avranno un decorso con una disabilità maggiore. Gli autori con questo studio suggeriscono che il completamento di test neurofisiologici che indagano sull’integrità delle principali vie del sistema nervoso centrale, dopo un primo episodio di SM, potrebbe essere di aiuto nell' identificare le persone ad alto rischio di sviluppare disabilità.
Do multimodal evoked potentials add information to MRI in clinically isolated syndromes? Pelayo R, Montalban X, Minoves T, Moncho D, Rio J, Nos C, Tur C, Castillo J, Horga A, Comabella M, Perkal H, Rovira A, Tintore M. Mult Scler. 2009 Dec 7

Gentica e fattori ambientali nella SM
La SM è una malattia complessa dove sia l’ambiente che la genetica sembrano giocare un ruolo importante. I risultati di questo studio evidenziano un’associazione tra il mese di nascita della persona, la presenza di specifiche varianti genetiche (associate con un maggior rischio di SM) e il rischio di sviluppare la SM, arrivando a  suggerire una  possibile interazione tra fattori di rischio stagionali con fattori di rischio genetici nello sviluppo della malattia.
HLA-DRB1 and month of birth in multiple sclerosis Ramagopalan SV, Link J, Byrnes JK, Dyment DA, Giovannoni G, Hintzen RQ, Sundqvist E, Kockum I, Smestad C, Lie BA, Harbo HF, Padyukov L, Alfredsson L, Olsson T, Sadovnick AD, Hillert J, Ebers GC
Neurology. 2009 Dec 15;73(24):2107-11


MSFI  Research News del 16 Dicembre

Fatica e qualità della vita nella sclerosi multipla pediatrica
Generalmente la sclerosi multipla si manifesta più frequentemente nei giovani adulti, ma qualche volta anche nei bambini. In questo studio condotto su 51 bambini con SM, gli autori hanno specificamente analizzato i fattori legati alla fatica e alla qualità della vita di questo gruppo. Dai dati raccolti i ricercatori concludono che la fatica e la scarsa qualità di vita in questo gruppo particolare di persone con sclerosi multipla sembrano essere collegati alle disabilità fisiche presenti ed inoltre tali fattori costituirebbero una grande problema nella SM pediatrica.
Fatigue and quality of life in pediatric multiple sclerosis. Macallister WS, Christodoulou C, Troxell R, Milazzo M, Block P, Preston TE, Bender HA, Belman A, Krupp L. Mult Scler. 2009 Nov 13

Risonanza magnetica funzionale del midollo spinale nelle persone con SM
Nella SM le tecniche di immagini di risonanza magnetica convenzionale non sono sempre sufficienti per distinguere le persone che hanno un decorso clinico più lieve o più severo. In questo studio gli autori hanno visto che la risonanza magnetica funzionale del midollo spinale può essere utile, non solo per distinguere le persone sane dalle persone con SM, ma anche per rilevare le persone che hanno un decorso più grave della malattia. Le persone con alti livelli di disabilità sembrano, infatti, avere maggiori attivazioni nelle immagini di risonanza funzionale che sarebbero correlate a cambiamenti patologici sottostanti che potrebbero essere associati all’aumento delle disabilità nella SM.
Cervical cord functional MRI changes in relapse-onset MS patients authors. Valsasina P, Agosta F, Absinta M, Sala S, Caputo D, Filippi M. J Neurol Neurosurg Psychiatry. 2009 Dec 3

Risonanza magnetica e patologia corticale del cervelletto nella sclerosi multipla
La sclerosi multipla sappiamo essere una malattia infiammatoria demielinizzante del sistema nervoso centrale e gli studi suggeriscono che la corteccia del cervelletto è il sito maggiore della demielinizzazione. In questo studio gli autori hanno analizzato il coinvolgimento della corteccia del cervelletto nella SM e hanno visto che è già ampiamente colpita ad uno stadio precoce della malattia. Gli autori suggeriscono anche che il monitoraggio del volume e delle lesioni nella corteccia del cervelletto potrebbe essere di grande aiuto nella comprensione dei meccanismi che sono alla base della progressione della malattia.
Magnetic resonance evidence of cerebellar cortical pathology in multiple sclerosis.  Calabrese M, Mattisi I, Favaretto A, Rinaldi F, Atzori M, Bernardi V, Barachino L, Romualdi C, Rinaldi L, Perini P, Gallo P. J Neurol Neurosurg Psychiatry. 2009 Dec 3

Un protocollo per la raccolta standardizzata del midollo spinale
La SM è una malattia infiammatoria demielinizzante del sistema nervoso centrale, dove gli studi del liquido cerebrospinale possono essere di grande aiuto per la diagnosi della malattia e possono essere determinanti per attuare progetti di ricerca. In questo lavoro, gli autori descrivono un protocollo di consenso con raccomandazioni sulle procedure di raccolta e conservazione del liquor per ottenere dati clinici e paraclinici di alta qualità e per poter essere in grado in un futuro di creare una grande banca di campioni.
A consensus protocol for the standardization of cerebrospinal fluid collection and biobanking Teunissen CE, Petzold A, Bennett JL, Berven FS, Brundin L, Comabella M, Franciotta D, Frederiksen JL, Fleming JO, Furlan R, Hintzen RQ, Hughes SG, Johnson MH, Krasulova E, Kuhle J, Magnone MC, Rajda C, Rejdak K, Schmidt HK, van Pesch V, Waubant E, Wolf C, Giovannoni G, Hemmer B, Tumani H, Deisenhammer F. Neurology. 2009 Dec 1;73(22):1914-22

MSFI  Research News dell'8 Dicembre

Caratteristiche cliniche del tronco encefalico e del cervelletto nella sindrome clinicamente isolata
Gli autori hanno studiato un gruppo di persone che hanno avuto un primo episodio suggestivo di SM, i cui sintomi indicano il coinvolgimento del tronco encefalico. I ricercatori hanno verificato che la presenza di visione doppia, sintomi sensoriali a livello facciale e  disturbi della deambulazione si verificavano nel 30% circa delle persone coinvolte nello studio. Infine i sintomi sensoriali facciali erano associati meno frequentemente con lo sviluppo di una seconda ricaduta.
Sastre-Garriga J, Tintoré M, Nos C, Tur C, Río J, Téllez N, Castilló J, Horga A, Perkal H, Comabella M, Rovira A, Montalban X Clinical features of CIS of the brainstem/cerebellum of the kind seen in MS J Neurol. 2009 Nov 28

Le lesioni del corpo calloso nella sindrome clinicamente isolata sono predittive dell’evoluzione della malattia
La SM è diagnosticata dalla dimostrazione della presenza di lesioni disseminate nello spazio e nel tempo. Quelli che sono chiamati criteri di Barkhof, che sono basati sul numero e sulla localizzazione delle lesioni osservate nel cervello di persone con SM, sono stati utilizzati molte volte per determinare la disseminazione spaziale e si sono rivelati utili nel predire la comparsa di un secondo episodio di malattia, dopo un primo evento indicativo di SM. Gli autori di questo studio hanno visto che non solo i criteri di Barkhof, ma anche le lesioni nel corpo calloso possono predire la comparsa di una seconda ricaduta. Infine quando i criteri di Barkhof venivano combinati con le lesioni del corpo calloso questo valore predittivo era maggiore.
Jafari N, Kreft KL, Flach HZ, Janssens AC, Hintzen RQ. Callosal lesion predicts future attacks after clinically  isolated syndrome Neurology. 2009 Dec 1;73(22):1837-41.

Valutazioni tramite potenziali evocati visivi nella sclerosi multipla
In questo articolo gli autori hanno confrontato due metodi per ottenere potenziali visivi evocati in base al tipo di  stimolo visivo impiegato. I loro risultati suggeriscono che i potenziali visivi evocati ottenuti utilizzando stimoli a basso contrasto sono più sensibili nell’evidenziare neuropatie ottiche demielinizzanti.
Thurtell MJ, Bala E, Yaniglos SS, Rucker JC, Peachey NS, Leigh RJ. Evaluation of optic neuropathy in multiple sclerosis using low-contrast visual evoked potentials Neurology. 2009 Dec 1;73(22):1849-57


MSFI  Research News del 1 Dicembre

Neuromielite ottica
La Neuromielite ottica (NMO) è una malattia infiammatoria demielinizzante del sistema nervoso centrale, simile alla SM, che coinvolge principalmente il midollo spinale e il nervo ottico. La presenza di autoanticorpi contro il canale dell’acqua acquaporina 4 (AQP-4) nel siero, sono considerati un marcatore diagnostico di questa malattia, anche se il loro valore patogenetico (la loro capacità di causare un danno tissutale nel sistema nervoso centrale) è ancora un argomento controverso. Gli autori di questo studio hanno visto, in un modello animale di NMO, che gli anticorpi anti-AQP4 sarebbero in grado di aggravare le manifestazioni cliniche della malattia e indurre la formazione di lesioni tipiche della NMO. Questi risultati suggeriscono che l’anti-AQP4 non sarebbe  importante solo per la diagnosi della neuromielite ottica ma potrebbe anche avere un ruolo patogenetico.
Neuromyelitis optica: pathogenicity of patient immunoglobulin in vivo Bradl M, Misu T, Takahashi T, Watanabe M, Mader S, Reindl M, Adzemovic M, Bauer J, Berger T, Fujihara K, Itoyama Y, Lassmann H. Ann Neurol. 2009 Aug 21;66(5):630-643

Inizio e progressione della sofferenza assonale nell’encefalomielite autoimmune sperimentale
É noto che la perdita assonale è la causa principale della disabilità cronica nella SM e anche nei modelli animali di SM. Comunque, non si conosce ancora perché questa perdita assonale avviene e fino a che punto questo dipende da un processo infiammatorio che colpisce il sistema nervoso centrale. I risultati di questo lavoro, che ha utilizzato un modello animale di SM, suggeriscono che l’interazione di cellule infiammatorie sistemiche (comprese le interazioni contatto-dipendenti e contatto-indipendenti) con gli assoni e anche la presenza di processi neurodegenerativi immuno-mediati, potrebbero contribuire alla perdita assonale.
Initiation and progression of axonopathy in experimental autoimmune encephalomyelitis Soulika AM, Lee E, McCauley E, Miers L, Bannerman P, Pleasure D Neuromyelitis optica: pathogenicity of patient immunoglobulin in vivo J Neurosci. 2009 Nov 25;29(47):14965-79

Caratterizzazione fenotipica e funzionale dei linfociti T helper 17 nella sclerosi multipla
Nella SM è noto che avvengono delle reazioni anomale del sistema immunitario contro il sistema nervoso centrale che provocano reazioni infiammatorie. Si pensa che tra le cellule immunitarie coinvolte in questo processo, un ruolo importante venga svolto dai linfociti T. Recentemente è stato dimostrato che una sottopopolazione di linfociti T, chiamati T helper 17 (Th17), avrebbero un ruolo decisamente importante anche se ancora non è noto se i Th17 promuovano specifiche reazioni e danni nel sistema nervoso centrale di persone con SM. I risultati di questo studio suggeriscono che i Th17 avrebbero un elevato potenziale patogenetico e potrebbero essere responsabili dei danni nel sistema nervoso centrale delle persone con SM.
Phenotypical and functional characterization of T helper 17 cells in multiple sclerosis  Brucklacher-Waldert V, Stuerner K, Kolster M, Wolthausen J, Tolosa Brain. 2009 Nov 23

Correlazione tra la disabilità e anomalie rilevate dalla stimolazione magnetica transcranica in persone con SM
Alcune persone con SM possono presentare una progressione dei sintomi nel tempo, comunque non si conosce l’esatto meccanismo di questa progressione ed è difficile prevedere quali sintomi peggioreranno e quali rimarranno stabili. Gli autori hanno analizzato un gruppo di persone con SM, con o senza segni clinici di disfunzione motoria, e un gruppo di persone sane, usando una metodica di stimolazione magnetica transcranica (TMS). La TMS è un test fisiologico che misura il danno motorio del sistema nervoso centrale, misurando la velocità di conduzione delle fibre nervose e altri parametri ad essa collegati. Gli autori hanno visto che le persone con livelli di disabilità più alti avevano anomalie alla stimolazione magnetica transcranica più gravi. Questi risultati dimostrano che la TMS potrebbe essere uno strumento utile per misurare la progressione della malattia nella SM e per capire meglio i processi responsabili della disabilità nella SM.
Correlation between disability and transcranial magnetic stimulation abnormalities in patients with multiple sclerosis Kale N, Agaoglu J, Onder G, Tanik O J Clin Neurosci. 2009 Aug 18


MSFI  Research News del 24 Novembre

Visualizzazione in vivo dei processi di demielinizzazione
In questo studio gli autori hanno sviluppato una nuova tecnica di visualizzazione di immagini, chiamata [(11)C]CIC-PET, che utilizza un nuovo marcatore che attraversa la barriera emato-encefalica e si lega in modo specifico alla mielina. Gli autori suggeriscono che questa tecnica potrebbe essere usata per monitorare, in modo maggiormente specifico sia i processi di demielinizzazione che quelli di remielinizzazione che si verificano nelle  persone con la SM.
In vivo quantification of myelin changes in the vertebrate nervous system. Wang Y, Wu C, Caprariello AV, Somoza E, Zhu W, Wang C, Miller RH. J Neurosci. 2009 Nov 18;29(46):14663-14669

Analisi della gravidanza in persone con sclerosi multipla ed epilessia
In questo ampio studio basato su un archivio nazionale, gli autori hanno analizzato gli esiti della gravidanza in donne con  SM confrontate con donne con altre malattie croniche, tra cui l’epilessia. In base ai loro risultati, sembra che le donne con SM presentano tassi di ridotta crescita fetale e di parto cesareo leggermente più elevati rispetto al resto delle donne. Gli autori non hanno trovato aumenti in altri eventi avversi.
Obstetric outcomes in women with multiple sclerosis and epilepsy. Kelly VM, Nelson LM, Chakravarty EF Neurology. 2009 Nov 18

Rapporti  tra funzioni cognitive e lesioni rilevate alla  risonanza
Le persone con SM possono presentare alcune alterazioni delle funzioni cognitive, anche se i meccanismi alla base di queste caratteristiche cliniche non sono ancora completamente chiariti. In questo studio longitudinale, le persone che hanno subito cambiamenti del loro stato infiammatorio (determinato dalla presenza-assenza di lesioni infiammatorie attive) hanno mostrato un cambiamento delle loro funzioni cognitive. Anche se servono maggiori studi, questo lavoro potrebbe aiutare a capire come appaiono alla RM  le disfunzioni cognitive in persone con SM.
Poor PASAT performance correlates with MRI contrast enhancement in multiple sclerosis. Bellmann-Strobl J, Wuerfel J, Aktas O, Dörr J, Wernecke KD, Zipp F, Paul F. Neurology. 2009 Nov 17;73(20):1624-7

Fattore C4 e attività di malattia
Non sono stati ancora trovati marcatori specifici per la SM che aiutino a monitorare l’evoluzione clinica della malattia. In questo studio gli autori hanno verificato che un particolare frammento (C4) di una proteina coinvolta nelle reazioni immunitarie risulta aumentato in persone con SM durante gli episodi di ricaduta, mentre diminuisce durante la fase di remissione. Gli autori, per tale motivo, suggeriscono che questa proteina potrebbe essere utilizzata come marcatore per l’attività di malattia.
Serum levels of complement C4 fragments correlate with disease activity in multiple sclerosis: proteomic analysis. Sawai S, Umemura H, Mori M, Satoh M, Hayakawa S, Kodera Y, Tomonaga T, Kuwabara S, Nomura F. J Neuroimmunol. 2009 Nov 16

MSFI  Research News del 17 Novembre

Utilizzo della Tomografia a coerenza ottica nella sindrome clinicamente isolata
Gli autori hanno confrontato un gruppo di persone che avevano avuto un primo episodio compatibile con la SM con un gruppo di controllo sano, utilizzando una nuova tecnica per quantificare la perdita assonale, la Tomografia a Coerenza Ottica. Gli autori hanno evidenziato che le valutazioni ottenute  tramite questa metodica non erano significativamente differenti tra i due gruppi e anche che i parametri ottenuti tramite Tomografia a Coerenza Ottica, misurati dopo il primo episodio di SM, non erano predittivi sulla comparsa di un secondo evento.
Optical coherence tomography in clinically isolated syndrome: no evidence of subclinical retinal axonal loss. Outteryck O, Zephir H, Defoort S, Bouyon M, Debruyne P, Bouacha I, Ferriby D, Lacour A, Labalette P, de Seze J, Vermersch P. Arch Neurol. 2009 Nov;66(11):1373-7.
Obesità e rischio di sviluppare la SM
La sclerosi multipla è una malattia dove la predisposizione genetica e i fattori ambientali sembrano giocare un ruolo cruciale e complementare nel suo sviluppo. In questo articolo gli autori analizzando due gruppi di donne americane, hanno visto che l’obesità durante l’adolescenza è associata con un rischio maggiore di sviluppare la SM. In ogni caso il meccanismo di questa associazione rimane sconosciuto e sono necessari maggiori studi per chiarire questo argomento.
Body size and risk of MS in two cohorts of US women Munger KL, Chitnis T, Ascherio A. Neurology. 2009 Nov 10;73(19):1543-50

Studio BENEFIT: risonanza magnetica per predire l’evoluzione della SM
In questo studio multicentrico gli autori hanno analizzato il valore prognostico delle immagini di risonanza magnetica raccolte dopo un primo episodio indicativo di SM. Essi hanno verificato che gli attuali criteri di risonanza magnetica per la SM hanno un valore moderato per predire la possibilità che avvenga un secondo evento associato alla SM. Il numero delle lesioni e la loro localizzazione nella regione periventricolare del cervello sono i due criteri che hanno il maggior valore predittivo.
Magnetic resonance imaging predictors of conversion to multiple sclerosis in the BENEFIT study. Moraal B, Pohl C, Uitdehaag BM, Polman CH, Edan G, Freedman MS, Hartung HP, Kappos L, Miller DH, Montalban X, Lanius V, Sandbrink R, Barkhof F. Arch Neurol. 2009 Nov;66(11):1345-5

 

MSIF  Research News del 10 Novembre

SM pediatrica: immagini di risonanza magnetica
In questo studio gli autori hanno confrontato due popolazioni di SM con esordio pediatrico con due popolazioni di SM con esordio in età adulta con diversi  decorsi di malattia.
Anche se le persone con SM con esordio pediatrico avevano lesioni simili se comparate con quelle delle persone con esordio adulto, i risultati dimostrano che l’accumulo delle disabilità era più lento nelle persone con esordio pediatrico rispetto alle persone con esordio adulto.
Magnetic resonance imaging characteristics of children and adults with paediatric-onset multiple sclerosis. Yeh EA, Weinstock-Guttman B, Ramanathan M, Ramasamy DP, Willis L, Cox JL, Zivadinov. R Brain. 2009 Nov 5

Il ruolo di predittori degli Anticorpi contro virus nella conversione a SM
Questo studio è stato realizzato per valutare se gli anticorpi contro i virus del morbillo, della rosolia e della varicella zoster, che si possono trovare nel liquor cerebrospinale (CSF) di persone con SM, possano essere utilizzati come strumento per predire la conversione a SM dopo un primo episodio di malattia (sindrome clinicamente isolata). I risultati evidenziano che le persone che avevano questi anticorpi nel CSF avevano un rischio maggiore di sviluppare forme di SM recidivante remittente.
IgG antibodies against measles, rubella, and varicella zoster virus predict conversion to multiple sclerosis in clinically isolated syndrome. Brettschneider J, Tumani H, Kiechle U, Muche R, Richards G, Lehmensiek V, Ludolph AC, Otto M. PLoS One. 2009 Nov 5;4(11):e7638

Studio BECOME: anticorpi anti-interferone beta e risonanza magnetica
Gli autori di questo articolo hanno utilizzato le immagini di  risonanza magnetica delle persone con SM che avevano partecipato allo studio clinico BECOME analizzando gli effetti degli anticorpi che neutralizzano l’efficacia dell’interferone beta. I risultati evidenziano che alti livelli di anticorpo contro l’interferone beta sono correlati a una minor efficacia terapeutica del farmaco.
Effect of anti-IFN{beta} antibodies on MRI lesions of MS patients in the BECOME study. Pachner AR, Cadavid D, Wolansky L, Skurnick J.Neurology. 2009 Nov 3;73(18):1485-92

Vitamina D e linfociti T nella SM
Molti studi in vitro hanno dimostrato che la vitamina D sarebbe coinvolta nella patogenesi della SM. Lo scopo di questo lavoro è stato quello di indagare la potenziale relazione tra la vitamina D e la funzionalità dei linfociti T in persone con sclerosi multipla recidivante remittente. Gli autori hanno riscontrato una correlazione positiva tra i livelli di vitamina D e la funzionalità dei linfociti T e suggeriscono che la vitamina D potrebbero svolgere un ruolo importante nel promuovere la regolazione dei linfociti T in persone con SM.
Vitamin D status is positively correlated with regulatory T cell function in patients with multiple sclerosis. Smolders J, Thewissen M, Peelen E, Menheere P, Cohen Tervaert JW, Damoiseaux J, Hupperts R. PLoS One. 2009 Aug 13;4(8):e6635

Ricadute e  progressione sulla sclerosi multipla
In questo lavoro gli autori hanno analizzato gli effetti delle ricadute a diversi livelli di progressione della malattia sulle disabilità a lungo termine in persone con SM. I risultati evidenziano che - anche se la ricaduta entro i primi cinque anni dall’esordio della SM ha un’incidenza sulla progressione della malattia - l’effetto delle ricadute sulle disabilità a lungo termine era minima, sia sulle ricadute precoci sia su quelle tardive.
Impact of multiple sclerosis relapses on progression diminishes with time. Tremlett H, Yousefi M, Devonshire V, Rieckmann P, Zhao Y; On behalf of the UBC Neurologists.
Neurology. 2009 Nov 4 [Epub ahead of print]

Studio INSIGHT: anticorpi anti-interferone beta
In questo studio multicentrico, gli autori hanno analizzato l’incidenza degli anticorpi neutralizzanti l’interferone beta sull’attività biologica del trattamento, analizzando alcuni biomarcatori della risposta all’interferone. I risultati rivelano che alte concentrazioni di anticorpi neutralizzanti aboliscono in vivo la risposta all’interferone beta. LINK studi prclinici
Effect of neutralizing antibodies on biomarker responses to interferon beta: the INSIGHT study. Pachner AR, Warth JD, Pace A, Goelz S; INSIGHT investigators Neurology. 2009 Nov 3;73(18):1493-500

Fattori di rischio genetici e suscettibilità alla SM
In questo studio gli autori hanno analizzato la validità del “rischio genetico ponderato” - un punteggio basato sull’analisi di diversi geni dimostrati essere collegati alla SM - per predire il rischio di sviluppare la sclerosi multipla. I risultati dimostrano che questo punteggio non è molto efficace nel predire il rischio di sviluppare la SM. Sorprendentemente, questo punteggio è risultato più potenziato quando altri fattori di rischio, non legati alla genetica, sono stati inclusi nell’analisi matematica  per predire il rischio di sviluppare la SM.
Integration of genetic risk factors into a clinical algorithm for multiple sclerosis susceptibility: a weighted genetic risk score.De Jager PL, Chibnik LB, Cui J, Reischl J, Lehr S, Simon KC, Aubin C, Bauer D, Heubach JF, Sandbrink R, Tyblova M, Lelkova P; the steering committees of the BENEFIT, BEYOND, LTF, and CCR1 studies, Havrdova E, Pohl C, Horakova D, Ascherio A, Hafler DA, Karlson EW. Lancet Neurol. 2009 Oct 28

 

MSFI  research news  del 27 ottobre 2009

Analisi della sostanza bianca con risonanza magnetica nella SM in età pediatrica
L’immagine del tensore di diffusione (DTI) è una nuova tecnica di RM basata sulla diffusione delle molecole d’acqua attraverso il tessuto cerebrale. Nelle persone adulte con SM tale tecnica è risultata molto utile per evidenziare le anomalie nella sostanza bianca del cervello. In questo studio gli autori hanno visto che la DTI può essere importante anche per trovare tali anomalie in età pediatrica.
Tract-based analysis of callosal, projection, and association pathways in pediatric patients with multiple sclerosis: a preliminary study. Vishwas MS, Chitnis T, Pienaar R, Healy BC, Grant PE. AJNR Am J Neuroradiol. 2009 Oct 22

Geni e sclerosi multipla
La maggior parte dei geni associati con la malattia sono collegati con il complesso dei geni dell’Antigene Leucocitario Umano (Human Leukocite Antihen-HLA) un particolare gruppo di geni che produce proteine coinvolte nella risposta immunitaria. Gli autori hanno analizzato l’intero genoma di un vasto gruppo di persone e hanno trovato che sia geni HLA che non HLA erano associati ad un rischio alto di sviluppare la SM. Inoltre alcuni di questi geni erano associati ad un maggior rischio di sviluppare malattie autoimmuni, e questo potrebbe aiutare a spiegare la patogenesi della SM e di altre malattie.
Replication of CD58 and CLEC16A as genome-wide significant risk genes for multiple sclerosis.
Hoppenbrouwers IA, Aulchenko YS, Janssens AC, Ramagopalan SV, Broer L, Kayser M, Ebers GC, Oostra BA, van Duijn CM, Hintzen RQ. J Hum Genet. 2009 Oct 16. [Epub ahead of print]

Il modafinil come trattamento della fatica nella sclerosi multipla
In questo studio descrittivo di 39 persone trattate con modafinil per la fatica da SM, gli autori hanno visto che il trattamento è efficace quando la fatica è associata ad un eccessiva sonnolenza diurna.
Modafinil for multiple sclerosis fatigue: does it work? Littleton ET, Hobart JC, Palace J. Clin Neurol Neurosurg. 2009 Oct 16

Impatto della terapia precoce con interferone beta sulla vita reale nella sclerosi multipla recidivante
L’interferone beta è un trattamento approvato per le forme di SM  recidivante remittente, inoltre è stato suggerito che quanto prima viene somministrato l’interferone, maggiore sarà il beneficio, anche se questo argomento è ancora oggetto di studi. Questo è uno studio descrittivo dove più di 2500 persone con SM, trattate con interferone beta, sono state seguite da 7 a 15 anni. Gli autori hanno osservato una riduzione della progressione delle disabilità nelle persone che avevano iniziato il trattamento entro il primo anno dall’esordio della malattia.
Real-life impact of early interferonbeta therapy in relapsing multiple sclerosis.Trojano M, Pellegrini F, Paolicelli D, Fuiani A, Zimatore GB, Tortorella C, Simone IL, Patti F, Ghezzi A, Zipoli V, Rossi P, Pozzilli C, Salemi G, Lugaresi A, Bergamaschi R, Millefiorini E, Clerico M, Lus G, Vianello M, Avolio C, Cavalla P, Lepore V, Livrea P, Comi G, Amato MP; Italian Multiple Sclerosis Database Network (MSDN) Group
Ann Neurol. 2009 May 28;66(4):513-520

Spettroscopia di Risonanza Magnetica del tronco encefalico
In questo studio, condotto in modelli sperimentali di SM, gli autori hanno osservato che la spettroscopia di risonanza magnetica del tronco encefalico, (elemento che si trova nella parte inferiore del cervello e lo collega al midollo spinale) può essere utile per predire il grado di recupero dopo un danno demielinizzante a livello del midollo spinale. Anche se i risultati di questo studio devono essere ancora valutati sull’uomo, sono importanti in quanto potrebbero avere implicazioni future interessanti sulla pratica clinica.
Brainstem (1)H nuclear magnetic resonance (NMR) spectroscopy: marker of demyelination and repair in spinal cordDenic A, Bieber A, Warrington A, Mishra PK, Macura S, Rodriguez M. Ann Neurol. 2009 May 28;66(4):559-564

Il microRNA miR-326 regola la differenziazione dei linfociti Th17 ed è associato con la patogenesi della sclerosi multipla
La proteina interleuchina 17 (IL17) gioca un ruolo fondamentale nella patogenesi della SM ed inoltre la sua attività è stata associata alla gravità clinica della malattia in modelli sperimentali di SM. In questo lavoro gli autori hanno scoperto che il microRNA (un tipo di RNA che ha funzioni regolatorie) collegato all'IL17 promuove la produzione e la differenziazione dei linfociti T helper produttori di IL17. Queste cellule del sistema immunitario sarebbero coinvolte nella patogenesi di diverse malattie autoimmuni compresa la SM. I ricercatori hanno anche osservato, in modelli sperimentali di SM, che più alti livelli di microRNA provocherebbero la comparsa di forme di malattia più grave. Gli autori concludono che questi microRNA potrebbero in un futuro essere dei nuovi bersagli  per sviluppare trattamenti innovativi.
MicroRNA miR-326 regulates T(H)-17 differentiation and is associated with the pathogenesis of multiple sclerosis. Du C, Liu C, Kang J, Zhao G, Ye Z, Huang S, Li Z, Wu Z, Pei G. Nat Immunol. 2009 Oct 18. [Epub ahead of print]

Riabilitazione robotica degli arti superiori nella SM
In questo studio gli autori hanno visto che un nuovo protocollo di riabilitazione basato sulla robotica è efficace nel migliorare la coordinazione del movimento degli arti superiori in persone con SM. Anche se questi sono solo risultati preliminari e il numero di persone testate è relativamente piccolo, gli autori suggeriscono che la robot terapia può essere molto utile nelle persone con deficit nella coordinazione motoria.
Robot-based rehabilitation of the upper limbs in multiple sclerosis: feasibility and preliminary results Carpinella I, Cattaneo D, Abuarqub S, Ferrarin M J Rehabil Med. 2009 Nov;41(12):966-70

MSFI  research news  del 20 ottobre 2009:

Studio sugli effetti dell’interferone beta sulle forme progressive e transizionali di sclerosi multipla

L’interferone beta (IFNb) è uno dei farmaci impiegati nel trattamento della sclerosi multipla recidivante remittente. Non sono ancora stati individuati trattamenti efficaci nel ritardare la progressione delle disabilità nelle forme primariamente progressive di SM. Gli autori di questo lavoro hanno condotto uno studio di fase II in doppio cieco per analizzare se il trattamento con IFNb somministrato per due anni fosse efficace nel ritardare l’accumulo delle disabilità in persone con SM primariamente progressiva. I risultati hanno dimostrato che, nonostante il riscontro positivo di alcuni effetti clinici e di alcuni parametri di risonanza magnetica, il farmaco non è efficace nel ritardare la progressione delle disabilità, quando questa è misurata tramite l’ Expanded Disability Status Scale (EDSS), scala clinica comunemente usata per tale tipo di valutazioni.

A single-centre, randomized, double-blind, placebo-controlled study of interferon beta-1b on primary progressive and transitional multiple sclerosis. Montalban X, Sastre-Garriga J, Tintoré M, Brieva L, Aymerich FX, Río J, Porcel J, Borràs C, Nos C, Rovira A. Mult Scler. 2009 Sep 29. [Epub ahead of print]


Efficacia e specificità della riabilitazione cognitiva intensa sull’attenzione e sulle funzioni esecutive nella sclerosi multipla

In questo studio doppio cieco e controllato con placebo, gli autori hanno analizzato l’efficacia di un trattamento cognitivo intenso applicato a persone con SM recidivante remittente, clinicamente stabile, con un certo grado di disfunzioni cognitive. Le 20 persone reclutate per lo studio sono state divise in due gruppi. Un gruppo ha ricevuto trattamenti neuropsicologici, come una sessione di un’ora di training di attenzione tramite l’uso del computer, processi informativi e esercizi di pianificazione per le funzioni esecutive. L’altro gruppo, invece non ha ricevuto nessun tipo di training. Le sessioni sono state condotte tre volte alla settimana per tre mesi. Questo studio ha mostrato, nonostante il numero basso di partecipanti, miglioramenti neurofisiologici nel gruppo trattato rispetto a quello di controllo e gli autori sottolineano l’importanza della riabilitazione cognitiva per le persone con SM che presentano disfunzioni cognitive.

Efficacy and specificity of intensive cognitive rehabilitation of attention and executive functions in multiple sclerosis. Flavia M, Stampatori C, Zanotti D, Parrinello G, Capra R. J Neurol Sci. 2009 Oct 12[Epub ahead of print]


Riflessologia per il trattamento dei dolori nelle persone con sclerosi multipla
Il dolore con le sue varie manifestazioni è un sintomo molto comune, presente in oltre il 50% dei pazienti con SM, i trattamenti farmacologici per controllare tali sintomi spesso falliscono e questo si ripercuote negativamente sulla qualità di vita di queste persone. Attraverso uno studio randomizzato controllato con placebo, gli autori hanno valutato se la riflessologia plantare fosse efficace per trattare i dolori nelle persone con SM. Hanno confrontato trattamenti di riflessologia precisi, dove il massaggio della zona del piede corrisponde a differenti parti del corpo, a trattamenti simulati, che utilizzano un massaggio del piede che applica meno pressione sui punti di riflesso e non considera i punti rappresentativi delle aree comuni di dolore associate alla SM. I risultati hanno dimostrato che entrambi i gruppi migliorano significativamente dopo dieci giorni di trattamento e questo miglioramento continua dopo 12 settimane di controlli. In ogni caso non sono state viste differenze tra la riflessologia precisa e i trattamenti simulati.
Reflexology for the treatment of pain in people with multiple sclerosis: a double-blind randomised sham-controlled clinical trial. Hughes CM, Smyth S, Lowe-Strong AS. Mult Scler. 2009 Oct 13. [Epub ahead of print]

Casi di leucemia secondaria all’uso di mitoxantrone nelle persone con sclerosi multipla
Il mitoxantrone è uno dei farmaci impiegati nella SM, come trattamento delle forme progressive e nelle forme particolarmente attive. Il rischio di sviluppare una leucemia acuta dopo il trattamento con mitoxantrone non è ancora stato chiarito. Gli autori hanno voluto valutare la reale incidenza di questo effetto collaterale in due gruppi di persone che avevano ricevuto tale trattamento. Dopo un periodo di monitoraggio medio tra i tre e quattro anni dopo il trattamento, gli autori hanno trovato che l’accumulo dell’incidenza della leucemia acuta era più grande del 2%. Questa percentuale era maggiore di quella riportata in precedenti studi. Gli autori non hanno trovato nessuna correlazione tra la comparsa di leucemia acuta e la dose di farmaco somministrato, la durata della malattia e la presenza di altri trattamenti. I ricercatori concludono che le persone che ricevono mitrotraxone dovrebbero essere monitorate per almeno cinque anni dal termine del trattamento.
Revision of the risk of secondary leukemia after mitoxantrone in multiple sclerosis populations is required Pascual AM, Téllez N, Boscá I, Mallada J, Belenguer A, Abellán I, Sempere AP, Fernández P, Magraner MJ, Coret F, Sanz MA, Montalbán X, Casanova B Mult Scler. 2009 Oct 13


Invecchiamento e funzioni cognitive
Nelle persone con SM, è possibile che si sviluppino alcuni anni dopo l'esordio della malattia dei disturbi cognitivi. Tuttavia, un certo grado di alterazioni delle funzioni cognitive può essere individuato nel tempo anche in una popolazione sana, a causa del normale processo di invecchiamento, e questo “effetto invecchiamento” può essere visto anche nelle persone con SM. Gli autori di questo studio hanno voluto indagare se il declino delle funzioni cognitive, causato dall’invecchiamento era diverso tra le persone con SM e persone sane. Essi hanno trovato che, sebbene le persone con SM avessero punteggi più bassi nei test di valutazione delle funzioni cognitive rispetto alle persone sane, il tasso di deterioramento cognitivo nel corso del tempo è stato simile in entrambi i gruppi, indicando così che il generale invecchiamento cognitivo si verifica nello stesso modo in entrambi i gruppi.
Cognitive Aging in Patients with Multiple Sclerosis: A Cross-Sectional Analysis of Speeded Processing. Bodling AM, Denney DR, Lynch SG, Arch Clin Neuropsychol. 2009 Oct 9