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16/09/2009

SM pediatrica e ricerca clinica: nuove prospettive

L’Italia è uno dei paesi in prima nel sostegno ai progetti di ricerca all’interno della Federazione Internazionale Sclerosi Multipla (MSIF), insieme alle Associazioni di USA, Canada, Regno Unito e Italia, alle quali intende unirsi anche quella danese. Queste Associazioni, oltre ad investire in proprio, sono anche impegnate a implementare la raccolta fondi coinvolgendo i rispettivi ministeri della Sanità e alcune fondazioni non profit.

Quanti sono nel mondo i bambini e i ragazzi cui è stata diagnosticata la sclerosi multipla?
E quali i fattori ambientali che aumentano il rischio di SM nei ragazzi? Quello della SM pediatrica – così viene definita – è un universo che pone molte domande e sta incontrando
un serio interesse da parte della comunità scientifica internazionale.

«La ricerca pediatrica e le cellule staminali – ha spiegato il prof. Mario Battaglia, Presidente della Fondazione Italiana Sclerosi Multipla – sono filoni su cui si sta collaborando
a livello internazionale e rappresentano alcuni dei campi più promettenti su cui investire.
È in questo contesto di sinergie internazionali che lo scorso aprile si è svolto a Toronto, in
Canada, un importante meeting del Gruppo di studio internazionale sulla sclerosi multipla
pediatrica (IPMSSG)".

Il dottor Angelo Ghezzi, neurologo del Centro studi sclerosi multipla dell’ospedale di Gallarate e direttore dell’Unità operativa di neurologia 2 - sclerosi multipla, presente a Toronto, così sintetizza gli esiti dell’incontro: «Il convegno ha fissatole linee di sviluppo di due progetti di ricerca. Il primo è rivolto a valutare i fattori ambientali che possono avere un ruolo nello sviluppo delle malattie demielinizzanti dell’età pediatrica, muovendo dalla considerazione che nell’età pediatrica l’inizio della malattia è assai vicino agli eventi eziopatogenetici della stessa. L’altro progetto è rivolto a mettere a punto un data-base per la raccolta di dati clinici e demografici, al fine di avere uno strumento comune per la raccolta delle informazioni cliniche e delle nuove terapie provate anche nella forma pediatrica, in tutta la realtà mondiale».
Informazioni che serviranno anche per lo sviluppo di una terapia efficace e di un metodo di diagnosi precoce.

L’Italia, in particolare, come sottolinea Ghezzi, «ha un ruolo attivo e di primo piano nella ricerca sulla sclerosi multipla pediatrica e propone in modo autorevole una ricca dote di ricerche e studi clinici. Ormai da diversi anni è attiva una solida rete di collegamento tra centri clinici, che ha permesso di sviluppare ricerche multicentriche su grosse casistiche, con un contributo decisivo su diversi aspetti della ricerca clinica».
Alle ricerche in campo guardano con fiducia le famiglie e i ragazzi con SM, poiché ci si aspettano sviluppi efficaci anche in merito all’assistenza, alle terapie disponibili e, in una parola, alla qualità di vita.

(Da SM Italia 5 2009)