«Il servizio civile in AISM riprende a pieno ritmo. È il momento in cui la nostra patria, cioè le persone, soprattutto le più fragili, vanno difese dalla pandemia del Coronavirus e dai suoi effetti sulla nostra comunità. Per questo esiste il servizio civile: per rispondere al dovere costituzionale di “solidarietà” (art 2) e di difesa della patria (art. 52) che ogni cittadino ha come individuo che appartiene ad una collettività. E noi non potevamo e non volevamo perdere questa sfida, proprio adesso. Come sempre, anche con il servizio civile vogliamo essere protagonisti della storia che si scrive nei giorni che stiamo vivendo».
Paolo Bandiera, Direttore Affari Generali-Advocacy di AISM, spiega così la scelta dell’Associazione di fare ripartire i progetti di servizio civile che erano stati sospesi il 10 marzo. Il Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio civile con una nuova circolare del 4 aprile ha infatti emanato nuove indicazioni per «riattivare i progetti attualmente sospesi e far iniziare quelli non ancora avviati, così da contribuire alla gestione della straordinaria situazione di emergenza che il Paese sta affrontando, nel rispetto delle disposizioni del Governo e in linea con i principi di precauzione e cautela che il contesto impone».
AISM, come sempre nella sua storia, è stata parte attiva nel promuovere la ripartenza del servizio civile In Italia, perché la sfida cui è chiamato è decisiva per la vita di tante persone, con e senza sclerosi multipla: come ben ha sintetizzato la stessa circolare ministeriale, è indispensabile «continuare ad assicurare, con responsabilità e consapevolezza, il contributo quotidiano a favore dei territori e delle comunità, rispondendo al proprio mandato di difesa non armata e non violenta della Patria. In questi giorni, più che mai, i progetti di servizio civile rappresentano strumenti preziosi per garantire quotidiano supporto e assistenza alle comunità, in uno sforzo comune di solidarietà e di partecipazione in grado di incidere positivamente sul bene della collettività».
Lo stesso Bandiera, da molti anni appassionato promotore del valore del servizio civile, ricorda: «A partire dagli anni in cui in Associazione accoglievamo gli “obiettori di coscienza” per arrivare ai nostri giorni, AISM ha sempre vissuto questo Istituto prezioso non in maniera utilitaristica e strumentale, ma come componente identitaria del proprio modo di esistere e funzionare».
Nella foto: l'avv. Paolo Bandiera, Direttore Affari Generali-Advocacy AISM
Vuol dire che il tempo di servizio civile in AISM è sempre stato, per tutti i giovani che l’hanno vissuto negli anni, un’esperienza formativa e di cittadinanza innovativa e “indimenticabile”, che cambia in meglio la vita di chi lo vive e costruisce un tessuto sociale permanente di attenzione concreta all’altro: «siamo sempre stati attenti – ricorda Bandiera – a formare i ragazzi rispetto ai nostri valori, ai principi, alla cultura dell’Associazione e, nello stesso tempo, siamo sempre stati estremamente aperti nel fare in modo che il flusso di energia e di visione del mondo dei giovani in servizio civile ispirasse e qualificasse anche il nostro modo di essere Associazione, il linguaggio, le modalità di lavoro. Negli anni, siamo cresciuti insieme. Non è un caso che tantissimi giovani passati per il servizio civile siano restati in AISM anche al termine dell’esperienza, come volontari ma anche come operatori. Questa capacità di coinvolgimento ampio è veramente la matrice che caratterizza la lunga storia del servizio civile in AISM».
Una storia che continua, oggi come ieri verso domani: «Nel ricominciare i progetti che erano stati sospesi – riprende Bandiera – siamo partiti dal necessario consenso degli stessi giovani a riprendere la piena operatività. Insieme all’UNSC, Ufficio Nazionale Servizio Civile, alla CNESC, Conferenza Nazionale Enti Servizio Civile, ai rappresentanti dei giovani ed agli Enti locali, ci siamo trovati uniti non solo negli intendimenti ma abbiamo avuto la capacità di riprogettare con grande rapidità l’assetto regolatorio e i meccanismi del servizio civile, lasciando un ampio spazio in cui ciascuno possa attivare le proprie energie, creatività e idee anche a livello individuale, inclusi i giovani, nel rimodulare e rendere più coerenti al momento che viviamo i progetti originari. Oggi i ragazzi possono effettuare il proprio servizio da remoto, utilizzando quella tecnologia che per molti di loro è un ambiente naturale, per raggiungere gli stessi obiettivi di relazione autentica, concreta, continua con le persone con sclerosi multipla. Ma potranno anche riprendere le attività sul campo nel rispetto delle norme di sicurezza e tutela della salute di tutti».
Innovazione, lavoro di rete, creatività individuale e collettiva sono dunque le basi di questa nuova ripartenza del servizio civile. Una ripartenza che non può essere un’eccezione, ma deve diventare una strada sistematica da percorrere, oggi e in futuro. Bandiera al riguardo è chiarissimo: «dobbiamo capire tutti, come “sistema Italia”, che oggi più che mai abbiamo bisogno del servizio civile per l’emergenza e per il post emergenza. E questo significa che l’Istituto del servizio civile ha bisogno di certezze economiche, di una dotazione finanziaria strutturale, costante, almeno per i prossimi tre anni, per garantire la partenza di almeno 50 mila e auspicabilmente di 80 mila giovani ogni anno: se glielo consentiremo, i nostri giovani daranno un grande apporto alla ricostruzione di un tessuto civile di nuova prossimità, dove nessuno rimane indietro o solo con le proprie fragilità».