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27/02/2014

Gaia Tortora: «Sorridere senza negare il dolore»

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Solo così si aiuta chi ha la sclerosi multipla a combattere e andare avanti. Lo dice la famosa giornalista da La7 - testimonial dell'Associazione per La Gardenia di AISM - nella nostra intervista pubblicata su SM Italia 1/2014. Grazie Gaia!

«Avere rispetto. Sempre e comunque», ci dice Gaia Tortora. Conduttrice di punta del TG di La7, dove è a capo della redazione politica, quest’anno offre il suo volto allo spot che promuove La Gardenia di AISM. Ed è proprio il ‘rispetto’ che si deve a ogni persona, che abbia oppure no una malattia come la sclerosi multipla, uno dei messaggi che Gaia non si stanca di proporre con il suo modo di vivere e, quando serve, con le parole. Solo qualche mese fa, in diretta al TG delle 20, senza incrinature, ha ricordato l’imprescindibilità del rispetto per la storia e la dignità altrui a un uomo politico che aveva strumentalmente accostato la propria vicenda a quella del padre Enzo. E ora regala il segreto che nasce dalla sua storia alla causa della sclerosi multipla, per sostenere le donne, la ricerca, la qualità di vita di ogni persona con SM. Ascoltiamola.


Non manca TG senza notizie di cronache dure, talora tragiche. Per quello che vedi tu, come si riesce a mantenere un desiderio di felicità quando ci si ritrova mezzo al ‘male di vivere’?
«È difficile mantenere un orizzonte positivo già in situazione normale. Il periodo è difficile e tante persone soffrono per un motivo o l’altro. Ecco forse il fatto di aver sofferto nella vita mi aiuta ad avere una sensibilità particolare nel fare attenzione anche nel mio lavoro, a non urtare le sensibilità. Ad avere rispetto, sempre e comunque».


Se avessi un minuto per parlare della SM, cosa diresti ai tuoi telespettatori?
«Spiegare la sclerosi multipla in un minuto non è semplicissimo. Colpisce soprattutto le donne e danneggia il sistema nervoso centrale. Può portare a una disabilità fisica ma anche problemi cognitivi. Direi che una malattia così ti cambia la vita. Da persona libera puoi diventare schiava del tuo corpo, in una lotta perenne per non mollare e far sì che ogni piccolissimo muscolo risponda a quel comando nervoso che non arriva più nitido dal cervello».


Spesso, che abbiano o no la SM, le donne dimostrano di avere una marcia in più. C’è una fonte segreta di questa energia che non si arrende?
«Il carico che ogni donna si trova a dover gestire e organizzare ogni giorno. Già in una situazione di ‘normalità’. La  capacità di sopportare, anche la sofferenza. Quel non poter mollare mai un attimo, quel non delegare, quella capacità indispensabile di organizzare e prevenire tutto forse ti fanno arrivare ad affrontare la malattia con maggior consapevolezza».


Cosa consiglieresti a un uomo che ha una compagna con la sclerosi multipla?
«Essere uomini o donne non credo faccia differenza: è sempre difficile stare accanto a una persona che magari vede ridursi le proprie capacità di autonomia. Forse l’unica cosa che mi sento di dire è di non mostrare quello sguardo di… pietà, che talvolta scappa. Si possono trovare soluzioni. Combattere e andare avanti. Continuare a guardare la propria donna con gli stessi occhi di quando stava bene. Aiutandola, ma non perché si è mossi da pietà. Anche perché le donne con SM che ho conosciuto avanzano ogni giorno a testa alta, con coraggio e ironia, riuscendo a sorridere senza negare il dolore».

Giuseppe Gazzola

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