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03/09/2015

«I nostri volontari sono l'intelligenza collettiva dell'Associazione»

Qual è ‘l’identikit’ reale e ideale del volontario di AISM? Chi sono, cosa fanno, come si muovono i volontari dell’Associazione? Lo abbiamo chiesto a Marcella Mazzoli, Direttore Gestione Sviluppo Territoriale dell’Associazione

Marcella Mazzoli

 

Per tutto il mese di settembre le Sezioni AISM organizzano incontri ad hoc per informare sulle attività che vengono svolte sul territorio, sensibilizzando sul valore di fare volontariato. Saranno gli stessi volontari a raccontare la propria esperienza all’interno dell’Associazione a chi è interessato. Cerca la Sezione più vicina, oppure se vuoi conoscerci meglio contattaci direttamente.

 

Il volontariato in AISM ha un grande futuro e un consistente passato: da sempre l’anima, il cervello collettivo ma anche ‘le braccia e gli occhi’ di AISM sono i suoi volontari.

Secondo l’ultimo Bilancio Sociale le risorse umane dell’Associazione sono 9.427 volontari, 286 giovani in servizio civile e 264 collaboratori/dipendenti: dunque, oltre il 97% delle persone che si impegnano in Associazione lo fanno come volontari. Al di là del puro numero, però, qual è ‘l’identikit’ reale e ideale del volontario di AISM? Chi sono, cosa fanno, come si muovono? Lo abbiamo chiesto a Marcella Mazzoli, Direttore Gestione Sviluppo Territoriale dell’Associazione.

 

In una parola, il volontariato di AISM è …
«Un volontariato organizzato. AISM è una realtà articolata, ha 100 Sezioni provinciali, 17 Coordinamenti regionali, 63 gruppi operativi in diversi Comuni d’Italia. E tutti lavoriamo con progetti, piani operativi, obiettivi strategici e azioni precise. Possiamo riuscirci veramente solo se alla base dell’Associazione c’è un grande movimento di ‘volontariato’ che coniuga passione, competenza e organizzazione».

 

E cosa vuol dire essere un movimento di ‘volontariato organizzato’?
«Vuol dire che una persona decide quanto tempo dedicare all’Associazione e poi quel tempo viene inserito in una pianificazione che risponde alle esigenze delle persone con SM. Inoltre il volontariato in AISM è organizzato perché viene sostenuto da una costante attività di formazione, supporto e affiancamento dei volontari. In questo modo le grandi energie, la passione e le competenze che i volontari esprimono possono essere canalizzate all’interno di un alveo, di una struttura organizzativa che faccia rendere al meglio sia il tempo che le capacità di ciascuno, lasciando soddisfatte sia le persone con SM che i volontari stessi».

 

E se una persona ha qualche ora in un anno da mettere a disposizione delle persone con SM e non ne vuole sapere di organizzazioni, riunioni, formazione e complicazioni varie?
«In AISM c’è posto per tutti. Reclutiamo volentieri i volontari che si possano avvicinare con una partecipazione semplice, donando un po’ di tempo e la propria sensibilità in attività occasionali, ad esempio negli eventi di piazza che si svolgono due volte l’anno. Poi chi ci sta capisce da solo, spesso, che può crescere anche come persona migliorando le proprie modalità di partecipazione, iniziando a coinvolgersi in qualche attività quotidiana in Sezione fino ad arrivare ad una ‘partecipazione complessa’, ossia a una responsabilità più corposa, con l’assunzione di incarichi o cariche associative, nelle singole Sezioni o nelle altre articolazioni che costituiscono l’Associazione».

 

Possiamo fare un esempio concreto di percorsi di volontariato che inizia in modo semplice e poi diventa partecipazione complessa alla vita di AISM?
«Nel 2010 AISM ha dato vita ad una campagna di reclutamento di volontari. Furono chiamati “Young”, perché si partì dai ragazzi che stavano svolgendo o avevano terminato da poco il Servizio civile in Associazione, allargando poi il coinvolgimento ad altri giovani con e senza SM interessati a diventare volontari attivi in AISM. Tutti questi ragazzi sono partiti da quella che abbiamo chiamato ‘partecipazione semplice’: dopo il Servizio civile, alcuni hanno scelto di continuare a dare un po’ del proprio tempo nelle Sezioni territoriali. Si sono messi a disposizione delle persone con SM per alcuni servizi, per supportare la mobilità delle persone accompagnandole con mezzi attrezzati alla riabilitazione o dove avevano bisogno, per andare a domicilio di chi aveva particolari necessità. Poi, questi volontari “Young” sono stati accompagnati passo dopo passo. Hanno avuto una sostanziosa formazione, da parte dell’Accademia AISM, sui diversi campi in cui AISM è impegnata e sui diversi modi con cui si può essere volontari, forgiando le proprie competenze. E questo cammino di accompagnamento ha prodotto un risultato significativo: nel 2013, 63 Young sono entrati nei Consigli direttivi delle varie Sezioni provinciali (Fonte: Bilancio Sociale AISM 2012 e 2013) passando a una ‘partecipazione più complessa’, con un impegno non solo nello svolgimento di azioni concrete nei diversi territori, ma anche assumendo una responsabilità riguardo alle decisioni della Sezione e alle scelte che orientano e guidano poi le attività quotidiane di tutta l’Associazione. Questo è il percorso che AISM propone non solo ai giovani, ma a tutti i suoi volontari, di qualsiasi età, formazione e categoria sociale». 

 

Se sono un cittadino qualsiasi, cosa mi potrebbe attrarre e convincere a diventare volontario in Associazione?
«AISM opera a 360 gradi per dare risposte alle persone con SM; sta vicina a ciascuno con supporti concreti, organizza attività quotidiane, gestisce Centri diurni e riabilitativi. Si muove anche con un forte impegno sui diritti, interagisce con le istituzioni a tutti i livelli, si impegna per aprire nuove condizioni di lavoro per chi ha la SM. Mette in campo uno sforzo consistente sforzo per promuovere e indirizzare la ricerca scientifica sulle cause e sulle cure della SM. Questa attività a tutto campo offre alle persone molte differenti possibilità di fare i volontari, rispondendo a tutte le diverse motivazioni che possono portare una persona a dedicarsi al volontariato. Chi è giovane, in particolare, acquisisce in questo modo anche conoscenze, competenze e relazioni che diventano una ricchezza personale e che magari saranno in futuro utili per la propria vita professionale. Le persone che terminano la carriera professionale e hanno voglia di continuare a utilizzare le loro competenze, che siano avvocati, medici, informatici, impiegati, operai, uomini della comunicazione e così via, hanno la possibilità di mettersi a disposizione con le loro capacità consolidate, perché nelle nostre Sezioni si svolgono molteplici attività: c’è veramente spazio per tutti».

 

Sino a qui ci siamo abbiamo tratteggiato una sorta di ‘identikit’, un’istantanea del volontario in AISM. Possiamo ora raccontare, come in un piccolo film, se e come è cambiato negli ultimi dieci anni il movimento dei volontari AISM?
«Dal mio punto di osservazione, credo che il grande cambiamento effettuato dal volontariato di AISM, inteso come movimento globale, sia stato nel capire che la rete territoriale dei volontari è veramente l’intelligenza collettiva dell’Associazione. Non è solo un gruppo di persone che ‘eseguono’ in periferia le scelte decise altrove, senza aver presente gli obiettivi, gli indirizzi, le strategie che guidano l’Associazione. Negli ultimi dieci anni sempre di più il volontario AISM è diventato consapevole di essere veramente una parte importante dell’associazione, una persona che partecipa alla definizione delle scelte prioritarie, degli obiettivi e delle azioni necessarie a realizzarli. In questo modo i volontari fanno crescere anche la consapevolezza e la competenza dell’Associazione stessa nel rispondere alle reali esigenze delle persone con SM».

 

Giuseppe Gazzola