Salta al contenuto principale

31/05/2012

Gruppo Cariparma Crédit Agricole e AISM insieme per le persone con SM

 

Sostenere l’economia vuol dire aiutare le famiglie, stimolare la socialità, aprirsi verso le persone. Cariparma Crédit Agricole, controllata italiana di uno dei più grandi gruppo bancari d’Europa ci racconta il significato di una partnership duratura e fruttuosa come quella con l’Associazione Italiana Sclerosi Multipla

 Patrick Popelin - Cariparma

Il Gruppo Cariparma Crédit Agricole è presente in 10 regioni italiane e conta oltre 900 filiali, 9 mila dipendenti e 1,8 milioni di clienti e fa parte di uno dei più grandi gruppi bancari europei, il Crédit Agricole. Settimo gruppo bancario italiano, opera prevalentemente al servizio di famiglie e delle imprese con forte attenzione al territorio. È impegnato nel sociale - sostenendo, oltre ad AISM, progetti umanitari in paesi in via di sviluppo – nella cultura, e nello sport, in quanto main sponsor della Federazione Italiana di Rubgy.

 

In particolare, l’impegno del Gruppo Cariparma Crédit Agricole con AISM si è concentrato a partire dal 2009 sul Progetto Famiglia e SM, che ha l’obiettivo di fornire strumenti specifici per le persone con sclerosi multipla e le loro famiglie, per informare e affrontare le problematiche connesse alla malattia, e interventi nella ricerca scientifica, soprattutto nel campo della riabilitazione. Negli anni la partnership si è consolidata e ampliata proprio come una vera famiglia. I progetti si sono allargati sul territorio e hanno coinvolto sempre più persone: giovani, donne, coppie, e quest'anno, per la prima volta anche caregiver e genitori di bambini con SM.

 

Patrick Popelin, Responsabile Direzione Centrale Comunicazione di Cariparma, ci racconta i valori di questa partnership duratura e fruttuosa.

 

Quali sono i valori del vostro gruppo?
«Nel nostro DNA sono scritti valori come la solidità, la vicinanza al territorio, l’utilità, la solidarietà. Crédit Agricole in Francia è la banca di un francese su tre, e lo è anche perché è sempre stata molto vicina ai territori. Anche in Italia, le nostre banche Cariparma, FriulAdria e Carispezia condividono la voglia di essere socialmente responsabili. Questa vicinanza tuttavia non è solo un fattore geografico, ma un’attitudine verso le persone».

 

Come è iniziata la collaborazione con AISM?
«Tenevamo a fare una partnership con un’associazione di livello nazionale e soprattutto con un progetto di lungo respiro, non un’iniziativa spot, ma un rapporto che potesse durare per diversi anni. Con AISM questo rapporto è venuto da sé, dopo aver visto il grande impegno di chi lavora nell’Associazione al servizio delle persone con SM, dei famigliari e dei caregiver. La nostra partnership con AISM rappresenta una concreta messa in atto dei valori che ci caratterizzano e di cui parlavo prima».

 

Che cosa vi ha convinto a sostenere il progetto Famiglia di AISM?
«Ci ha colpito subito molto positivamente lo sguardo a 360° al problema della sclerosi multipla: attenzione alla persona con SM, ma anche a chi assiste, agli operatori, e alla ricerca scientifica. Tutto questo rispecchia uno dei nostri obiettivi principali, che è quello di essere aperti all’esterno, di uscire dalla banca ed incontrare altre realtà. In questo caso andare dove sono le famiglie colpite da questa malattia ed essere attenti ai loro bisogni».

 

Che cambiamenti ha portato la partnership con AISM nel vostro gruppo?
«Tutta la rete delle nostre filiali è stata coinvolta dal 2009 nelle iniziative dell’Associazione, ed abbiamo verificato una sincera passione dei nostri dipendenti a parlare con i clienti non solo di conti ma di manifestazioni di solidarietà».

 

Crédit Agricole investe molto anche nel campo della cultura e dello sport. È per esempio main sponsor della Nazionale Italiana di Rugby. Che valore ha per voi questo impegno?
«Per sostenere l’economia, che è un compito principale per una banca, è necessario sostenere i territori e le persone. Ovvero sostenere la loro socialità Questo lo si fa anche attraverso lo sport. Non a caso abbiamo scelto il rugby, ambiente pervaso da valori come solidità e solidarietà, ma che soprattutto è lo sport di squadra per definizione. Allo stesso modo sostenere la cultura, ancora più in momenti così difficili, significa sostenere la coesione sociale di un territorio».