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29/05/2012

L’esperto: Alan J. Thompson ecco come vincere le forme più gravi della malattia

 


Al Congresso scientifico FISM è intervenuto con una lettura magistrale sulle forme progressive di SM il Professor Alan J. Thompson, Preside della Facoltà di Neuroscienze del Queen's Square Hospital di Londra, e presidente del Comitato Scientifico della Federazione Internazionale Sclerosi Multipla uno dei massimi clinici e ricercatori al mondo sulla SM, in particolare nel campo della neuroriabilitazione.

 

Ha pubblicato più di 500 articoli sulle più importanti riviste scientifiche. Thompson ha proposto una preziosa bussola sui modi più efficaci con cui affrontare la sfida sempre più urgente di dare risposte efficaci ai problemi ancora senza risposta delle persone che lottano contro le forme di sclerosi multipla più gravose e cariche di difficoltà.

 

Secondo lei Professore qual è la sfida più impegnativa quando si parla di sclerosi multipla?

Per la comunità della sclerosi multipla poche sfide sono ardue come quella di affrontare lo spettro della fase progressiva della malattia. Nonostante il fatto che porti con sé enormi sofferenze ed un peggioramento della disabilità, ad oggi la fase progressiva della malattia ha ricevuto meno attenzione rispetto alla sclerosi multipla con ricadute e remissioni.

 

Come sarà possibile accelerare la ricerca verso nuovi trattamenti per le  forme progressive?

I meccanismi che sottendono la progressione sono poco conosciuti, e la nostra capacità di influenzare positivamente il deterioramento inesorabile è praticamente nulla. Per progredire abbiamo bisogno di individuare gli aspetti specifici di queste forme sia al livello delle neuroscienze di base (ricerca fondamentale), per comprendere i processi patologici coinvolti e identificare gli obiettivi di intervento, sia a livello terapeutico, con studi clinici di rilievo. La recente creazione di una collaborazione internazionale sulla SM, che coinvolge molte delle più importanti associazioni SM in tutto il mondo insieme alla Federazione Internazionale, promette di accelerare la nostra capacità di comprendere e trattare questa forma perniciosa di SM.

 

Qual è il ruolo della riabilitazione: le evidenze attuali?

C'è già una prova convincente per sostenere l'efficacia sia della riabilitazione multidisciplinare che delle modalità riabilitative specifiche, quali l'allenamento di resistenza, nel migliorare la capacità ed il coinvolgimento delle persone con SM. Una delle perduranti difficoltà è la disponibilità non immediata di tali approcci per la popolazione con SM e la necessità di sviluppo di settori specifici quali la riabilitazione cognitiva ed occupazionale. Le risorse necessarie sono notevoli, ma lo sono altrettanto il beneficio potenziale nel mantenere l'occupazione e l’ indipendenza.

 

La riabilitazione terapeutica: le sfide future?

La sfida più grande per il futuro è rappresentata dalla nostra capacità di agire sul danno di fondo che si verifica a causa della sclerosi multipla e di sfruttare e stimolare il potenziale per il recupero e la riparazione che il cervello possiede. Questo processo definito “neuro plasticità”, che può essere valutato da strumenti quali la risonanza magnetica funzionale, ha il potenziale per sviluppare nuove reti neurali, che possono compensare la funzione danneggiata. Una maggiore attenzione a questo importante settore e alla riabilitazione sarebbe estremamente utile in particolare per prevenire la progressione della  malattia.

 

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