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29/05/2012

Marco Berti: la voce di AISM nel mondo

 

Il famoso tenore è un appassionato testimonial dell'Associazione Italiana Sclerosi Multipla. "La lotta contro la SM - dice - ricorda molte opere che raccontano la speranza di vincere su ciò che ci causa dolore, come il Guglielmo Tell o Macbeth". L'abbiamo intervistato in occasione della Giornata Mondiale della SM

 

 Marco Berti

Una voce mondiale. Marco Berti, tenore di valore assoluto, è ritenuto l’erede migliore del grande Pavarotti. Come lui ama portare la barba e un largo cappello, ma soprattutto fa apprezzare l’opera italiana nel mondo. In questi mesi, per esempio, è in scena all’Arena di Verona con AIDA, in Israele, a Monaco di Baviera, a Parigi, a New York. E, dovunque vada, porta all’attenzione di chi incontra anche la voce della sclerosi multipla e dell’AISM, di cui è appassionato testimonial. L’eccellenza della sua voce ben rappresenta la voglia delle persone con SM di vivere fino in fondo una vita di qualità. Nella Giornata Mondiale della Sclerosi Multipla, allora, non poteva mancare il suo timbro limpido e caldo accanto ai «mille volti della SM» che in ogni angolo del pianeta si mettono in gioco per costruire, insieme, la vittoria definitiva sulla malattia.

 

Tu giri l’Italia e il mondo: porti sempre con te la voce della sclerosi multipla?
«Sì, quando sono in giro per il mondo non manco mai di portare nel mio mondo la testimonianza di sostenitore dell’Associazione che lotta con la SM in Italia: da noi si chiama AISM, nelle altre nazioni ha nomi simili e diversi. E mi colpisce sempre scoprire che molti conoscono la situazione delle persone con SM: spesso testimoniare i diritti a una vita piena di chi lotta con la sclerosi multipla è come sfondare una porta aperta. Un segnale importante: il mondo ascolta e conosce le battaglie per vincere la sclerosi multipla».

 

C’è un’opera che vedi vicina alla sclerosi multipla e alle sue lotte?
«Legherei molto alla SM tutte le opere in cui si parla di sofferenza e di vittoria. Tutte le opere che raccontano la speranza di vincere su ciò che ci causa dolore. Penso al Guglielmo Tell di Rossini, dove il popolo svizzero oppresso si ribella e ne esce vittorioso. Il tiranno, che è il male, fa un po’ da cornice a tanti testi operistici. Tiranno è anche questa malattia che qualche persona con SM ha chiamato, appunto, Sua Maestà. Anche in Macbeth, la gente, il popolo si ribella al tiranno: «Basta, basta oppressioni, basta dolori». E, infatti, ne esce libero e salvo. Tutti questi temi di eroismo popolar-nazionale mi sembra possano ricondurre sempre a fatti reali della vita quotidiana, dove si può trovare un’uscita dai problemi solo mettendosi insieme».

 

Solo cercando il bene di tutti si trova la propria vittoria personale?
«Mettersi insieme è il segreto di tutto. La vita per vincere sulla SM non è come una partita a scacchi dove si gioca da soli. Assomiglia di più al gioco del calcio: se si collabora tutti si ottiene il risultato. Se ognuno va per conto suo, non si vince. Nella SM è così: nessuno può vincere da solo. Tu puoi avere tutta la forza e la buona volontà di combattere, ma devi essere anche supportato, non solo economicamente, ma da strutture e persone competenti, come quelle che ho conosciuto in AISM. E hai bisogno che si trovino le cure giuste: per questo è importante sostenere la ricerca scientifica».

 

Quali valori ti hanno conquistato nelle persone con SM  che conosci?
«La grande forza che dimostrano. Tante volte penso che se dovessero diagnosticarmi un malattia da cui, almeno sino ad ora, non si guarisce, avrei una reazione tragica. Invece vedo nelle persone con SM una lotta costante eppure serena per riuscire a vivere bene. Quando sto con loro respiro il coraggio e la voglia di vivere. È questa continua scoperta a regalarmi una intatta voglia di cantare per AISM».

 

Noi diciamo che la meta è essere ‘liberi dalla sclerosi multipla’. Tra voglia di vita e libertà che legame riconosci?
«La vita è poter andare dove desideri senza catene. Siamo sempre impegnati a fare programmi e a ipotecare il futuro. Certo dobbiamo vivere tutto intensamente. Ma anche con la libertà di chi sa di non poter possedere nulla definitivamente. C’è sempre un altro versante, c’è sempre un oltre che può venirci incontro in maniera fulminea e del tutto imprevista, come accade quando ti dicono che hai la sclerosi multipla. E scopri che la vita è una cosa seria, che ogni attimo va conquistato e non solo goduto. Ë per questo che mi piace essere un testimonial dell’Associazione: per dare il mio contributo a conquistare una vita migliore per tante persone che sento profondamente vicine».