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30/05/2012

Valentina Vezzali: vincere a Londra 2012 per le persone con SM

 

La pluricampionessa di scherma da anni è al fianco di AISM nella lotta alla sclerosi multipla. Alle prossime Olimpiadi tenterà di conquistare l'ennesima medaglia. La nostra intervista in occasione della Settimana Nazionale della SM

 Valentina Vezzali

Valentina Vezzali è una delle più grandi campionesse che la scherma e lo sport azzurro in generale abbia mai prodotto. È al fianco di AISM e delle persone con SM da tanti perché, dice, la lotta per combattere le malattie e l'impegno totale per sconfiggerle, è l'unica eredità che possiamo lasciare ai nostri figli.
Dopo tante vittorie, sarà di nuovo in lizza per una medaglia a Londra 2012 e avrà lonore di essere la portabandiera della squadra azzurra. L'abbiamo intervistata in occasione de La Settimana Nazionale della SM 2012, a poche settimane dalla partenza per le Olimpiadi.

 

Se a Londra sarai tu il portabandiera dell’Italia davanti al mondo, che pensieri ed emozioni potresti portare nel cuore in quel momento?
«Difficile dirlo con precisione ma facile prevedere che sarò emozionata come forse mai nella mia vita. Nel mio cuore porterò certamente la mia famiglia ed in particolare il ricordo di mio padre, scomparso parecchi anni fa, sono certo che l'essenza di lui quella sera mi accompagnerà in quel giro di campo».

 

In un angolo del tuo cuore, da qualche anno, c’è anche l’impegno nel movimento per vincere sulla sclerosi multipla. Cosa significa per te, portare tra le mani questa bandiera che rappresenta tante persone che lottano per una vita che vada oltre la malattia?
«Impegnarsi per combattere le malattie e lottare con tutte le proprie forze per sconfiggerle è l'unica vera eredità che possiamo lasciare ai nostri figli ed in genere ai nostri discendenti».

 

Dopo gli ori di Pechino, cosa ti aspetti per te stessa e per l’Italia in questa nuova importantissima gara?
«Mi aspettavo di riuscire a qualificarmi - cosa non proprio scontata - e ci sono riuscita. Desideravo essere la portabandiera, e mi è stato concesso questo onore. Non voglio essere bugiarda: vado a Londra per vincere la medaglia d'oro. Ma credo che nessun atleta partecipi ad un gara senza il desiderio di vincere! In ogni caso spero di contribuire al massimo affinché l'Italia porti a casa il maggior numero di medaglie».

 

Come potrebbe l’Italia dello sport essere più vicina alle persone la cui più grande vittoria sarebbe vivere libere dalla sclerosi multipla?
«Penso che ci voglia maggior altruismo in generale, e forse le difficoltà alle quali la crisi economica sta sottoponendo il nostro Paese ci serviranno a tornare un po' con i piedi per terra e a capire che cosa conta veramente nella vita. Avere la fortuna di stare bene deve esserci da stimolo per dare aiuto a chi e' stato meno fortunato».

 

Che messaggio ti senti di mandare idealmente all’Italia e alle persone nella Settimana Nazionale e nella Giornata Mondiale della sclerosi multipla?
«La collettività, un termine che sembra essere stato dimenticato mentre invece negli ultimi anni è stato molto attuale l'esaltazione dell'io. Il sapore di una vittoria conquistata facendo squadra è molto più dolce di quello di un trionfo individuale, e lo dice una persona che fondamentalmente pratica uno sport individuale».

 

Consiglieresti ai tuoi colleghi di partecipare in prima persona per fare andare più veloce il movimento per vincere la sclerosi multipla?
«Credo che tutti gli sportivi debbano sempre impegnarsi a favore di cause di valore sociale come quella dell'AISM. Nessuno meglio di noi conosce il sacrificio necessario per raggiungere un traguardo e quindi dobbiamo aiutare le giuste cause a raggiungere i loro obiettivi».

 

Se vinci con una medaglia a Londra, prometti che regali un pezzettino di dedica anche alle persone con SM che ti seguiranno, e che verrai a condividere con noi un angolo di medaglia?
«No, se dovessi vincere non verrò a condividere un angolo ma la medaglia tutta intera. Credo che lo meritiate più di chiunque altro!».