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27/11/2013

«La vera arma dell'uomo è la socialità»

Telmo Pievani
Nella foto: Telmo Pievani

La nuova frontiera dell'evoluzionismo dice che la natura è ricca di comportamenti altruistici. E che i punti di forza dell'homo faber sono il gruppo, la creatività e l'innovazione. Parola del Filosofo della Scienza Telmo Pievani

 

Ho già tanti problemi io, non posso fare niente per te, si dice. Con un retro pensiero antico come il mondo: Homo homini lupus. Tutte storie. Bisogna rimettere in soffitta questa presunta saggezza inutile. Perché «i nostri geni non sono solo quelli della scimmia assassina. La natura stessa ci dà gli strumenti per essere ugualmente solidali e cooperativi. Poi possiamo scegliere». Lo afferma Telmo Pievani, filosofo della scienza, uno dei maggiori esperti internazionali di evoluzione.

 

Già in natura esiste una capacità di solidarietà?
«Questa è una delle grandi frontiere della nuova ricerca evoluzionistica. La natura è ricca di comportamenti altruistici e incondizionati in cui il singolo, per varie ragioni, rinuncia almeno provvisoriamente ai propri interessi a favore di quelli degli altri e della comunità cui appartiene».

Da dove inizia questa natura cooperativa?
«Le strutture complesse, per esempio la cellula con il nucleo, gli organismi pluricellulari come siamo noie, insomma, le grandi innovazioni evolutive non sono nate per competizione ma per cooperazione, in particolare per simbiosi. Gli organismi più semplici si sono messi insieme, si sono uniti ‘per la vita’, dando origine a strutture più complesse».

Ci sono esempi nel mondo animale?
«Quando il gruppo degli scimpanzé viene assalito, c’è un giovane maschio di guardia che inizia a urlare per avvisare gli altri del pericolo, anche se rischia di essere il primo a soccombere. Fra altri primati esiste la consolazione dello sconfitto: dopo una lotta tra maschi, alcuni non vanno a omaggiare il vincitore, ma a consolare chi ha perduto, senza fini utilitaristici. Tra le scimmie c’è persino un istintivo rifiuto dell’ingiustizia: se si danno due banane a uno di loro purché accetti che un compagno ne riceva otto, il 90% degli individui rifiuta, a costo di annullare lo scambio e così perdere il proprio utile».

Vale anche per l’uomo? Non si direbbe…
«È sempre stato così: l’evoluzione umana più recente ha attraversato notevoli crisi ambientali e di risorse. La vera forza naturale che ci ha fatto sopravvivere, l’arma fondamentale è stata la socialità. Un gruppo con troppi egoisti è un gruppo debole. Un gruppo dove prevale un comportamento altruistico è un gruppo forte, che può competere con altri gruppi e a sua volta vincere, sopravvivere e trasmettere i propri geni. Noi siamo qui, oggi, grazie a questo meccanismo».

Anche il nostro tempo può essere letto in questa luce?
«Metaforicamente sì: la crisi è il momento in cui cambiano le regole del gioco, perché si hanno meno risorse a disposizione. E quindi è il momento in cui alcune specie mettono in campo la creatività, la flessibilità, la plasticità, le possibilità di immaginare altri mondi. L'Homo faber ce l’ha fatta grazie alla sua socialità e al fatto che ha un cervello plastico, capace di apprendere e soprattutto di uscire dai problemi con l’innovazione e la creatività».

 

Giuseppe Gazzola

 

Questa intervista è stata pubblicata sull'ultimo numero del 2013 di SM Italia, bimestrale d'informazione dell'AISM, disponibile in versione completa pdf su questo sito. 

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SM Italia 6/2013