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04/06/2018

“Camminare insieme è l'unico modo per continuare a sostenere la ricerca sul cervello”

Mantenere aperto il dialogo tra scienza e società, bilanciare innovazione e sfide sociali, migliorare la qualità di vita dei pazienti. Questi i punti chiave dell'intervento di Monica Di Luca (European Brain Council) al Congresso FISM

 

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«La ricerca sul cervello è difficile, non è un processo lineare, e richiede una visione a lungo termine, ma soprattutto un elevato processo di integrazione, che passi da continuità negli investimenti e dal coinvolgimento della società, di tutti gli stakeholder». In primo luogo dei pazienti e delle associazioni di pazienti. Perché se è vero che la ricerca è entusiasmo, curiosità ed è supportata dalle innovazioni tecnologiche, sono sempre i bisogni insoddisfatti dei pazienti a guidarla. «Se non conosciamo i bisogni dei pazienti, come possiamo sviluppare le nostre ricerche per ottenere i migliori risultati possibili? Credo che il modo migliore per fare una ricerca di qualità sia quello di mantenere aperto un dialogo tra la scienza e la società, lavorando insieme. L'esperienza ci mostra che dove c'è collaborazione di tutti gli stakeholder possiamo ottenere un progresso esponenziale».


Nella foto: la Dott.ssa Monica Di Luca, Presidente dello European Brain Council

 

È questo il messaggio di Monica Di Luca - a capo del Laboratorio di Farmacologia della Neurodegenerazione del Dipartimento di Scienze Farmacologiche e Biomolecolari dell'Università di Milano e presidente dell'European Brain Council (EBC) - risuonato durante la lectio magistralis che ha tenuto nella giornata di apertura del Congresso FISM.

 

Il nostro cervello contiene circa 100 miliardi di neuroni e innumerevoli connessioni. «È l’organo più complesso del nostro corpo e le malattie che lo colpiscono sono le più complicate da studiare, diagnosticare e da trattare rispetto ad altre patologie. Questa complessità a lungo ha ostacolato l’analisi, la diagnosi e la ricerca di trattamento per malattie che colpiscono il cervello». In Europa, ha continuato la ricercatrice, si stima siano 179 milioni le persone colpite da malattie neurologiche, e il costo della ricerca nel campo sfiora quasi gli 800 miliardi di euro.

 

Ma se volessimo fotografare lo stato della ricerca in neurologia unicamente guardando a questi numeri avremmo un'immagine limitata, ha continuato Di Luca, che non terrebbe in considerazione tutti i traguardi già raggiunti negli anni passati e che hanno cambiato il modo in cui i clinici seguono oggi i pazienti. «Abbiamo avuto progressi importantissimi, per esempio nel campo dell'imaging, basti pensare alla Pet o alla risonanza magnetica funzionale, e quello che abbiamo imparato studiando i meccanismi di neurofarmacologia ci ha aiutato a comprendere meglio cosa accade nelle malattie che colpiscono il sistema nervoso. Ma è anche vero che oggi ancora molte ricerche hanno bisogno di essere trasferite dalla ricerca alla pratica clinica».

 

Per farlo la ricetta suggerita da Di Luca è quella di continuare a camminare insieme, mettendo insieme tutti gli attori della ricerca sul cervello. Come le organizzazioni dei pazienti: «Migliorare la qualità di vita dei cittadini che esse rappresentano è il focus del nostro lavoro – ha spiegato Di Luca – all'interno dell'Ebc esse sono informate dei risultati dei progetti di ricerca e coinvolte dall'inizio in tutti gli aspetti».

 

La partecipazione dei pazienti e delle associazioni è punto chiave anche di MultiAct, - il progetto europeo coordinato da AISM e dalla sua Fondazione, di cui EBC è tra i partner principali - per identificare migliori indicatori dell'impatto della ricerca e valutazione dei suoi risultati, sostenuto anche dall'European Brain Cancer. «Come studio pilota il progetto sarà focalizzato sulla sclerosi multipla, ma gli stessi bisogni riguardano altra patologie e l'approccio potrà essere applicato anche ad altre malattie neurologiche». Per saperne di più su MultiAct

 

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